Per fare qualcosa di completamente diverso, almeno sotto il profilo puramente visivo, integriamo il formato, ma solo oggi, del solito diario di bordo con alcune belle foto scattate da Giorgia Carena, la fotografa di Film Tv a Venezia. Per ogni foto, come se fosse una didascalia, aggiungiamo una nota che introduce film o personaggio e che rimanda e riprende alcuni degli articoli pubblicati fino ad oggi dai nostri inviati.

E via, iniziamo.

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Adam Driver a Venezia - Foto di Giorgia Carena

Con un incipit patinato e a rischio scult, il nuovo, attesissimo, lavoro del gran regista Michael Mann, fa storcere il naso a molti spettatori e rimanda inesorabilmente (anche a causa della presenza del medesimo protagonista, Adam Driver, molto preso nel ruolo) al pacchiano, ma non pessimo, Gucci di Ridley Scott, girato solo un paio d’anni prima. Poi però la sensazione scema, Ferrari accelera, ma qualche rimasuglio di quella sensazione (Mann ricrea l’Italia di una volta come il sogno di una cultura di provincia che si affaccia sull’alba della tecnica, dice Pier Maria Bocchi) si trasforma in polemica: perché non fanno fare gli italiani agli italiani?

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Caleb Landry Jones e Katya Zvereva - Foto di Giorgia Carena

Dogman di Luc Besson non è un film che parla di un trauma che crea un uomo problematico; è un film su un uomo problematico con delle origine traumatiche, e c’è l’idea di scoprirne semplicemente la storia come con la costruzione di una mitologia. E questo uomo problematico è interpretato esattamente da Caleb Landry Jones, attore che su questo tipo di ruoli ha già fatto palestra con il Cronenberg di Antiviral. Una volta affidato il ruolo alle sue mani, a Besson, interessa ricamare il ritratto umanissimo di un personaggio complesso, delineandone il commovente percorso di riscatto e realizzazione personale. E costruisce così un appassionante, (in)verosimile racconto dominato da un Caleb Landry Jones da premio. Coppa Volpi in arrivo?

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Pierfrancesco Favino - Foto di Giorgia Carena

I naufraghi non si lasciano affogare, anche se sono nemici, perché “Io sono un uomo di mare” scandisce con cadenza veneta Pierfrancesco Favino nella divisa di Salvatore Todaro, capitano del sommergibile Cappellini della Regia Marina militare, anno 1940. (...) Ma il natante affonda sotto il peso di un mandolino, segno del bel paese e dell’orgoglio militare, sacrifici, denti stretti, retorica visiva, dice Mariuccia Ciotta a proposito di Comandante, il film di De Angelis presentato in Concorso nella giornata di apertura. Ma il film e quel gesto di compassione chiede riflessioni alla politica odierna. Un messaggio di speranza e misericordia che pone in secondo piano la solita tendenza, tutta italica a scaricare il barile delle responsabilità, replica obyone nella sua appassionata recensione.

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Stefano Sollima - Foto di Giorgia Carena

Dopo A.C.A.B. (2012) e Suburra (2015), Adagio riporta nelle strade romane il bravo e dinamico regista Sollima, capace di dirigere un noir davvero ben congegnato, ambientato in una capitale prevalentemente sprofondata nelle tenebre ed accerchiata dalla luce sanguigna di un potente incendio che non si riesce a domare. Se alan smithee ci fa pensare ad un riuscito noir italiano sulle tracce di L’ultima notte di Amore, Sangiorgio smonta un po’ l’aggettivo riuscito chiosando che nel film di Sollima il noir è pece, copia di copia rassegnata, il determinismo meccanico, l’incedere scontato e dunque implacabile.

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Yorgos Lanthimos - Foto di Giorgia Carena

Sì, immaginiamo che avreste preferito vedere l’attrice Emma Stone invece della mente che sta dietro a Povere creature! Ma a causa degli scioperi che agitano il mondo dello spettacolo gli attori a Venezia sono molto pochi. E quindi approfittiamo per presentarvi Povere creature! insieme a Yorgos Lanthimos, ossia come dice EightAndHalf: il regista greco più ricercato degli ultimi anni, un cast stellare, tanto sesso: il film è la definitiva parodia degli approcci entomologici, cinici e sfibranti della New Wave greca, abbandonato a una brillantezza caricaturale che non fa sconti a nessuno. E che, come dice Marco Grosoli, farà ricredere chi ha sempre accusato Lanthimos di cinismo.

Ovviamente non è tutto qui, c’è molto altro da leggere.
Le recensioni del settimanale Film Tv sui film in Concorso a Venezia 2023.
Le recensioni degli utenti della Community sui film programmati nelle varie sezioni a Venezia 2023.