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Una storia ambigua

Regia di Mario Bianchi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Una storia ambigua

di undying
6 stelle

L'iniziazione di un adolescente, durante il periodo fascista, mentre è ospite di una generosa zia (e della cugina). Erotico non privo di spunti ironici, scritto da Piero Regnoli e diretto con certo stile da Mario Bianchi, regista sottovalutato allora -come ora- e bistrattato da recensioni critiche ben poco obiettive.

 

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Roma, 1935. Stefano (Gabriele Gori), finiti gli studi raggiunge Roma, essendo ospite -per un paio di settimane- della zia Anna (Minnie Minoprio). Stefano finisce presto al centro delle attenzioni di Anna, sempre più spesso trascurata dal marito (Piero Gerlini), un importante gerarca fascista. Anche la cugina Marisa (Beba Balteano), benché frequenti un'amica disinibita, e si dimostri disinteressata a Stefano, in realtà finisce per esserne attratta.

 

Romano: "Un vero fascista non invecchia mai!"

Anna: "Già, e scopa una volta al mese."

 

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In anticipo, per tematica, sul successivo L'iniziazione (1987), Piero Regnoli (nei credits del film, erroneamente accreditato come Pietro) realizza una sceneggiatura poco ispirata ma nel complesso funzionale alla storia. La discreta ricostruzione degli ambienti d'epoca e l'interpretazione della Minoprio (all'epoca splendida 44enne) permettono al regista di dirigere (egregiamente) un film scorrevole e non privo di spunti ironici decisamente indovinati. Benché la Balteano sia esteticamente un piacere per gli occhi, viene relegata ad un ruolo marginale (la si ricorda unicamente per lo striptease alla finestra, offerto al giardiniere, e per la scena in debito con Malizia, ovvero mentre è protesa in cerca di libri su una scala, senza indossare l'intimo), mentre la spontanea recitazione della Minoprio sopperisce alla minore fascinazione dell'attrice, dovuta ad una più avanzata età.

 

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Che il film sia contestualizzato al 1935, lo si può dedurre dall'inserimento di un discorso del Duce (Adunata! Ottobre, 1935) trasmesso in un contesto di ludica seduzione (Anna e Stefano si lanciano in effusioni amorose nel divano, quando alle loro spalle Romano è distratto dall'annuncio radio, mentre Marisa finge di non vedere). In generale la bella fotografia del film contribuisce a rendere le scene più intense, mentre la macchina da presa compie spesso brevi e delicati movimenti, anche durante i dialoghi, in prevalenza a stacchi di ripresa o controcampi. Mario Bianchi è stato uno dei registi più sottovalutati del cinema italiano, probabilmente a causa di soggetti e sceneggiature spesso superficiali sui quali, suo malgrado, si è trovato ad operare. Come in parte è il caso di Una storia ambigua. Eppure, considerata la limitatezza del budget, la semplicità delle location e un parco attori improvvisato, il risultato finale non appare inferiore alla media di tanti titoli simili, magari molto più costosi (e noiosi), ma ben criticamente considerati, solo perché diretti da un altro regista.

 

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"Per quante cose tu sappia, per quante cose tu pensi, per quanto tu ordisca e trami e architetti, non sei mai al di sopra del sesso." (Philip Roth)

 

Sintesi del film, epurata dalle scene erotiche 

 

F.P. 01/02/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 85'15")

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