Il pubblico italiano ci ha messo davvero un buon tot di tempo ad accettare l’improvvisazione comica pura come forma d’intrattenimento al di fuori dei suoi ambienti naturali, il teatro e i laboratori teatrali. È stata una lunga, lunghissima rincorsa che è passata tramite il sacrifizio – ma anche quasi il martirio, volendo fare esageratamente i drammatici – di Ale e Franz, che nel 2007 rubano un format alla tv tedesca (passato anche per la Francia) e portano l’improvvisazione pura sugli schermi televisivi di Italia 1 (con Buona la prima!). Fatalità, però, il concetto di programma con cui si ritrovano a lavorare è, fondamentalmente, uno spettacolo teatrale prestato al piccolo schermo. Non c’è quasi niente del linguaggio televisivo, se non un accenno ai luoghi e ai topoi più superficiali della sitcom, e allora – nonostante Ale e Franz abbiano incassato il proiettile degli apripista in nome di tutti gli appassionati di comicità – si ritorna inevitabilmente al punto di partenza: che qua da noi si fa fatica ad accettare l’improvvisazione comica pura come forma d’intrattenimento al di fuori dei suoi ambienti naturali, il teatro e i laboratori teatrali.

Questi erano Ale, Franz e amici vari


Tutti talmente convinti da riprovarci anche più di dieci anni dopo in Rai

Con il giusto andamento paradossale che ci si può aspettare da un argomento che fa ridere, per quanto riguarda il mondo mainstream dell’improvvisazione italiana alla fine è riuscito a smuovere più acque Frank Matano piuttosto che due filologi come Ale e Franz, i quali hanno preso la tradizione comica teatrale e l’hanno tradotta in televisione con una certa dose di rispetto e modificando in maniera minima concetti e linguaggi. Matano, invece, ha annusato l’aria, ha sentito un brividino che gli correva lungo le ultime cinque vertebre, e ha percepito fosse il momento buono per fare il grande passo. Il merito è anche del successo virale di LOL - Chi ride è fuori, alla cui prima edizione italiana Matano ha partecipato con grosso entusiasmo. Anche lì si improvvisava, in maniera autarchica e quasi sadica (allo scopo di far ridere gli altri concorrenti ed eliminarli), ma c’era anche – e soprattutto, visto che gli estratti di maggior successo virale sono arrivati da lì – una discreta quantità di sketch preparati ad hoc.

Dopo LOL, però, il terreno è finalmente fertile per far arrivare in Italia (su PrimeVideo) quei format di improvvisazione comica che nel Regno Unito esistono (e funzionano alla grande) da trentacinque anni. Tutta, o quasi, farina del sacco di Dan Patterson, brav’uomo che sotto l’egida di BBC (e con la collaborazione del socio Mark Leveson) nel 1988 porta in tv Whose Line Is It Anyway?, un format geniale in cui una manciata di comici improvvisatori si alternano sul palco in quello che, a tutti gli effetti, è un gioco senza vinti e vincitori, in cui il premio in palio è l’orgoglio di essere la persona che ha fatto più ridere gli astanti. Gestiti da un mastro di cerimonie, i comici vengono forniti di spunti, cornici, stimoli, premesse di micro scenette e di tutti gli strumenti necessari per improvvisare one liner o piccoli sketch. Il tutto con un formato e un ritmo squisitamente televisivi.

Whose Line Is It Anyway? è stato solo il primo di diversi programmi – Mock of the Week, a tema satirico, e Fast and Loose, un ricicciamento con nuovi giochi – creati da Patterson per BBC e poi rivenduti in giro per il mondo. Ovunque tranne che in Italia, dove siamo arrivati solo oggi, anno domini 2022, con il più che valido tentativo di Prova Prova Sa Sa; che non si inventa niente di nuovo, anzi, ma è almeno in grado di rispettare la tradizione teatrale del genere – con la presenza nel cast di Maccio Capatadonda e Maria Di Biase – e gli esempi anglofoni da cui prende in prestito l’idea. Agli ordini di Matano, presentatore e deus ex machina del programma, abbiamo quattro comici – oltre ai due già menzionati ci sono anche Edoardo Ferrario, comico stand-up dalle innumerevoli voci, e Aurora Leone, membro dei The Jackal e tassativa quota giovani – che si immolano sull’altare dell’improvvisazione, quella particolare e capricciosa divinità dell’intrattenimento che non puoi mai sapere se farà atterrare in piedi la tua battuta o se la farà schiantare contro un muro di indifferenza.

I giochi a cui i quattro membri del cast partecipano sono quelli classici dell’improvvisazione comica, resi celebri da Whose Line Is It Anyway? In Scene da un cappello, Matano pesca alcune premesse (Come sprecare i desideri del genio della lampada, Cose da non dire quando tua moglie sta per partorire, Cori da stadio educati) che i partecipanti devono completare con una punchline sul momento. In Conferenza stampa uno dei quattro deve indovinare il suo personaggio in base alle domande degli altri tre. In Canta Canta Sa Sa trionfa il cringe (dando al programma anche una certa profondità comica) quando i quattro devono improvvisare sul momento una canzone. Il programma, quattro puntate da mezz’ora l’una, ha ritmo, idee e varietà – merito di un cast eclettico, ognuno con la propria sensibilità comica – e funziona alla perfezione, nonostante arrivi con il ragguardevole ritardo di trent’anni e passa. Ora la speranza è che il formato attecchisca, e che convinca il panorama dell’intrattenimento italiano ad accogliere definitivamente qualcosa di diverso, ma non meno esilarante.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.