Vincitore del premio del pubblico al Festival di Annecy del 2017 e del miglior cortometraggio d’animazione ai premi César nel 2018, Grandpa Walrus di Lucrèce Andreae (in streaming gratuito su arte.tv) è una discesa agli inferi che comincia come una commedia grottesca e si muove lentamente dall’esterno fino al suo epicentro, quando un’esplosione drammatica, una manifestazione terrena di quella che sembra essere una magia oscura non risparmierà nessuno dei suoi protagonisti, i membri di una famiglia (due sorelle, due fratelli, una madre e una nonna) che compongono un grottesco corteo funebre sulla spiaggia in pieno autunno.

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Grandpa Walrus

Qui, tra le nuvole grigie e il cielo monocromo di un paesaggio autunnale dipinto come un quadro ad acquerello, la famiglia vorrebbe celebrare la scomparsa del nonno, portando con sé le sue ceneri fino a quel momento conservate in un’urna in seguito alla cremazione. La spiaggia è tenebrosa, le onde sono increspate dall’aria e tra la sabbia i mozziconi di sigaretta portati dal vento (o dalla nonna?) hanno disegnato la sagoma di un uomo disteso, l’altare di un uomo che ha fumato “fino a crepare” (ci informa la figlia).

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Grandpa Walrus

Qui, l’anziana, in un atto di follia, ruba l’urna del marito defunto e corre divincolandosi dalle grinfie della figlia per liberare le ceneri, le quali, però, trascinate dal vento, finiranno col posarsi sul corpo dei figli. Da questo momento, come in un’allucinazione causata dal contatto diretto con la morte, la famiglia si separerà, sparpagliandosi per le varie zone del litorale (tra le dune, in riva al mare o addirittura sottoterra) e la spiaggia si farà luogo di allucinazione, un limbo in cui i fantasmi di ciascuno di loro sarà libero di manifestarsi. Ci sarà chi incontrerà nuovamente il nonno ma sotto spoglie animali (quelle di un tricheco, più precisamente), chi sarà attratto eccessivamente dalla spuma di mare, chi si vedrà minacciato dai coralli e dalle alghe.

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Grandpa Walrus

Il film, fotografato in una luce adamantina e attraversato dall’inizio alla fine dai suoni delle onde del mare che lasciano spazio solo nel finale a lacrime prima trattenute e poi scroscianti recupera il realismo magico di un altro film di animazione in 2D (casualmente, sempre del 2016) come La tartaruga rossa di  Michaël Dudok de Wit e si propone come un apologo sull’elaborazione del lutto ma anche come memento mori: il corto comincia nella dissimulazione, nel tentativo di madre e figli di distogliere lo sguardo, di non guardare direttamente verso la morte (la madre si lamenta chiedendosi “che cosa facciamo qui a ottobre?”, una figlia si distrae con lo smartphone, il ragazzino si gingilla col fratellino minore) e la nonna, che interpreta la sua futura dipartita lasciandosi cadere lungo il tragitto come colta da un infarto improvviso, viene schernita e rimproverata; addentrandosi sempre di più nella narrazione, la famiglia vive però il progressivo avvicinamento a un momento di contro-allucinazione, l’auto-presentarsi di un abisso che sta sotto le loro gambe, finto perché costantemente rimosso ma in realtà vero quanto le manifestazioni lisergiche della spiaggia, riordinate, allontanate solo grazie a una battuta nel finale, capace di riportare la famiglia intera alla quotidianità e alla serenità della propria esistenza. 

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Grandpa Walrus

Autore

Pietro Lafiandra

La prima epifania cinematografica la ebbe a quattro anni con Pomi d’ottone e manici di scopa. La seconda in adolescenza con Cosmopolis. Ora, in età adulta, prova a trovare un’improbabile sintesi tra questi due lati di sé muovendosi faticosamente tra un dottorato in visual studies, deepfake, cinema horror, film d’animazione per bambini e musica elettronica. I componenti della sua band, Limonov, dicono che è colpa dell’ascolto compulsivo dei Radiohead. Gli amici che è colpa del suo segno zodiacale, i gemelli. I dottori della schizofrenia. Lui pensa sia più cool dire che è un intellettuale post-moderno. Ai posteri l’ardua sentenza.

Il film

Grandpa Walrus

Cortometraggio - Francia 2017 - durata 14’

Titolo originale: Pépé le Morse

Regia: Lucrèce Andreae

in streaming: su Apple TV