Jordan Jensen ha 33 anni e, sono sicuro ve lo confermerebbe persino di persona se le chiedeste conferma con la giusta creanza, è una di quelle artiste unte dallo streaming, che hanno infilato la punta dell’alluce nel portone di casa Netflix e sono riuscite a ottenere quello speciale di stand-up tutto loro che, in un panorama televisivo tradizionale, difficilmente avrebbero ottenuto. Non perché Jordan Jensen sia una comica di scarso talento, banale o poco originale, né perché il suo speciale Take Me With You lasci a desiderare. Anzi! Tutt’altro. Take Me With You è stato anche proposto ad altre piattaforme della nuova tv, i cui dirigenti hanno chiesto a Jensen di provare a essere “o più femminile, o direttamente un maschio gay”, perché la sua condizione naturale autopercepita di donnuomo – ovvero di donna etero che, senza nemmeno farlo apposta, omaggia l’estetica di una camionista lesbica – potrebbe avere scarsa risonanza con il pubblico.

" data-credits=
Jordan Jensen: Take Me With You

No, altro che poco divertente. Anzi! È che Jordan Jensen è uno di quei rari esempi moderni di comica di stand-up che ha seguito l’antica parabola dei colleghi di un tempo; che si è fatta le ossa nei locali (rigorosamente fumosi) dell’area di Nashville sin dalla tenera età; che si è guadagnata le stellette sul campo aprendosi un solo podcast (decisamente sotto la media nazionale dei colleghi) e preferendo pagarsi il mutuo con un posto da comica regolare al Comedy Cellar di New York salendo sul palco tutte le sante sere, e non andando a elemosinare celebrità in tv o sui social. Jensen è una comica vecchia scuola, che antepone la qualità del suo spettacolo all’esigenza di farsi a tutti i costi notare dal grande pubblico generico affamato di tormentone che le darebbe una fama ricca, ma vuota.

" data-credits=
Jordan Jensen: Take Me With You

No, altro che ricchezza e vanità. Jensen tratta l’arte della stand-up come un crogiolo artistico dove rielaborare i temi che le stanno più a cuore e la tormentano di più; quelli della femminilità come costrutto biologico e sociale da una parte, e dall’altra quelli di una fanciullezza scombiccherata che l’hanno portata ad essere la strana adulta che è oggi, ovvero una comica purosangue che gode non poco nel titillare il pulsante del tabù annunciando al suo pubblico che ha in canna non una, non due, bensì tre battute sull’incesto paterno. Take Me With You è un ottovolante dentro al cervello di una donna che ha passato la vita ad aggiustare boccagli altrui solo per poter dimostrare a tutti che non è lella come sembra, o come si potrebbe pensare sapendo che è cresciuta con tre mamme lesbiche e un padre morto: sappiate che lei in realtà vuole sostituire il babbo che non ha avuto, non le tre mamme che sforbiciavano tra loro. D’altronde, Jensen è uscita da un’infanzia un po’ instabile ritrovandosi nel corpo di una ragazzina obesa, e crescendo ha sostituito la dipendenza dal cibo con la dipendenza dal sesso. Non bene. Visto anche che nel frattempo ha capito che essere donna è un’esperienza esilarante da tanto è complicata. E ha paura che se non avrà mai figli e non metterà a frutto le parti femminili del suo corpo preposte alla maternità, finirà con l’essere semplicemente un uomo che se la passa molto male.

" data-credits=
Jordan Jensen: Take Me With You

Ci sono innumerevoli momenti memorabili in Take Me With You, che spaziano dalla depilazione intima – con una accurata descrizione del fai da te, utilizzando gli origami per mostrare graficamente la situazione tricologica del suo pube – alla moltitudine ormonale delle donne che si tengono insieme grazie al trucco, fino al rifiuto della pornografia, che fornisce standard irreali ed è il motivo per cui i maschietti hanno imparato a masturbarsi torturandosi il pene come un fabbro ferraio con l’incudine. Lei invece, che ormai ha accettato di essere un bellissimo mostro in fase di cesellatura, si dedica alla pratica dell’autoerotismo almeno due volte alla settimana guardando il video di George W. Bush che schiva le scarpe in conferenza stampa. Forse la comicità di Jensen non è per tutti, soprattutto per chi fatica ad andare oltre la pura formalità. Ma la differenza fra provocazione gratuita e arte comica è tutta qui, in questo spettacolo in cui una ragazza si mette a nudo rielaborando in maniera umoristica traumi e cicatrici profonde. Una comica di stand-up allo stato puro.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per Film Tv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.