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Bohemian Rhapsody

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bohemian Rhapsody

di amandagriss
8 stelle

 

 

 

 tutto vero tutto falso

 

A più di 25 anni dalla morte di Freddie Mercury e l'inevitabile fine dei Queen, cosa resta della Regina nella memoria collettiva? e le generazioni più giovani, quale il loro legame, se esiste, sentimental-musicale con la band?

Riascoltando dopo tanto tempo, forse troppo tempo nel mio caso ---- posseggo le musicassette, niente cd e un vinile del primo Greatest Hits l'ho venduto e mi odio per questo ----, i pezzi che li hanno resi amate immortali icone nel panorama rock popolare planetario, quanto forte ricomincia a battere il cuore?

Il biopic di Bryan Singer? grande, essenziale lavoro di ricostruzione attento al dettaglio, in quanto capace di narrare con poco (un paio di baffi, un taglio di capelli, occhiali ray-ban, frames memorabili rifatti ex novo di videoclip storici per esempio) le numerose fasi artistiche del gruppo e di fornire insieme la percezione dello scorrere del tempo restituendo intatto l'immaginario identitario dei magnifici 4.

Opera monumentale solida e per nulla dispersiva se si considera la mole di documentazione audiovisiva e non solo lasciata alla storia, fedele al linguaggio cinematografico e infedele, perciò, alla realtà; enormemente emozionante, almeno per chi c'era -col corpo e con l'anima- negli anni del loro eclettico fermento creativo.

I detrattori della pellicola, gli intransigenti filologi e i fans sfegatati che stanno lì ottusamente a cavillare e scovare gli errori grossolani e inaccettabili? Bohemian Rhapsody è cinema allo stato puro.

Perché il cinema è artificio, finzione, inganno, nobile manipolazione, sublime menzogna, trasfigurazione della realtà, spesso raffinatissimo gioco di prestigio, e non un documentario (e pure qui ci sarebbe da discutere) e nemmeno un'accozzaglia di filmati di repertorio.

Gli attori? emanazione dell'essenza dell'irripetibile quartetto. Consapevoli di non essere altro che una mirabile copia conforme ma pur sempre una copia, l'operazione mimetica compiuta dai e sui protagonisti/personaggi è stata concepita tirandola all'estremo, cosicché all'impatto visivo il risultato è letteralmente impressionante (espressioni del viso, movenze, postura, vestiario, la permanente di Brian May e altro ancora). I 4 finiscono per divenire una sorta di istantanee vintage in movimento gestite con mestiere e sapienza dal buon vecchio, abilissimo, Singer; e in alcuni brevi passaggi, nelle sfumature di istanti microscopici (complici l’illuminazione sulle figure, i tempi e modi di ripresa) il dubbio s'insinua, la certezza dello sguardo -sul fatto che siano minuziose riproduzioni degli originali- persino nello spettatore più attento vacilla.

Del resto l'obiettivo è uno soltanto, far tornare a risplendere ed ardere (nella non facile riduzione/sintesi filmica) la fiammeggiante leggenda dei Queen.

I titoli di coda? mi rivolgo agli spettatori che hanno condiviso con me la visione in sala, alcuni giovani adulti ma non troppo, altri credo coetanei, ma come si fa ad alzarsi e uscire dalla sala mentre scorrono i titoli, soprattutto se ad accompagnarli è un'esibizione d'antan degli autentici Queen? Come si fa a non piangere a fontana, proprio come nei cartoni animati, se subito dopo a partire è la struggente The show must go on, epico testamento del gruppo e straziante suggello della scomparsa di Freddie Mercury? (intenzionalmente non inserita nel film, che termina con il Live Aid del 1985, momento di massimo successo che consacrò la band a livello mondiale).

Un pezzo di vita sepolta ritornato prepotentemente alla luce. Impossibile trattenere le lacrime.

Un ricordo personale, venuto fuori vividamente: al tempo del ginnasio, mentre aspettavamo il professore per la lezione successiva, ci siamo messi a battere le mani sui banchi e i piedi sul pavimento, mentre uno dei miei compagni di classe faceva la stessa cosa seduto in cattedra, tutti insieme, in perfetta sincronìa, al ritmo di We will rock you; saranno stati attimi, arrivati però distintamente alle orecchie delle aule adiacenti e dell'intero piano fino all'ufficio della preside, ma quel breve momento, che pareva non finire mai, è stato incredibilmente intenso, assolutamente magico. E affanculo le conseguenze dell'amore.

 

 

 

 

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