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Trama

Il 14 settembre 1975 Pier Paolo Pasolini gioca la sua ultima partita di calcio prima di morire in quel tragico 2 novembre. Lo fa a San Benedetto del Tronto, dove il suo amico Ninetto Davoli soggiorna per girare il film Il vizio ha le calze nere.

Curiosità

La parola al regista

"Ho conosciuto questa storia grazie al prof. Francesco Anzivino, che tempo fa fece alcune ricerche sulla partita che la Nazionale Artisti di Pasolini giocò il 14 settembre 1975 allo stadio Ballarin di San Benedetto del Tronto. Ad oggi risulta essere la sua ultima partita giocata prima di morire - o perlomeno non ci sono tracce video-fotografiche di altri incontri successivi a questa data.

Nel documentario su questa partita si intrecciano tante storie: un b-movie con Ninetto Davoli girato proprio a San Benedetto nel 1974; la deturpazione urbanistica, a colpi di cemento e speculazioni edilizie, che trasformò questo villaggio di pescatori in cittadina votata al turismo balneare di massa; la nascita di lì a poco, proprio a San Benedetto del Tronto, di un nucleo armato delle Brigate Rosse; e poi ancora il sosia di Yul Brynner, uno stadio abbandonato che ora funge da rotonda per il traffico, l'eroina degli anni Ottanta, lo zio di Andrea Pazienza che sfidò proprio Pasolini in quella partita; un fantomatico calciatore soprannominato Diomadonna che neanche lui sa il perché...

Ripercorriamo, attraverso interviste agli amici che giocarono con Pasolini non solo quell'ultima partita, la passione dell'intellettuale per il calcio. Raccontare la sua ultima partita ci aiuta ad affrontare anche i cambiamenti della provincia italiana a metà degli anni Settanta e le profezie pasoliniane sulla trasformazione socio-antropologica degli italiani durante il boom economico del dopoguerra.

Il senso che aleggia su tutto il racconto è quello della sconfitta: non perde solo Pasolini sul rettangolo di gioco, ma anche la città di San Benedetto (orfana ormai della sua natura di cittadina di pescatori), l'Italia intera (divorata dal cemento, dalla corruzione e dal consumismo) e lo stesso Francesco Anzivino, che dopo anni di ricerca su questa partita scopre che potrebbe non essere l'ultima".

 

Note

Il documentario parte dal pretesto della partita di calcio per raccontare un periodo storico molto importante per l'Italia intera, con le sue contraddizioni e le sue tragedie, e per raccontare un lato del poeta e regista friulano apparentemente frivolo e giocoso, ma che ci permette al contempo di conoscere ancora meglio questa figura così importante per il Novecento italiano.

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