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FESTA DEL LAVORO?
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FESTA DEL LAVORO?

 

FESTA DEL LAVORO?

Un piccolo sfogo dettato dalla percepita assenza di prospettive...

 

 

1° maggio.

Festa del lavoro o lutto del lavoro?

Dopo oltre due secoli di lotte, rivendicazioni, massacri, violenze, battaglie sembra di essere tornati al punto di partenza. Il lavoro, quando c’è, è precario, occasionale, “autonomo”; i lavoratori sono privati dei diritti, della sicurezza, della dignità. Il lavoro dev’essere invisibile, non fare troppo rumore, non pretendere di ottenere un miglior standard di vita, o anche solo paghe più alte, o congedi stipendiati.

Bisogna essere semplicemente sempre pronti, sempre connessi, sempre disponibili a farsi sfruttare, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La “flessibilità”, grande cosa. Pensioni, tutele, ferie pagate e via dicendo, brutte, bruttissime cose. E’ a causa di quest’orrendo complesso di salvaguardie e diritti (anche detto stato sociale) che siamo precipitati in un abisso di debito e degrado, è noto a tutti. Quindi, bisogna imparare ad essere “austeri”, “frugali”: le massime prospettive per gli uomini e gli Stati del XXI secolo.

 

 

Non a caso, quasi nessuno ricorda da dove derivi il 1°maggio (e se lo si ricorda, lo si fa senza andare troppo nello specifico). Perché altrimenti si rivelerebbero le similitudini con l’oggi.

1 maggio 1886. Haymarket Square, Chicago. A seguito di un periodo di forti agitazioni sindacali, di proteste e scioperi (che avevano l’intollerabile e irricevibile obiettivo di ottenere, udite udite, le 8 ore lavorative, al posto delle “consuete” 12-14), viene inviata la polizia a disperdere la folla radunatasi per l'ennesima volta a protestare nella piazza suddetta.

Qualcuno” dal “lato dei dimostranti” lancia una bomba (una sorta di granata a frammentazione). Risultato: un poliziotto morto sul colpo, altri sei nelle ore successive per le ferite. Da lì, il disastro: la polizia prende a sparare sulla folla che quindi inizia a darsi alla fuga. Il caos è tale che i poliziotti, non vedendo quasi niente nel mezzo del fumo, vuotano i loro caricatori persino uno contro l’altro. Il numero delle vittime tra gli operai è stimato in 4, in 70 i feriti (questi ultimi nell’ordine dei 60 tra le forze dell’ordine). Peccato però che, al contrario dei poliziotti, molti protestanti non si siano mai recati a farsi curare negli ospedali (per l’ovvio timore di subire ritorsioni), dunque il conto delle vittime e dei feriti potrebbe essere molto più salato: non lo sapremo mai, probabilmente.

Ma, per tornare al discorso: non ci vuole molto, all’epoca, perché il sostegno ai sindacati precipiti a livelli minimi (causa anche raid successivi a danni non solo degli anarchici [accusati di aver lanciato la bomba...] ma in generale dei leader sindacali d'ogni segno [anche qualora non direttamente coinvolti nei fatti di Haymarket]). Obiettivo raggiunto, si potrebbe dire, tanto da far sorgere il dubbio su chi possa mai essere stato quel misterioso individuo che lanciò la bomba nella piazza (“agent provocateur, maybe?”). Quel che è sicuro, comunque, ribadiamolo, è che ad averla vinta furono i padroni e i loro accoliti: i lavoratori infatti tornarono a farsi sfruttare in maniera brutale per oltre 12 ore al giorno. “Pace fatta”.

E’ evidente che la decisione della Seconda Internazionale di fare del 1° maggio la “Festa dei lavoratori” è da considerarsi simbolica, emblematica di tutte le altre similari proteste degli operai represse nel sangue, non solo negli Stati Uniti (d’altronde, basti ricordare dalle “nostre parti” il massacro di civili inermi reclamanti pane e paghe migliori compiuto su ordine di Bava Beccaris nel maggio 1898: massacro che produce ben 81 morti “grazie” alle cannonate sparate in tranquillità sulla folla indifesa; un evento che avrà quantomeno l’effetto di liberare il paese e i lavoratori [grazie a Gaetano Bresci] dalla presenza dell'odiato Umberto I nel 1900).

