Ci sono tre geografie in Burning - L’amore brucia, e rappresentano i tre protagonisti. Mentre il padre è sotto processo per violenza contro un pubblico ufficiale, il giovane Jongsu, aspirante scrittore appassionato di Faulkner, torna nella casa-fattoria di famiglia a Paju, una zona rurale a nord-ovest di Seul, ricca di storia e di tradizione, di nebbia e di agricoltori, e dove si avverte la propaganda diffusa via altoparlanti della vicinissima Corea del Nord.
![Ah-in Yoo](/imgbank/GALLERYXL/R201804/bn4.jpg)
Il ricco Ben, al contrario, vive nel centro della capitale, in un appartamento del quartiere di Banpo, con un’edilizia che risale alla fine degli anni 70, condomini di lusso con guardiani e Porsche, e musica soft in cucina mentre si sta ai fornelli. Anche Haemi risiede nel cuore di Seul: nata come Jongsu a Paju, la donna alloggia in una minuscola stanza fredda e poco illuminata a Huam-dong, quartiere demograficamente ricco fatto di stradine ripide nei pressi del picco Namsan, appena sotto le mura della città vecchia.
![Jong-seo Jeon](/imgbank/GALLERYXL/R201804/bn3.jpg)
Tre personaggi, tre identità, tre topografie. Il loro incontro è naturalmente uno scontro, e ne nasce una quarta, di identità. Una quarta geografia, che appartiene impercettibile all’animo. Una topografia che non si “vede”, almeno non quanto la terra di Paju e l’asfalto di Banpo e Huam-dong. Nasce una configurazione ambigua, un territorio elusivo che ha i contorni di un’attrazione fatale. Non ha un nome, e anche se vogliamo darglielo - innamoramento, passione, sogno, menzogna, violenza, Male - finiamo per essere generici e approssimativi. E imprecisi, come imprecisa è lei, questa nuova forma caratteriale, indole inaspettata, un’inedita immagine di sé e del mondo.
![Ah-in Yoo](/imgbank/GALLERYXL/R201804/burning_photo_4-2018-pinehousefilm-1349x900.jpg)
Non ha neppure un profilo definito o riconoscibile, perché Burning - L’amore brucia (ispirato dal racconto Granai incendiati di Haruki Murakami, nella raccolta L’elefante scomparso e altri racconti, Einaudi) è un film che non ha volto. Il risultato di un conformismo secolare, di una familiarità quale gene irrimediabile, del classismo atavico e della prepotenza come esercizio di colonizzazione e appropriazione, della blandizia dei denari e dei sessi, della gentrificazione della personalità come predisposizione innata e originaria, del passato e del presente che non trovano una proporzione: una faccia senza segni particolari, un’ombra indeterminata che brucia sotto la cenere, io e noi e loro e gli altri. Nessuna espressione: e ciò fa paura. Questo è vero cinema del reale.
![" data-credits=](/imgbank/articoli/inline/63a1ac9e514ea-burning-1.jpg)
Burning - L’amore brucia è un capolavoro, contiene una delle scene più memorabili che io abbia visto di recente (il tramonto a Paju, con la luce che lievemente cede e il buio che a poco a poco cela), e Lee Chang-dong, che sembra qui rielaborare in chiave psicologico-intimista la spietatezza esibita di certo Park Chan-wook, che parla della società come fa da sempre Bong Joon-ho ma con un controllo stilistico spaventoso, e il cui Poetry è tra i film fondamentali dell’ultimo decennio, è uno dei più grandi registi contemporanei.
Il film
Burning - L'amore brucia
Drammatico - Corea del Sud 2018 - durata 148’
Titolo originale: Beoning
Regia: Chang-dong Lee
Con Ah-in Yoo, Jong-seo Jeon, Steven Yeun
Al cinema: Uscita in Italia il 19/09/2019
in streaming: su Amazon Prime Video Paramount Plus Apple TV Channel Apple TV
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta