Cortometraggio franco-portoghese disponibile nella sezione Cinema di arte.tv, Between the Shadows di Alice Guimarães e Mónica Santos parte da premesse narrative che Yorgos Lanthimos non avrebbe certo disdegnato, quasi fossero un aggiornamento del suo The Lobster, il film con Colin Farrell in cui gli esseri umani privi di relazioni amorose vengono trasformati in un animale a scelta.

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Entre Sombras

La trama è molto semplice: gli esseri umani hanno una serratura al centro del petto, una fessura in cui infilare una chiave che consente di decidere a chi donare il proprio cuore, se lasciarlo per sempre al suo posto o metterlo in salvo da ogni possibile turbamento. La protagonista del film è una donna che lavora come impiegata alla Banca dei cuori, un istituto rivoluzionario il cui motto è “date il vostro cuore in totale sicurezza”, un deposito di nuova generazione nel quale i clienti hanno letteralmente la possibilità di mettere in custodia il proprio cuore, in modo da non restare infatuati ed evitare di innamorarsi.

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Between the Shadows

Il deposito dei cuori è uno dei mercati mondiali maggiormente in crescita, grazie alla sua capacità di far leva sul desiderio di apatia della popolazione, e ottiene un successo transnazionale, tanto che la donna si trova oberata di lavoro, costretta ad applicare timbri e a firmare le scartoffie più disparate per tutta la giornata. La sua esistenza procede così, lenta e monotona, fino a quando un uomo senza contorni, un’ombra, le lascia un biglietto da visita di un locale notturno dall’aura misteriosa, il Private Eye, invitandola a prendere un drink la sera stessa.

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Between the Shadows

Nel pub l’uomo, affascinante, impomatato, racconta alla ragazza di come il suo cuore sia stato trafugato e messo in cassa forte per depositarlo alla Banca dei cuori senza il suo consenso, e chiede aiuto alla donna per recuperarlo, scatenando così una corsa contro degli ignoti e oscuri nemici.

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Between the Shadows

Il cortometraggio del 2018, che è valso alle due registe una candidatura ai premi Cèsar 2019, è un film surrealista a tinte noir che col proprio apparato scenografico fifties costruisce una sorta di balletto meccanico: i nastri trasportatori cigolanti, i cassetti che escono dal petto dei personaggi, le pareti mobili, i biglietti da visita animati, le macchine che si auto-generano davanti ai nostri occhi producono uno stato allucinatorio capace di fondere la tradizione del surrealismo francese (da Feuillade a Jeunet) con una messinscena alla Welles, fatta di palazzi imponenti e una fotografia espressionista, dai toni lividi e chiaroscuri minacciosi coadiuvati da una stop-motion oculata.

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Between the Shadows

Nelle stasi e veloci ripartenze del montaggio (curato dalle stesse registe) carne, oggetti e tessuti si fondono senza soluzione di continuità, come nella splendida (splendida!) scena di sesso tra i due protagonisti che, scampati al pericolo, si lasciano andare in effusioni amorose sul letto di un appartamento, sprofondando e riemergendo dal materasso, scambiandosi pelle e lenzuola, come se, tra cartoon e live action, scenografia e attori, lui e lei fossero fatti della stessa materia fluida, pur con la differenza sostanziale di cui ci ricorda la donna prima di lasciarsi andare tra le braccia dell’uomo: “...quasi dimenticai che non aveva un cuore”. 

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Between the Shadows

Autore

Pietro Lafiandra

La prima epifania cinematografica la ebbe a quattro anni con Pomi d’ottone e manici di scopa. La seconda in adolescenza con Cosmopolis. Ora, in età adulta, prova a trovare un’improbabile sintesi tra questi due lati di sé muovendosi faticosamente tra un dottorato in visual studies, deepfake, cinema horror, film d’animazione per bambini e musica elettronica. I componenti della sua band, Limonov, dicono che è colpa dell’ascolto compulsivo dei Radiohead. Gli amici che è colpa del suo segno zodiacale, i gemelli. I dottori della schizofrenia. Lui pensa sia più cool dire che è un intellettuale post-moderno. Ai posteri l’ardua sentenza.