Un trattamento seriale del genere di solito è riservato a presidenti, regine, cantanti o supereroi. Solo che la metà di questi sono morti e l’altra metà (indovina quale) sono finti. Mentre Rocco Siffredi è tutto vero, è molto vivo in carne e ossa (non siate maliziosə) e lotta insieme a noi. Eppure si è già meritato una serie tutta sua che parte dalla origin story ambientata nel paesello e arriva fino alla gloria dell’apice, per di più con presentazione in anteprima alla 74ª edizione della Berlinale. Suona troppo perfetto, e infatti ci sono alcuni cavilli. Supersex non è un biopic vero e proprio, è una parabola narrativa ispirata alla vita di Siffredi (ai personaggi che ha incontrato lungo la sua strada, alle esperienze fuori dal comune che ha avuto), romanzandola assai pur di raccontare una storia che tenga alto il tasso di intrattenimento, ma affronti anche di petto e con stile il gigantesco tabù riguardante il sesso che in Italia vige ancora sovrano. Non sconcezze fini a se stesse per spettinare i benpensanti, ma un racconto di libertà sessuale che oltretutto smonta il modello dell’homo italicus virilis verace, campione per cinque Giochi del Mediterraneo di fila nelle discipline dell’omofobia repressa e della mascolinità tossica.

Alessandro Borghi, Vincenzo Nemolato
Supersex (2024) Alessandro Borghi, Vincenzo Nemolato

La miniserie, in uscita il 6 marzo su Netflix, è creata da Francesca Manieri (già sceneggiatrice di L’incredibile storia de L’Isola delle Rose, Anna e L’immensità) ed è diretta dalla trimurti composta da Matteo Rovere (Il primo ReRomulus), Francesca Mazzoleni (Punta Sacra, Romulus) e Francesco Carrozzini. Nella loro versione, il viaggio da Rocco Tano a Rocco Siffredi parte, come nella realtà, dall’Abruzzo (da Ortona), ma è molto più simbolico, melodrammatico e camp. Rocco Tano è un ragazzo semplice, nato in una famiglia numerosa in cui la mamma, angelo del focolare di valori più che tradizionali, ha occhi solo per il cagionevole fratellino Claudio. Senza fare tanto i brillanti ostentando Visconti – un vero giovane direbbe namedroppando – e/o Google, si può dire che Rocco abbia un certo numero di fratelli oltre a Claudio, ma il fratellastro maggiore Tommaso è l’unico che gli presti davvero attenzione. Rocco lo venera.

Adriano Giannini
Supersex (2024) Adriano Giannini

È Tommaso a insegnarglielo: l’energia del sesso è quella che muove il mondo, molto più profondamente di soldi e potere. È lui a introdurlo a una rivista pornografica, l’eponima SuperSex, che aiuto Rocco, in un momento di difficoltà, a decifrare sensazioni che ancora non sapeva dove e come indirizzare. Il mezzo fratello, però e purtroppo, non è la persona più equilibrata e specchiata del circondario; oltre a essere furiosamente misogino e omofobo – pessima figura di riferimento per il piccolo Rocco – è anche un guappo violento e manipolatore, più spesso che no coinvolto in faccende criminose. Questo è il terriccio umano in cui cresce Rocco, prima di seguire Tommaso e la sua compagna Lucia a Parigi, dove i tre crescono e diventano rispettivamente Alessandro Borghi, Adriano Giannini e Jasmine Trinca. Se in più, da una serie italiana di Netflix, volete anche delle scene di sesso esplicito, forse avete sbagliato sito internet. In Supersex troverete principalmente intrattenimento ricco di significato, televisione di qualità pretenziosa solo quanto basta e Borghi che sfoggia un gran accento abruzzese.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.

La serie tv

locandina Supersex

Supersex

Drammatico - Italia 2024 - durata 55’

Titolo originale: Supersex

Regia: Francesco Carrozzini, Francesca Mazzoleni

Con Alessandro Borghi, Maximilien Poullein, Linda Hardy, Gaia Messerklinger, David Kammenos, Francesco Carrozzini

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