Linhas tortas, cioè linee storte, è il titolo originale di Destini imprevisti, il film portoghese vincitore di ArteKino, festival di cinema d’autore europeo, digitale e gratuito, curato dal canale culturale Arte.tv. L’ha diretto nel 2019 la regista Rita Nunes, che essendo nata nel 1975 e avendo cominciato a lavorare alla fine degli anni 90 difficilmente non conosce il cinema del connazionale Alberto Seixas Santos, e in particolare l’ultimo suo film, Mal, che nel 1999 partecipò in concorso alla Mostra di Venezia.

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Mal

Tra i due titoli corrono vent’anni, ma è come se per Nunes la sola cosa a essere nel frattempo cambiata sia l’effetto dei social network sulla vita delle persone: esistenze reali, affiancate a quelle virtuali, che fanno vivere alle persone esperienze molteplici il cui unico risultato è quello di aumentare il sentimento d’alienazione e di separazione dalla realtà del mondo. Per il resto, nulla o quasi è cambiato nella Lisbona di ieri e di oggi, con i personaggi di Destini imprevisti e di Mal - film che a fine anni 90 abbracciava la moda dei racconti corali alla Magnolia e coglieva l’impasse esistenziale di un’intera città - sempre coinvolti in un incessante movimento che intreccia le linee esistenziali senza alcun principio razionale.

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Destini imprevisti

Uno dei protagonisti di Destini imprevisti sembra del resto un reduce di quell’epoca: ha una sessantina d’anni, si chiama Antonio, è un giornalista famoso che col tempo ha perduto lo slancio progressista e, come molti della sua generazione, di fronte alla crisi della democrazia liberale (e di fronte alla propria crisi personale) si è arroccato su posizioni populiste. Su Twitter si nasconde dietro l’account Rasputin, da cui proclama il suo pensiero contro corrente, mentre a casa - in un grande ed elegante appartamento - non fa nulla per dimostrare la lontananza dalla moglie e dal figlio Pedro, che ha una trentina d’anni e ancora vive coi genitori...

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Destini imprevisti

Incuriosito dal like di una follower, Antonio conosce virtualmente Sonia, giovane attrice di teatro che si mantiene lavorando come cameriera, e con lei instaura una relazione a distanza, con lui che conosce e spia lei e lei che invece ignora tutto... Il melodrammatico titolo italiano suggerisce come la vicenda prenda un piega che ingarbuglia i destini in modo tanto drammatico quanto ironico, finendo per dare ragione alla sconsolata visione di Antonio e per abbandonare Sonia a un’incertezza e a un senso di vuoto che nulla potrà colmare.

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Destini imprevisti

La sofferenza della giovane donna sarà silenziosa, invisibile, come invisibile, del resto, resterà per lei l’identità dell’uomo di cui si era innamorata: Nunes ha gioco facile a rappresentare questa fatale incertezza nel modo più freddo possibile, con uno stile indagatore, fatto di primi piani e, all’opposto, di campi lunghi che isolano le figure nel paesaggio. E più che Seixas Santos, che due decenni fa aveva comunque colto come molti altri il progressivo scollamento fra realtà e rappresentazione, il cinema di questa regista ricorda soprattutto Antonioni, semplicemente aggiornandolo alle parole e alle mode del nostro tempo. Un po’ poco, onestamente.  

Autore

Roberto Manassero

Roberto Manassero lavora come selezionatore al Torino Film Festival, è capo-redattore del sito www.cineforum.it e collaboratore delle riviste Film Tv e Doppiozero. Ha scritto un libro su P.T. Anderson, uno su Hitchcock e uno sul melodramma hollywoodiano. Tra i curatori del programma del Circolo dei lettori di Novara, tiene lezioni di cinema in scuole, musei e associazioni cultura.

Il film

locandina Destini imprevisti

Destini imprevisti

Drammatico - Portogallo 2019 - durata 68’

Titolo originale: Linhas Tortas

Regia: Rita Nunes

Con Joana Ribeiro, Américo Silva, Ana Padrao, Miguel Nunes, Manuel Wiborg, Maria Leite