In appendice a questo brevissimo excursus storico è certamente interessante notare come – guarda te la “fatalità” – negli Stati Uniti la festa dei lavoratori sia convenientemente “celebrata” il 1° settembre, e come in generale nel mondo anglosassone venga commemorata in altri giorni quando non ignorata del tutto (vedi in Gran Bretagna).

 

 

Sì. Quindi forse meglio “lutto del lavoro” più che festa. Ricordo di com’eravamo e di come rischiamo di ridiventare se si lascerà ancora troppo spazio alle odierne derive neo-schiavistiche, delle quali sono paradigmatiche le condizioni in cui versano tanto i rider e i lavoratori delle campagne quanto i fattorini di Amazon.

Giornata di rabbia e indignazione, non semplicemente commemorazione e “concertone”. Giornata nella quale peraltro quasi tutti i negozi sono rimasti aperti, in piena continuità con quanto detto: i lavoratori devono starsene zitti e buoni e continuare a faticare sotto la minaccia costante di licenziamenti o riduzioni salariali. E tutto ciò non ha praticamente nulla a che fare con la pandemia in corso: si tratta ovviamente d’una rovinosa deriva di lunghissima data, mica soltanto degli ultimi due anni.

Ma forse più di tutto giornata “contro” il lavoro, contro il lavoro come sempre è stato e sempre sarà, sotto una società iper-capitalista, per la stragrande maggioranza delle persone: ovverosia, una forma di sfruttamento. Un lavoro che non libera, non emancipa, ma anzi costringe, annichilisce, degrada. Specialmente nella sua ultima “versione”, come detto: quella spogliata persino delle poche sicurezze del lavoro salariato industriale. Adesso siamo invece nella scintillante nuova era del lavoratore “imprenditore di se stesso”, che dunque non è assunto ma bensì fornisce una prestazione da autonomo. Quindi niente fastidiose seccature per l’azienda del genere di dover pagare i contributi pensionistici o l'assicurazione sanitaria.

Se a tutto questo aggiungiamo l’imminente e sicuramente devastante, dati gli auspici, rivoluzione del mondo del lavoro nel segno d’una sempre maggior automazione (anche in settori finora quasi risparmiati, come la guida [ciao ciao camionisti e corrieri] o, per dire, le pubbliche relazioni [ciao ciao commessi, segretari, receptionist e affini]) si preannuncia un futuro ancora più tetro dell’attuale. Un futuro in cui non ci sarà neppure più quel minimo di lavoro salariato e iper-sfruttato ma solamente una massa dispersa e disperata di affamati in preda alle avversità, privati di qualunque forma di sostegno (anche perché, si sa, il reddito minimo universale è un crimine contro l’umanità, perfino a detta di certa “sinistra”).

Di questo bisognerebbe parlare il 1° maggio come tutto il resto dell’anno. Per evitare che le cose peggiorino ancora. Perché sinceramente oggi come oggi, nel guardare tanto al passato quanto al futuro, si trova ben poco da festeggiare.

 

Playlist film (aperta ai contributi)

La classe operaia va in Paradiso

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 110'

Regia di Elio Petri

Con Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Mietta Albertini, Salvo Randone, Gino Pernice

La classe operaia va in Paradiso

In streaming su Apple TV

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... lo stacanovismo è segno d’una salutare aderenza ai superiori principi dell’economia e del progresso, ladies and gentlemenaka “felici di essere sfruttati fino all’osso”…

 

Rilevanza: 1. Per te? No

Le mani sulla città

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 105'

Regia di Francesco Rosi

Con Rod Steiger, Salvo Randone, Guido Alberti, Angelo D'Alessandro

Le mani sulla città

In streaming su Amazon Video

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che i padroni, con le loro montagne di soldi e la loro influenza, hanno un po’ le mani in pasta ovunque…

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Sacco e Vanzetti

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 111'

Regia di Giuliano Montaldo

Con Gian Maria Volonté, Riccardo Cucciolla, Rosanna Fratello, Cyril Cusack

Sacco e Vanzetti

In streaming su Apple TV

vedi tutti

...perché poi, alla fine, in definitiva, ammettiamolo: è sempre colpa degli anarchici…

 

Rilevanza: 1. Per te? No

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L'intrepido

  • Commedia
  • Italia
  • durata 104'

Regia di Gianni Amelio

Con Antonio Albanese, Livia Rossi, Gabriele Rendina, Alfonso Santagata, Sandra Ceccarelli

L'intrepido

In streaming su Amazon Video

vedi tutti
Film aggiunto da spopola

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Scusate se esisto!

