Modesta nasce il 1° gennaio 1900 e attraversa il secolo breve con titanica ambizione e passioni viscerali, in ossimorico attrito col suo nome di battesimo: dalla campagna siciliana al convento fino alla villa di una principessa, la prima parte (di quattro totali) del grande romanzo di Goliarda Sapienza (scritto negli anni 70 e pubblicato postumo solo nel 1998) è un coming of age sensuale e incrudelito, ed è su quei capitoli, sui primi vent’anni di Modesta, che si sofferma (sfiorando appena l’inizio della seconda parte) la serie di Valeria Golino (che firma tutti gli episodi tranne il quinto, diretto da Nicolangelo Gelormini).

Valeria Golino, Tecla Insolia
L'arte della gioia (2024) Valeria Golino, Tecla Insolia

Insaziabile e intelligentissima, la protagonista cresce nella violenza e impara sin da bimba a difendersi dalla brutalità e dall’ottusità del genere umano tramite uno sguardo attento e una precoce arte manipolatoria: Modesta sa come si comporta una donna per bene, e sa fingere di esserlo, alla bisogna, mentre sceglie di essere, in privato, semplicemente una donna libera. Prende per sé tutto ciò che vuole: il piacere, il denaro, la cultura, l’indipendenza, sfuggendo a una famiglia d’origine povera e brutalizzante, alle penitenze di una vita da novizia e poi al giogo di un matrimonio di convenienza, protendendosi con voracità verso quel futuro che, lo sa, le appartiene. La serie Sky, patinata e con alti valori produttivi, a livello comunicativo ha puntato molto - forse un po’ troppo - sui contenuti erotici del libro, a partire dallo slogan «dallo scandaloso romanzo di Goliarda Sapienza» e dalla locandina con suora ammiccante e “sorrentineggiante”; ma Golino sa bene che il cuore pulsante di L’arte della gioia non è la pur presente curiosità e bramosia che contraddistingue la bisessuale Modesta, quanto il suo essere fuori dalle norme sociali e dunque aliena, mostruosa, inaccettabile: una parente, a ben vedere, di Bella Baxter, una povera creatura che guarda con raccapriccio e noia le vite oppresse di chi la circonda, e che di quei lacci stretti della buona creanza fa un catartico falò.

Tecla Insolia, Alma Noce
L'arte della gioia (2024) Tecla Insolia, Alma Noce

Così gli autori della serie affilano i lati dark, rendendo Modesta più esplicitamente colpevole delle tante morti che costellano la sua arrampicata sociale, e avvolgono il respiro da sceneggiato d’altri tempi di atmosfere sovrannaturali, quasi horror (la Modesta di Sapienza, d’altronde, appena aveva accesso alla letteratura consumava avidamente i racconti di Edgar Allan Poe), e di citazioni cinematografiche d’effetto (Narciso nero, nella scena clou che coinvolge la suor Leonora di Jasmine Trinca). Fino ad arrivare, negli ultimi due episodi (dominati dalla presenza di una strepitosa Valeria Bruni Tedeschi, semplicemente perfetta per il ruolo della principessa Brandiforti), a una coraggiosa ibridazione quasi distopica, che sfrutta la comparsa dell’influenza spagnola a Catania per evocare scenari dell’era COVID-19, dichiarando di fatto la modernità estrema di Modesta. Un tipo di donna - ruvida e spigolosa, seducente e respingente - che nel cinema italiano non si vede mai, e che approda al grande schermo, non a caso, in una serie.

Autore

Ilaria Feole

Ilaria Feole è nata nell’anno di Il grande freddo, Il ritorno dello Jedi e Monty Python – Il senso della vita e tutto quello che sa l’ha imparato da questi tre film. Scrive di cinema e televisione per Film Tv e Spietati.it. È autrice della monografia Wes Anderson - Genitori, figli e altri animali edita da Bietti Heterotopia.

La serie tv

locandina L'arte della gioia

L'arte della gioia

Drammatico - Italia 2024 - durata 58’

Titolo originale: L'arte della gioia

Regia: Valeria Golino, Nicolangelo Gelormini

Con Tecla Insolia, Valeria Bruni Tedeschi, Alma Noce, Nika Perrone, Giuseppe Spata, Jasmine Trinca

Al cinema: Uscita in Italia il 30/05/2024