Wellmania

Autrice e attrice televisiva, stand-up comedian, l’australiana Celeste Barber ha raggiunto la fama grazie al suo account Instagram, dove parodia le “pose plastiche” e artefatte delle celebrità replicandone gli scatti in versione “casalinga”, ovvero con oggetti di uso domestico e, soprattutto, col suo corpo autentico di donna “normale”.

Wellmania, dall’omonimo libro di Brigid Delaney, è la sua prima prova da protagonista, una comedy che sfrutta la medesima normalità di un corpo comico fuori contesto: quello di Barber/Liv Healy, critica gastronomica dalle abitudini alimentari & alcoliche allegramente indisciplinate costretta - dopo uno svenimento sospetto e un inghippo burocratico: non può rientrare negli Usa dalla natia Australia se non certifica la buona salute - a mettersi in forma.

Quella che parte come una - invero non originalissima - canzonatura del mondo del benessere (purghe purificanti, terapia con le coppette di vetro, l’onnipresente smart watch per contare i passi...) lascia intravvedere poco a poco una narrazione ben più complessa, perché nell’ossessione della famiglia di Liv per il salutismo, così come nel programmatico autosabotaggio della protagonista, si annidano traumi e paure recondite, che rendono la commedia via via più acuminata e dolente, grazie anche all’ottima e sfumata prova di Barber (tra le guest anche una spassosa Miranda Otto). Il modello è quello di Phoebe Waller-Bridge e Michaela Coel; meno feroce, meno scorretto, ma altrettanto schietto nel dar vita a un ritratto femminile mai banale, che mette in scena con intelligenza la costellazione di aspettative e sindromi dell’impostore con cui convivono le donne millennial.

La serie tv