Nel 1999, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclama il 25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. La data omaggia le sorelle Mirabal, impegnate contro la dittatura di Rafael Trujillo nella Repubblica Dominicana e brutalmente assassinate il 25 novembre 1960. Dopo una visita ai mariti, oppositori politici in carcere, furono fermate lungo una strada di campagna e massacrate a colpi di machete. L’ordine proveniva dal dittatore in persona e fu eseguito dai suoi militari. Non andrà meglio altrove, non va meglio altrove. La storia è nota, la solita brutta storia.

Almeno fino al sisma del 2017 che rivela improvvisamente «un aspetto del mondo che salta agli occhi e che prima non vedevamo», secondo le parole di Simone de Beauvoir. Editori, registi, autori hanno effettivamente aperto gli occhi, sfruttando l’ondata di #MeToo o #balancetonporc con vari gradi di successo e “saggi” legati a tematiche femministe. Ma sono soprattutto le autrici a deflagrare silenzio e omertà con opere vertiginose come quella di Alice Diop, Saint Omer (su The Film Club), un film straordinario sulla maternità, a partire da un infanticidio. Ispirato a un terribile fatto di cronaca, il primo lungo di finzione di Diop ci inchioda in un’aula di tribunale, dove la materia infinitamente complessa di un’esistenza ci travolge, trascinando con sé il suo corteo di follia, solitudine, mancanza d’amore, che non è estranea alla storia coloniale della Francia e al razzismo. Il punto di ingresso in questa storia non è il personaggio interpretato con magnifica opacità da Guslagie Malanda, ma quello di una scrittrice incarnata da Kayije Kagame, alter ego della regista e giovane donna nera francese, incinta di un bambino meticcio.

Dopo una breve sequenza la cui natura volutamente onirica evita gli errori della ricostruzione del crimine, il film debutta davvero in un’aula dove la protagonista discute di Marguerite Duras, mentre dietro di lei scorrono immagini d’archivio di donne rasate alla Liberazione. L’estratto è un richiamo all’appetito popolare per il linciaggio, ma delinea anche l’abbozzo di un progetto, quando la protagonista decide di recarsi al processo per sublimare la realtà e rendere la donna colpevole «non solo un’eroina, ma un soggetto in stato di grazia».

Frontali e dirette sono pure le altre due opere del catalogo The Film Club consigliate per il 25 novembre: Leggere Lolita a Teheran di Eran Riklis e Veleno di Diego Olivares, sguardi maschili che donano una forma (più convenzionale) alla collera femminile. Se il primo è un racconto di sopravvivenza in Iran, nella sfera pubblica, privata e intima, subito dopo il 1979 e l’ascesa al potere dei fondamentalisti, il secondo racconta la resistenza di una giovane donna nel casertano, avvelenato dalle discariche abusive. Golshifteh Farahani a Teheran e Luisa Ranieri nella Terra dei fuochi rendono un fervente e luminoso omaggio a tutte quelle donne che, ieri come oggi, hanno rifiutato di sottomettersi.
Il 25 novembre su The Film Club
Saint Omer
Drammatico - Francia 2022 - durata 122’
Titolo originale: Saint-Omer
Regia: Alice Diop
Con Kayije Kagame, Guslagie Malanga, Fatih Sahin, Berkay Akinci, Atillahan Karagedik, Salih Sigirci
Al cinema: Uscita in Italia il 08/12/2022
in streaming: su Raro Video Amazon Channel Amazon Video Google Play Movies Rakuten TV Apple TV Timvision
Leggere Lolita a Teheran
Drammatico - Regno Unito 2024 - durata 108’
Titolo originale: Reading Lolita in Tehran
Regia: Eran Riklis
Con Golshifteh Farahani, Zar Amir Ebrahimi, Reza Diako, Ash Goldeh, Mina Kavani, Raha Rahbari
Al cinema: Uscita in Italia il 21/11/2024
in streaming: su Google Play Movies Apple TV Timvision Chili Amazon Video




Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta