Il 13 luglio 2013, in seguito all’assoluzione del vigilante di quartiere che, successivamente a una lite, uccise il diciassette Trayvon Martin, afroamericano residente in Florida, negli Stati Uniti nacque Black Lives Matter, il movimento attivista impegnato nella lotta contro il razzismo che si è diffuso in tutto il mondo negli ultimi anni, promuovendo l’inclusione e l’uguaglianza. A dieci anni da quei tragici eventi, arte.tv propone una serie di sei documentari che esplorano, attraverso fatti di cronaca ed eventi storici, le conquiste culturali della comunità afroamericana, guardando alle minoranze da punti di vista sempre differenti e particolari.

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Stati Uniti: fratture di ieri e di oggi

Stati Uniti: fratture di ieri e di oggi prende spunto dalle divisioni storiche attualmente presenti in America, narrando attraverso lo sguardo della giornalista Emilie Aubry i contrasti del paese su temi come l’aborto e le violenze della polizia, domandandosi se la Guerra di Indipendenza dalla corona inglese e la Guerra Civile tra Nordisti e Sudisti non siano in realtà una crisi mai davvero risolta, un’ingombrante eredità di cui è difficile sbarazzarsi.

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Un autobus per Martin Luther King

In Un autobus per Martin Luther King, la voce del regista e sceneggiatore Pierre Lergenmüller racconta invece tre eventi chiave della segregazione razziale negli Stati Uniti a partire dal 1865, quando alcuni Sudisti reduci dalla guerra civile americana hanno fondato il Ku Klux Klan, dando vita alla mitologia delle organizzazioni antisemite che promuovevano la superiorità della razza bianca attraverso atti violenti e omicidi, passando per il noto atto di protesta di Rosa Parks e il discorso di Marthin Luther King in cui l’uomo ha pronunciato la celebre frase “I have a dream”.

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Nera come la rivolta – Black Lives Matter

Il documentario Nera come la rivolta – Black Lives Matter di Ulrich Stein fornisce invece uno spaccato della rabbia generalizzata nella comunità afroamericana, dando voce agli attivisti in prima linea dopo il brutale assassinio di George Floyd, il ragazzo morto soffocato nel 2020, il cui video dell’uccisione – un poliziotto con un ginocchio sulla gola del ragazzo ne impediva la respirazione incurante del suo lamento “I can’t breathe” – ha fatto il giro del mondo, riaccendendo la consapevolezza delle società democratiche sul razzismo sistemico della polizia negli Usa.

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Dietro le immagini – A tavola con LeBron James

Tra immagine pubblica e privata si muove invece Dietro le immagini – A tavola con LeBron James, speciale in cui la superstar dei Lakers e portavoce del movimento Black Lives Matter apre alla troupe la sua casa di Los Angeles e indaga il mito del sogno americano a partire dalle proprie radici afroamericane.

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L’identità tra razzismo ed emancipazione

L’identità tra razzismo ed emancipazione è invece curato dal filosofo Raphaël Enthoven e indaga il ruolo e la visibilità delle minoranze nella società assieme all’ex calciatore Lillian Thuram e alla saggista Tania de Montaigne. 

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Yes We Can – L’arte contemporanea della comunità nera

Infine, Yes We Can – L’arte contemporanea della comunità nera vaglia le opere della nuova generazione di artisti afroamericani a cui hanno aperto la strada Kehinde Wiley e Amy Sherald, i pittori che ritrassero Michelle e Barack Obama nei ritratti ufficiali esposti alla National Portrait Gallery di Washington. La selezione di opere proposta racconta così, attraverso lo sguardo delle personalità che la compongono in diversi aspetti della società, cosa è stato fatto e cosa si può ancora fare per realizzare il sogno di una società equa, libera e giusta.

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Yes We Can – L’arte contemporanea della comunità nera

Autore

Pietro Lafiandra

La prima epifania cinematografica la ebbe a quattro anni con Pomi d’ottone e manici di scopa. La seconda in adolescenza con Cosmopolis. Ora, in età adulta, prova a trovare un’improbabile sintesi tra questi due lati di sé muovendosi faticosamente tra un dottorato in visual studies, deepfake, cinema horror, film d’animazione per bambini e musica elettronica. I componenti della sua band, Limonov, dicono che è colpa dell’ascolto compulsivo dei Radiohead. Gli amici che è colpa del suo segno zodiacale, i gemelli. I dottori della schizofrenia. Lui pensa sia più cool dire che è un intellettuale post-moderno. Ai posteri l’ardua sentenza.