Dopo ventidue anni, Concorto è ormai una realtà solida, radicatasi nel tempo e nel territorio. Come è iniziato tutto?
Concorto è nato all’interno della Festa dell’Unità di Pontenure, nel 2002, come rassegna parallela e non competitiva. Era un periodo di grande partecipazione. Dopo l’orario della cena, la gente prendeva posto davanti allo schermo e si godeva i cortometraggi selezionati. Capimmo subito che il format funzionava. Negli anni successivi abbiamo sperimentato qualche serata al Parco Raggio, che dal 2009 è diventata la nostra location principale.

" data-credits=
Concorto Film Festival



È stato allora che avete iniziato ad arricchire la kermesse con gli incontri, i workshop, i concerti, e le altre attività collaterali?

La location del parco ci consentiva di pensare più in grande, ma il punto è che negli anni, Concorto si è espanso, è cresciuto, si è consolidato. Abbiamo aggiunto le proiezioni pomeridiane, l’area food&drink, i concerti, gli eventi speciali. Le uniche matrici originali di Concorto rimaste invariate dall’inizio - oltre ai corti - sono le sonorizzazioni dal vivo dei film del passato. Nella serata del 25 Agosto, alle ore 22, Karim Qqru degli Zen Circus sonorizzerà Le avventure del principe Achmed (1926) di Reiniger e Koch.

scena
Le avventure del principe Achmed (1926) scena


Pur restando legato a un territorio specifico, Concorto è una ricca finestra sul cinema internazionale. Come interagiscono queste due dimensioni?

Dopo 22 anni, siamo ancora a Pontenure, a cui siamo legatissimi. Il nostro obiettivo è offrire titoli di qualità ad un pubblico non prettamente cinefilo. Il vantaggio di luoghi come questi è la possibilità di preservare una dimensione informale e accogliente. Se avessimo red carpet, premi alla carriera e grandi star, questo valore si perderebbe. È un Festival conviviale, ma la nostra programmazione non si può definire popolare. Prediligiamo nuovi approcci, nuove forme espressive e di ricerca. Il nostro obiettivo non è andare incontro al pubblico. È bello pensare di far arrivare a persone del territorio un cinema anche complesso, con il quale altrimenti non entrerebbero mai in contatto.

Come è cambiato il pubblico negli anni?

È cresciuto. Quest’anno abbiamo raggiunto un record di partecipazioni. Ci sono molti più giovani rispetto al passato. Ma c’è anche tanto pubblico affezionato già dalle prime edizioni, spettatori che in qualche modo sono cresciuti con noi. In questo senso Concorto ha anche una dimensione didattica, non solo per le iniziative rivolte ai più piccoli, o per il corso di critica cinematografica, ma per l’educazione allo sguardo, attraverso i film, verso un cinema che spesso viene ignorato.

" data-credits=
Pássaro Memória


Il cinema brasiliano, ad esempio?

Ogni anno dedichiamo un focus ad una cinematografia nazionale solitamente poco distribuita e conosciuta. Quest’anno il focus è sul Brasile, un paese ricco di produzioni molto attente ai cambiamenti di un presente complesso. Nella serata conclusiva del 26, proietteremo Fantasma Neon del giovane Leonardo Martinelli (presente anche in concorso con Pássaro Memória), vincitore del Pardino d’oro al Festival di Locarno 2019: un musical incentrato su un giovane rider che desidera una moto, esempio calzante di un cinema coreografico, vivace ma comunque politico.

Potremmo dire che lo sguardo al presente, nei suoi temi più urgenti, sia una cifra di Concorto. Anche nelle sezioni non competitive...

Ad esempio, la sezione Supernature, che abbiamo ormai da qualche anno, riflette in modo sperimentale sull’ecosistema terrestre, sul rapporto tra uomo e natura e sui cambiamenti climatici. In Guilty Pleasures si indaga la sessualità, la rappresentazione del corpo, la relazione tra pornografico ed erotico. Sono temi la cui urgenza spesso contagia la forma, i linguaggi. In Mnemosyne ci sono opere di found footage, una pratica in uso da molto tempo, ma che riflette un sentimento molto attuale di retromania diffusa. In generale però, tutto quello che proponiamo al pubblico vuole essere un cinema non solo recentissimo, ma soprattutto incollato al presente, capace di toccare i temi pulsanti dei conflitti che viviamo oggi.

scena
Night Shift (2015) scena


41 film in concorso e più di ottanta fuori concorso: un programma corposo. Come si svolge la fase di selezione?

Iniziamo l’attività di pre-selezione a febbraio per concluderla a pochi giorni dall’inizio del festival, dopo la fine di Cannes e Locarno, in cui spesso capita di trovare delle chicche. Per farti un esempio, il 25 sera, verrà proiettato Night Shift, l’opera di Kayije Kagame (protagonista di Saint Omer di Alice Diop) e di Hugo Radi. In tutto, abbiamo visionato circa 2300 titoli.

È la parte organizzativa più difficile?

È un grande lavoro, ma il lato più difficile rimane la sensibilizzazione del pubblico alla forma breve. Girando i Festival in Europa ho notato come in altri paesi il cortometraggio goda di un’attenzione maggiore. In Italia, paradossalmente il paese europeo con più festival dedicati ai corti, il grande pubblico fatica ancora a considerarlo “cinema”, quando in realtà, oltre ad essere un’ottima palestra sperimentale, offre uno spaccato sulle nuove creatività giovanili. Un regista come Lav Diaz, abituato a dirigere film spesso molto lunghi, ha ragione a dire che è sbagliato etichettare un prodotto creativo. Che duri sette minuti, o undici ore, sempre di cinema si tratta. Il mio proposito per il futuro di Concorto è proprio di continuare a sensibilizzare al cinema breve, dargli più eco, divulgarlo a più persone possibile.

Concorto Film Festival - sito ufficiale

Autore

Matteo Bonfiglioli

Appassionato lettore delle tramette di Film Tv fin dalla tenera età, laureato all'Accademia di Belle Arti di Bologna e alla IULM di Milano, è un critico cinematografico sulla carta, un critico televisivo in tv, un monologhista in teatro, un moderatore su un palco e un proiezionista in cabina. Scrive del mondo per scrivere di sé. E viceversa.