A Toronto, non molto tempo fa, vive un ragazzo di nome Scott Pilgrim: slacker ventitreenne, s’è installato a casa dell’amico Wallace, fa il bassista in una scalcagnata band punk rock, esce senza troppa convinzione con una liceale. Un giorno, però, incontra la ragazza dei suoi sogni: letteralmente, perché Ramona Flowers, capelli multicolor, pattini ai piedi, coolness innata, utilizza il subconscio (non esattamente affollato) di Scott come scorciatoia per il suo lavoro da fattorina. Scattano le scintille - di nuovo, letterali - ma per coronare il suo sogno d’amore Scott deve prima sconfiggere in combattimento la Lega dei sette malvagi ex di Ramona. Questa storia l’abbiamo già letta, e/o vista: nei fumetti anni Zero di Bryan Lee O’Malley, nell’adattamento cinematografico Scott Pilgrim vs. the World firmato da Edgar Wright nel 2010 (con Speed Racer delle Wachowski, la cosa più simile a un cartoon in live action), e pure in un videogame e in un corto animato usciti parallelamente al film.
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E ora anche in questa serie anime, realizzata per Netflix dall’acclamato studio giapponese Science Saru (Devilman Crybaby, Inu-Oh, Star Wars: Visions), con lo stesso Lee O’Malley (con BenDavid Grabinski) alla sceneggiatura, Edgar Wright come produttore esecutivo e l’intero cast del film - all’epoca, un campionario di future star - a riprendere i rispettivi ruoli vocali. Ma la storia di Scott Pilgrim: La serie, nonostante il marketing e il titolo italiano, non è quella che conosciamo: l’episodio pilota ripercorre passi noti con variazioni minime, ma poi, alla fine della puntata, proprio come in un videogame (o in un librogame?), l’esito diverso della prima sfida cambia tutto.
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Spoiler inevitabile (ma già nel titolo originale): Scott Pilgrim takes off, cioè “se ne va”, e la serie decolla in direzioni inaspettate. Spariti il centro e il motore dell’azione, eliminato il giocatore, lo spazio allargato della narrazione seriale si scopre perfetto per nuovi protagonisti. Gli NPC (i non-playable character) si trasformano in player (con, almeno nel caso di Knives, una sovrapposizione tra i diversi significati di to play), i cattivi in antieroi, i testimoni in narratori; il picchiaduro diventa un whodunit, la “ragazza-premio” una detective dilettante (e personaggio principale).
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Eppure Scott Pilgrim resta Scott Pilgrim - per dirne una: continua a esserci almeno un combattimento a episodio, e in alcuni casi l’inventiva figurativa è esaltante, come lo scontro nella videoteca che attraversa schermi e generi cinematografici. Anzi, la mutazione in serie anime chiude alla perfezione il cerchio con le origini del fumetto, che proprio a quella tradizione, oltre che alla game culture, guardava; e ovviamente la già spessa carica metatestuale si stratifica ulteriormente, imboccando strade spericolate (il set del film su una versione alternativa della vicenda...) e facendosi commento esplicito all’eredità che quest’opera pop nel frattempo ha lasciato. Soprattutto, però, Scott Pilgrim non perde il suo cuore (né la sua ironia): il suo coming of age sepolto sotto chili di gag semplicemente si espande, matura, scopre che, di crescere, è possibile - e auspicabile - non smettere mai.
La serie tv
Scott Pilgrim: La serie
Animazione - USA, Canada, Giappone 2023 - durata 27’
Titolo originale: Scott Pilgrim Takes Off
Con Mary Elizabeth Winstead, Satya Bhabha, Kieran Culkin, Chris Evans, Anna Kendrick, Brie Larson
in streaming: su Netflix Netflix basic with Ads
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