In uno stralcio dell’intervista riportata in Tracks – Speciale Summer of Dreams: David Lynch e il cinema dei sogni, Lynch ci riporta alla dimensione onirica della sala cinematografica: “quando siamo al buio, cominciamo a sognare, percepiamo l’ignoto e vi siamo attratti... ci attrae come una calamita”.

" data-credits=
Tracks

La teoria del cinema ha sempre considerato il parallelismo tra esperienza onirica ed esperienza cinematografica, evidenziandone le similitudini: come all’interno di una sala dentro la quale assistiamo al film al buio, quando ci apprestiamo a dormire varchiamo una soglia, entriamo nella stanza da letto, spegniamo la luce e, mentre sogniamo, volti noti e volti nuovi creano storie differenti in luoghi solo apparentemente senza soluzione di continuità, a volte verosimili a volte meno, e che tentiamo, il giorno dopo, di interpretare, talvolta condividendole con gli amici, esattamente come se dialogassimo su un film.

" data-credits=
Tracks

E chi più di David Lynch, con i suoi nessi formali, le sue narrazioni rapsodiche e la creazione di mondi impossibili dove realtà e fantastico collidono in zone liminali e città surreali ha indagato il cinema come sogno e il sogno come cinema?
La filmografia del regista è qui però solo la scintilla – innescata da Eraserhead - La mente che cancella -  e dai corti The Alphabet e The Grandmother, di cui vediamo avvicendarsi le immagini – che porta a vagliare brevemente prima il Lynch creatore di forme che esulano dalla settima arte, come la mostra parigina The Air Is On Fire alla Fondation Cartier pour l’art contemporain del 2007 (un’immersione nelle sue ossessioni pittoriche), per poi perdere volutamente la rotta monografica e prodigarsi in una carrellata di artisti e sottoculture che, più che provare a restituire l’esperienza del sogno su grande schermo, hanno provato a spingere il reale oltre le sue convenzioni estetiche, rendendo differenti luoghi fisici dei palcoscenici per il sogno, come se il cinema surrealista potesse invadere la nostra quotidianità con piccoli o grandi atti di onironautica a occhi aperti.

" data-credits=
Tracks

Tra questi svettano le grandi talpe di Philippe Quesne, dei pupazzi-animali troppo cresciuti pronti a sconvolgere le metropolitane e le regole dei live rock con il progetto Maulwürfe che l’artista tratta come esseri realmente esistenti, parlando direttamente alla macchina da presa di come veda nel loro spirito di sopravvivenza una similitudine con i personaggi del teatro beckettiano. Le Harp Twins sono invece due gemelle che hanno ottenuto una grande notorietà mediatica lavorando sul perturbante, rivisitando i brani più disparati (Despacito, il tema di Dart Fener) grazie alle loro arpe, ma soprattutto confondendo la propria identità l’una nell’altra attraverso identici costumi di scena, identico trucco.

" data-credits=
Tracks

I Club Kid Drags tentano invece di rivoluzionare l’estetica transumanista trasportando all’interno dei club londinesi uno spirito naïf e fanciullesco, provando a demolire l’idea di genere travestendosi da infanti e rivendicando un’unicità all’interno della cultura queer. È però Daevid Allen, defunto fondatore dei Gong, storica band space-rock, attiva dalla fine degli anni sessanta, a fornirci l’allucinata chiave di lettura del documentario: “Chi sei?” sentivo una voce. Ho risposto: “Chi siete voi?” e mi hanno detto: “Veniamo dal pianeta Gong”. Ho risposto “Ok, cosa volete?” e mi hanno detto: “ti useremo per arrivare al cuore delle persone e renderle positive, in questa società pessimista e depressa. Daremo loro nuove idee, spingendole a diventare artiste e ad apprezzare la creatività”. Così li ho ringraziati. Voi cosa avreste fatto?”.

" data-credits=
Tracks

Autore

Pietro Lafiandra

La prima epifania cinematografica la ebbe a quattro anni con Pomi d’ottone e manici di scopa. La seconda in adolescenza con Cosmopolis. Ora, in età adulta, prova a trovare un’improbabile sintesi tra questi due lati di sé muovendosi faticosamente tra un dottorato in visual studies, deepfake, cinema horror, film d’animazione per bambini e musica elettronica. I componenti della sua band, Limonov, dicono che è colpa dell’ascolto compulsivo dei Radiohead. Gli amici che è colpa del suo segno zodiacale, i gemelli. I dottori della schizofrenia. Lui pensa sia più cool dire che è un intellettuale post-moderno. Ai posteri l’ardua sentenza.