Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Diretto da Rohmer e con Godard attore protagonista (e accanto a lui la Audran, compagna di Chabrol e sua attrice prediletta in numerose pellicole): questo corto contiene una buona fetta di Nouvelle vague ed è una delle primissime testimonianze del movimento, non a caso ancora così compatto, con i vari membri intenti a collaborare attivamente fra loro. Non fu finito sul momento: la versione che ci è giunta è un rimaneggiamento di qualche tempo successivo alle riprese, un po’ come successe per Une histoire d’eau diretto da Truffaut e finito tempo dopo da Godard. La vicenda di questo cortometraggio – dieci minuti scarsi – è di una semplicità estrema: Walter è un ragazzo bruttarello, con una cotta per Clara che, troppo bella per lui, nemmeno lo considera; così il ragazzo si getta su Charlotte, che pure non lo corrisponde. Ma è la noia, la fretta, l’esigenza di liquidare l’amore come una pratica qualsiasi (ed ecco qui la critica a un mondo frenetico e sempre meno accorto ai sentimenti), che spinge Charlotte a baciare Walter: un bacio falso e seguito dalla spiegazione: era necessario pur di potersi liberare dell’estemporaneo – e pertanto poco credibile – ammiratore. Nei panni di Clara, che compare per qualche secondo nella prima scena, c’è Anna Karina, che curiosamente diventerà presto musa e donna di Godard. 6/10.
Walter accompagna a casa Charlotte, lei si prepara una bistecca e lui tenta in ogni modo di baciarla. Nemmeno raccontarle che lui la preferisce a Clara, inequivocabilmente più bella di lei, convince Charlotte a cedere. Ma Charlotte ha fretta di uscire.
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