CinemAmbiente, il programma
di Giulia Bona

Sotto il buon auspicio dello slogan «For a Green Era» torna CinemAmbiente, fino al 12 giugno 2022 al cinema Massimo di Torino. Quest’anno il festival compie 25 anni, «un traguardo importante», dice il direttore Gaetano Capizzi, «l’occasione per un bilancio»: non solo per ecografare lo stato di salute del pianeta, ma soprattutto per mappare l’evolversi del cinema ambientale, sempre più attento a registrare (e prevedere) nodi centrali della nostra era.

Le due sezioni del concorso, documentari e corti, tracciano allora una rete di interconnessioni tra locale e globale, natura ed economia: fra i nove doc in gara convivono, per esempio, il ritratto di due coniugi che in Myanmar estraggono petrolio da un pozzo vicino a casa (A Thousand Fires di Saeed Taji Farouky) e quello della generazione di giovanissimi impegnati a protestare per l’emergenza climatica (Tout commence di Frédéric Choffat); accanto alla storia del carbonio di Carbon: The Unauthorised Biography di Niobe Thompson e Daniella Ortega c’è quella idrografica di River di Jennifer Peedom e Joseph Nizeti; e trovano spazio luoghi remoti, l’immenso “parco glaciale” Pleistocene Park e il piccolo ecosistema della Sable Island in Nuova Scozia ripreso in 16 mm da Jacquelyn Mills in Geographies of Solitude.

Tra i 19 corti si riflette poi sul rapporto uomo-ambiente (Haulout di Evgenia Arbugaeva e Maxim Arbugaev, su un biologo marino che studia l’arrivo dei trichechi nelle coste della Siberia orientale) e sul cinema come sperimentale lente d’ingrandimento delle metamorfosi naturali (Black Summer - Australia 2019-2020 di Felix Dierich narra gli incendi in Australia attraverso le immagini di un satellite meteorologico, mentre Wrought di Anna Sigrithur e Joel Penner sfrutta il time-lapse per mostrare la decomposizione del cibo).

Le altre sezioni non competitive completano il programma: Made in Italy, vetrina per i film nostrani, Panorama, che propone inediti e classici da riscoprire (tra cui 2022: I sopravvissuti di Richard Fleischer) e omaggia quest’anno Franco Piavoli, la Virtual reality e, per i più piccoli, Ecokids. Attorno alle proiezioni, gravitano incontri ed eventi (i due panel con l’ambientalista indiana Vandana Shiva e la masterclass con il regista Werner Boote, anche in giuria), oltre alla mostra del concorso Environmental Photographer of the Year (fino al 31 agosto), con 30 opere selezionate tra le finaliste delle ultime due annate del premio.



Franco Piavoli, una voce nel tempo



di Emiliano Morreale

Quando nel 1984, nel panorama catatonico del cinema italiano, uscì Il pianeta azzurro, intorno al suo autore si creò subito un piccolo mito. Franco Piavoli aveva 51 anni ed era al suo primo lungometraggio. Insegnante delle superiori, autore di piccoli documentari in formato ridotto nei decenni precedenti, era stato spinto a esordire nel lungometraggio da Silvano Agosti, che gli aveva fornito la macchina da presa, una Arriflex 16 mm, lo aveva aiutato nel montaggio e programmerà continuamente il film nel proprio cinema, battezzato in suo onore Azzurro Scipioni.

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Scena di Il pianeta azzurro di Franco Piavoli

Il pianeta azzurro era un’opera unica, in effetti: un poema, esplicitamente lucreziano e leopardiano sulla natura, tutto girato dalle sue parti in località Valbruna, tra Brescia e Mantova, a descrivere una giornata che era la storia del pianeta tutto. Acque, insetti, animali, il lavoro umano nei campi, il sesso (c’è una scena d’amore citata poi da Luca Guadagnino in Io sono l’amore), in un’osservazione cosmica e microscopica, che miracolosamente evitava ogni estetismo e si apriva a una dimensione di paradossale, sontuosa spettacolarità.


A suo modo il cinema di Piavoli, per il quale si possono trovare poche e indirette parentele (i documentari di Joris Ivens, certe cose di Olmi o addirittura di Tarkovskij, che infatti fu un suo grande ammiratore), è un modello per molto cinema successivo che si fermi a guardare il rapporto tra gli uomini e l’ambiente. Con l’ausilio della moglie Neria Poli, Piavoli ha girato poi tre lungometraggi, Nostos - Il ritorno (1989), rivisitazione del mito di Ulisse che è ancora una volta canto sulla natura di struggente bellezza (e per una volta con un attore protagonista, il Luigi Mezzanotte reduce da Carmelo Bene e dalla leggendaria compagnia D’Origlia-Palmi), Voci nel tempo (2002) e Al primo soffio di vento (1996), racconto di una domenica, di una famiglia in campagna in sospesa solitudine. Un unico lungo film, in fondo.

Voci nel tempo, riproposto adesso all’edizione n. 25 di CinemAmbiente in omaggio all’autore oggi alle soglie dei novant’anni, è una specie di remake di Il pianeta azzurro (o di sequel del film successivo), con gli abitanti di Castellaro Lagusello, vicino al lago di Garda. Le figure sono in maggiore rilievo, ma usate, nelle parole e nei gesti, come parte del paesaggio, del ritmo, ancora una volta con un lavoro sul suono che prende, come ogni inquadratura, spessore e intensità. Il mondo contemporaneo entra nel film, coi suoi telegiornali, i suoi balli latini, il suo abbigliamento.

A rivedere i film di Piavoli, partendo magari proprio da Voci nel tempo, colpisce proprio il suo essere padano, non esotico, il cercare il confronto con la natura nel mondo vicino, e addirittura in un mondo che è inesorabilmente solcato dal progresso, e mutato. Il tempo sempre ciclico di Piavoli (le stagioni, le giornate) allude per rimozione al tempo della storia, e quel soffermarsi su luoghi fuori del tempo ha come un magone, perché presuppone e accompagna la loro scomparsa. Specie in Voci nel tempo, che ha come l’andamento di un lungo addio, anzi a tratti davvero di un ballo d’addio.

E forse a rendere più struggenti quei film è la densità della pellicola, anzi nei primi film un 16 mm povero che ha una resa sontuosa (Piavoli è anche direttore della fotografia): la “pasta” di cui sono fatti quei film ha oggi per noi una patina fisica di passato, come le cose che vi sono impresse.




I FILM DI FRANCO PIAVOLI

locandina Il pianeta azzurro

Il pianeta azzurro

Documentario - Italia 1981 - durata 85’

Regia: Franco Piavoli

locandina Nostos - Il ritorno

Nostos - Il ritorno

Avventura - Italia 1989 - durata 87’

Regia: Franco Piavoli

Con Luigi Mezzanotte, Franca De Camargo, Alex Carozzo

locandina Voci nel tempo

Voci nel tempo

Documentario - Italia 1996 - durata 86’

Regia: Franco Piavoli

Con Attori non professionisti

locandina Al primo soffio di vento

Al primo soffio di vento

Drammatico - Italia 2002 - durata 85’

Regia: Franco Piavoli

Con Primo Gaburri, Mariella Fabbris, Ida Carnevali

Al cinema: Uscita in Italia il 26/09/2003