Tra gli aspetti più curiosi di un film estremamente interessante come Mediterranea, ci sono i titoli di coda. Sono lunghissimi e costellati di nomi impensabili per un documentario sui generis come quello di Jonas Carpignano. Fra i produttori, infatti, figurano sia Spike Lee (con la sua The Spike Lee Fellowship Fund, e ci può stare) sia Chris Columbus. A quanto pare, stando alla spiegazione che il giovane regista ha fornito, convincere Columbus a mettere un po’ di soldi nel progetto non è stato affatto difficile. Anzi: il regista è stato ben contento di investire in un film così lontano da Hogwarts. La notazione sui titoli di coda serve, al di là del valore aneddotico, a evidenziare l’ampiezza di riferimento del film di Carpignano e, soprattutto, la capacità del regista di muoversi trasversalmente in mondi apparentemente lontani fra loro.

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Scena di Mediterranea (2015)


Nel mettere in scena un viaggio dal Burkina Faso a Rosarno, teatro di una sacrosanta protesta dei braccianti africani sottoposti alla disumana legge dello sfruttamento della ‘ndrangheta, Carpignano non si limita a filmare. Piuttosto attraversa e si fa attraversare dai luoghi e dai corpi. Lo sguardo non è mai sociologizzante né banalmente documentario. L’autore sembra avere, anche indirettamente, assorbito il desiderio del racconto di matrice neorealista. Come un Vittorio De Sica degli inizi o un Giuseppe De Santis meno plastico, Carpignano racconta la passione del suo protagonista standogli attaccato ai fianchi. Non perdendolo mai di vista. Il regista non filma con le soluzioni in tasca. La sua politica la prova sul campo, nel perimetro del fare.

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Scena di Mediterranea (2015)


Indicativo, in questo senso, il racconto della rissa, interpretata nel film dai veri protagonisti di uno sgradevole episodio di intolleranza che il regista non solo ha ricondotto alla ragione, ma li ha anche convinti a prendere parte al suo film. Il cinema, dunque, come verifica, incerta ovviamente, ma anche come linguaggio da inventare e condividere. Emblematiche di questo modo di procedere, tutte le scene nel deserto, cui fa da contrappunto, quasi insostenibile, il lancinante finale dove messinscena, vita, finzione, reale s’intrecciano e si sovrappongono senza alcuna soluzione di continuità. In questa sua volontà così decisa di mettersi in gioco, Carpignano offre l’ipotesi di un cinema italiano e meticcio colto nel suo farsi. Un esserci preso fra le pieghe del mondo.

Autore

Giona A. Nazzaro

Direttore artistico del Festival del Film di Locarno. Programmatore Visions du Réel di Nyon (Svizzera). Autore di libri e saggi. Dischi, libri, gatti, i piaceri. Il resto, in divenire.

IL FILM

locandina Mediterranea

Mediterranea

Drammatico - Germania, USA, Regno Unito, Italia, Francia 2015 - durata 107’

Titolo originale: Mediterranea

Regia: Jonas Carpignano

Con Koudous Seihon, Alassane Sy, Francesco Papasergio, Pio Amato, Fallou Fall, Sinka Bourehima