Shinji Sômai è un segreto ben custodito del cinema giapponese (e mondiale) a cui vale la pena abbandonarsi. Attivo nel periodo successivo al dissolvimento del potere dei grandi studios, è probabilmente insieme a Yoshimitsu Morita e Nobuhiko Obayashi il regista giapponese più rappresentativo di una nuova autorialità che emerge tra fine anni 70 e inizio anni 80. Morita, dopo il successo di The Family Game (1983), è rimasto altalenante tra grandi guizzi di postmodernità e film di sopravvivenza. Obayashi si è ritirato in uno splendido cinema delle attrazioni consapevolmente naïf (come mostra il suo epitaffio-sberleffo Labyrinth of Cinema, del 2019). Sômai è invece riuscito a maturare una consapevolezza stilistica sorprendente.

È noto soprattutto per aver ritratto con vivacità e profondità figure di bambini e adolescenti, fin dal suo esordio con The Terrible Couple (1980), tratto non a caso da un manga scolastico, e dal sempre sottovalutato Sailor Suit and Machine Gun (1981), che contiene alcuni dei momenti più iconici del cinema giapponese degli anni 80 - oltre a long take densissimi dal punto di vista teorico. La mini-retrospettiva titolata Maree di giovinezza, su MUBI - composta da P.P. Rider (1983), Typhoon Club (1985) e Moving (1993) -, è perciò un’occasione ghiotta per avvicinarsi o per gustare nuovamente il suo cinema apparentemente anarchico, ma in realtà studiato in ogni movimento con una precisione stupefacente.

Per accertarsene, basta l’incipit di Moving, che racconta della separazione di una coppia dalla prospettiva della figlia preadolescente: la macchina da presa inquadra il padre che sta mangiando, svogliatamente, poi un lento movimento di macchina fa entrare nel quadro la figlia, che lo osserva e gli parla, per poi arrivare a includere anche la madre, che guarda l’uomo innervosita: ciascun personaggio sembra abitare uno spazio a sé stante, nonostante siano l’uno vicino all’altro. La situazione già disfunzionale è ulteriormente accentuata dal bizzarro tavolo triangolare che li separa.

P.P. Rider, che segue il girovagare estivo di tre liceali che cercano di liberare il bullo della scuola da una gang di yakuza, presenta la giovinezza come un ideale intramontabile, che può sconfiggere le miserie dell’età adulta. Nel raccontare un gruppo di studenti prima e dopo il passaggio di un tifone, Typhoon Club, considerato il film giapponese definitivo sull’adolescenza, unisce la sorniona inconsapevolezza delle prime volte all’adrenalina tumultuosa della contrapposizione all’insano mondo di insegnanti e genitori. Sômai è un maestro nel controllo della macchina da presa, che muove negli spazi e tra i corpi a creare contrapposizioni e simmetrie: mantiene sempre una posizione distaccata, non giudicante, da cui parte però un movimento centripeto che precipita lo spettatore tra i suoi personaggi, in una meravigliosa, insopprimibile concentrazione di caos e vitalità.

Shinji Sômai
Moving
Drammatico - Giappone 1993 - durata 125’
Titolo originale: Ohikkoshi
Regia: Shinji Sômai
Con Kiichi Nakai, Junko Sakurada, Tomoko Tabata, Mariko Sudo, Taro Tanaka, Ippei Shigeyama
in streaming: su MUBI Amazon Channel MUBI
P.P. Rider
Avventura - Giappone 1983 - durata 118’
Titolo originale: Shonben raidâ
Regia: Shinji Sômai
Con Tatsuya Fuji, Michiko Kawai, Masatoshi Nagase, Shinobu Sakagami, Mitsuko Baisho, Hideko Hara
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Typhoon Club
Sentimentale - Giappone 1985 - durata 115’
Titolo originale: Taifû kurabu
Regia: Shinji Sômai
Con Yuichi Mikami, Yûki Kudô, Tomokazu Miura, Tomoko Aizawa, Shigeru Benibayashi, Saburo Date
in streaming: su MUBI Amazon Channel MUBI
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