SKAM Italia è stato un punto di non ritorno. Come sta il teen drama italiano, oggi?
È un genere che nel nostro paese ha finora prodotto perlopiù prodotti scadenti, pensati male da persone convinte di dover creare storie semplificate, con molta retorica e uno sguardo paternalista, confezionate come se i ragazzi fossero dei subnormali, quindi con colori speciali, musiche coccolose… Negli ultimi anni qualcuno ha provato a sovvertire questa impostazione, penso a cose come Skins Girls. Lo SKAM norvegese è stato sì una tappa fondamentale, ma mentre all’estero il testimone è stato raccolto da serie molto riuscite come Euphoria We Are Who We Are in Italia mi pare che non ne siamo stati in grado, a parte qualche eccezione. Con Prisma, però, cerchiamo di dare una dignità al racconto di questa generazione.

scena
Prisma (2022) (2022) scena

Citi modelli internazionali, ma Prisma mi sembra un prodotto con una forte specificità territoriale: il rischio era raccontare gli adolescenti di Latina come fossero quelli di Beverly Hills, insomma.
Non sento questo debito nei confronti del mondo anglosassone: a volte si tende a intendere il termine “americano” come sinonimo di “prodotto di qualità”, ma non è così. Prisma ha una confezione molto curata, questo sì, e abbiamo lavorato su un intreccio non lineare né cronologico, che non è tipico dei teen drama “vecchia scuola”. Ma credo che quello che paga sia sempre l’autenticità: Prisma punta sul locale e questa per me è una forza, non una debolezza. 

scena
Prisma (2022) (2022) scena

L’autenticità: non c’è niente di più imbarazzante di chi tenta di scimmiottare il lessico e i modi dei giovani. Come si scampa questo pericolo?
Studiando e ascoltando tanto. Per parlare di liceali quando si hanno come me 38 anni si può immaginare tutto, oppure si può fare quello che proviamo a fare noi: prendersi anche due anni per scrivere una serie di sole otto puntate, incontrando le persone, scegliendo attori che abbiano il carisma e la capacità di fare proprie le battute che uno scrive.

scena
Prisma (2022) (2022) scena

Questioni come l’abilismo o l’identità di genere vengono trattate in maniera naturale, come se l’etichetta di “serie tv queer” vi stesse stretta.
Abbiamo incontrato tanti adolescenti, e ci siamo accorti che questi erano - tra gli altri - alcuni dei problemi che si ponevano, o delle situazioni che vivevano. Ma ciò non significa che queste tematiche li definiscano in maniera totalizzante. Quando scrivi un personaggio disabile, per esempio, è importante che la disabilità non sia la sua unica caratteristica, che non ne esaurisca il potenziale.

Autore

Maria Sole Colombo

Maria Sole Colombo è nata a Lecco, ha studiato a Bologna e vive a Roma. Si è innamorata del cinema grazie a Senso di Luchino Visconti e da allora ne parla e ne scrive su Film Tv, Spietati.it, Cinefilia Ritrovata e NeuRadio. Ama i viaggi selvatici in posti in cui nessuno parla inglese, il binge watching e lo sport (da guardare, eh, non da praticare). Ironia della sorte: se potesse salvare un unico titolo dall’apocalisse nucleare, sceglierebbe Il dottor Stranamore di Stanley Kubrick.

La serie tv

locandina Prisma (2022)

Prisma (2022)

Drammatico - Italia 2022 - durata 43’

Titolo originale: Prisma

Creato da: Ludovico Bessegato

Con Mattia Carrano, Ludovico Bessegato, Lorenzo Zurzolo, Caterina Forza, Chiara Bordi, Matteo Scattaretico

in streaming: su Amazon Prime Video