Carta per fotoromanzi

Enfatico come ci si può aspettare dal Lester Burnham della tv grossolana, Berlino torna post La casa di carta per raccontare in prima persona una delle sue rapine passate più rocambolesche. Per fugare ogni possibile dubbio sui livelli di sottigliezza dello spinoff prequel a lui dedicato, spiattella entro i primi tre minuti, sottolineandola con il pennarello grosso, la tesi su cui si baserà la prevedibile parabola dei personaggi nella serie, al cui culmine - pacchiano e coerente - verremo ricompensati con una versione spagnola di Felicità che grida vendetta: la vita va vissuta bruciando di passione, e non c’è niente di più entusiasmante di un amore intensamente folle o di un lavoro che paga 10 milioni di euro.

Ancora meglio se i milioni di euro sono 44: tanto vale la collezione di gioielli reali provenienti da tutta Europa, che per un breve lasso di tempo verranno ospitati nel caveau della più importante casa d’aste di Parigi. Ma altrettanto vale l’infatuazione, improvvisa e inaspettata, per la giovane e irrequieta moglie del direttore della suddetta casa d’aste, prontamente sedotta da Berlino grazie a un romantico mix di sorveglianza e stalking pressante. Non importa che la tresca metta a repentaglio la riuscita del piano e l’incolumità degli altri membri della banda, né importano i vuoti di sceneggiatura e una certa glorificazione di comportamenti adolescenziali tossici e pericolosi: l’unica cosa che conta è bruciare di passione, vivere d’istinto e poi, a danni fatti, lasciare che la razionalità - e soprattutto la fortuna - rattoppino la situazione. Puro escapismo privo di qualsiasi nutriente. Il grasso saturo industriale delle serie tv.

La serie tv