  • Commedia
  • Italia
  • durata 106'

Regia di Riccardo Milani

Con Paola Cortellesi, Raoul Bova, Corrado Fortuna, Lunetta Savino, Marco Bocci

Scusate se esisto!

IN TV Sky Cinema Comedy

canale 309 altre VISIONI
Film aggiunto da spopola

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Generazione mille euro

  • Commedia
  • Italia
  • durata 101'

Regia di Massimo Venier

Con Alessandro Tiberi, Carolina Crescentini, Valentina Lodovini, Francesco Mandelli

Generazione mille euro

In streaming su Netflix

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Smetto quando voglio

  • Commedia
  • Italia
  • durata 100'

Regia di Sydney Sibilia

Con Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo

Smetto quando voglio

IN TV Sky Cinema Comedy

canale 309 vedi tutti
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Sole cuore amore

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 112'

Regia di Daniele Vicari

Con Isabella Ragonese, Francesco Montanari, Eva Grieco, Francesco Acquaroli, Giulia Anchisi

Sole cuore amore

In streaming su Rai Play

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We Want Sex

  • Commedia
  • Gran Bretagna
  • durata 113'

Titolo originale Made in Dagenham

Regia di Nigel Cole

Con Sally Hawkins, Miranda Richardson, Rosamund Pike, Andrea Riseborough, Jaime Winstone

We Want Sex

IN TV Sky Cinema Due

canale 302 vedi tutti
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Due giorni, una notte

  • Drammatico
  • Francia, Belgio
  • durata 95'

Titolo originale Deux jours, une nuit

Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne

Con Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Groyne, Simon Caudry, Olivier Gourmet

Due giorni, una notte

In streaming su Amazon Video

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Film aggiunto da spopola

Rilevanza: 2. Per te? No

7 minuti

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 88'

Regia di Michele Placido

Con Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale

7 minuti

In streaming su Rai Play

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Sorry We Missed You

  • Drammatico
  • Gran Bretagna, Francia, Belgio
  • durata 100'

Titolo originale Sorry We Missed You

Regia di Ken Loach

Con Kris Hitchen, Debbie Honeywood, Rhys Stone, Katie Proctor, Ross Brewster, Alfie Dobson

Sorry We Missed You

In streaming su Now TV

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Parasite

  • Drammatico
  • Corea del Sud
  • durata 132'

Titolo originale Gisaengchung

Regia di Joon-ho Bong

Con Kang-ho Song, Sun-kyun Lee, Hyae Jin Chang, Yeo-Jeong Cho, Woo-sik Choi, So-dam Park

Parasite

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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Non è un paese per giovani

  • Drammatico
  • Italia, Cuba
  • durata 105'

Regia di Giovanni Veronesi

Con Filippo Scicchitano, Giovanni Anzaldo, Sara Serraiocco, Sergio Rubini, Nino Frassica

Non è un paese per giovani

In streaming su Rai Play

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Pride

  • Commedia
  • Gran Bretagna
  • durata 117'

Titolo originale Pride

Regia di Matthew Warchus

Con Bill Nighy, Dominic West, Andrew Scott, George MacKay, Joseph Gilgun, Imelda Staunton

Pride

In streaming su Amazon Prime Video

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Suffragette

  • Drammatico
  • Gran Bretagna
  • durata 106'

Titolo originale Suffragette

Regia di Sarah Gavron

Con Carey Mulligan, Meryl Streep, Helena Bonham Carter, Ben Whishaw, Romola Garai

Suffragette

In streaming su Amazon Prime Video

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Peterloo

  • Drammatico
  • Gran Bretagna
  • durata 154'

Titolo originale Peterloo

Regia di Mike Leigh

Con Rory Kinnear, Maxine Peake, Pearce Quigley, David Moorst, Rachel Finnigan, Tom Meredith

Peterloo

In streaming su Amazon Prime Video

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Film aggiunto da daniele64

Manchester 1819 come Milano 1898 , l' esercito non ha mai perso il vizio di sfamare il popolo con il piombo ....

Rilevanza: 1. Per te? No

Metello

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 107'

Regia di Mauro Bolognini

Con Massimo Ranieri, Ottavia Piccolo, Tina Aumont, Lucia Bosé, Frank Wolff, Pino Colizzi

Metello

In streaming su Amazon Prime Video

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Film aggiunto da Donapinto

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