Vol. 3 - “Tutti i Mondi Possibili” - MilleMondi n. 77 - Marzo 2017 [ YBSF n. 31 (p. 3 di 3) - 350 pagg., € 7.90 ]
L'enorme, mastodontico tomo (l'edizione originale rilegata statunitense consta di 700 pagine) di eterogenea SF (dall'Hard allo SlipStream) arriva in Italia suddiviso in tre volumi (formato tascabile) - tradotto però senza l'introduzione e la postfazione del curatore - dopo che le antologie annuali [che comprendevano anche racconti di autori emergenti e stranieri (out of north america), oltre ad essere maggiormente omogenee dal PdV dell'Hard SF] stilate e compilate da David G. Hartwell (morto quest'anno) e Kathryn Kramer [ Year's Best SF, 18 voll. dal '96 (1995) al '13 (2012) ] - tutte quante edite nella collana mondadoriana Urania - hanno cessato di essere pubblicate (la terza più famosa antologia annuale è quella di Jonathan Strahan, che raccoglie anche fantasy).
Il più snello dei tre volumi in cui è stata suddivisa la ciclopicolossale raccolta (a questo punto perché non suddividerla in solo 2 tomi un poco più grandi e con un prezzo leggermente maggiorato? Anche per consentire un utilizzo altro della collana MilleMondi) è come sempre illustrato in copertina da Franco Brambilla, la cui arte, fatta di blocchi di pixel ripetuti e da una conseguente texture semplificata (Paint-style), mai mi è piaciuta.
[A sx la cover originale di Jim Burns, a dx quella di F.Brambilla: due mo(n)di decisamente diversi...]
Nota. Il racconto medico-politico-umanista di Nancy Kress, del primo tomo, e quello di Hard SF politica, sempre umanista, di Greg Egan, del secondo, sono magnifici, ma in questo terzo ed ultimo volume mi preme sottolineare la presenza di un (per me) ritrovato Stephen Baxter (autore da sempre molto - troppo! - prolifico) con un racconto di classica-che-più-classica-non-si-può (con venature clarkesche) SF cosmologica, non così Hard (come Greg Egan o Charles Stross) e non così speculativa (come Ted Chiang), ma...intelligentemente avventurosa. Molto intelligente: le due “fazioni” imbarcatesi nel viaggio di scoperta delle origini dell'umanità sono sia dicotomiche che speculari, sia ambivalenti che intrecciate: l'una, religiosa (viviamo in una Realtà Simulata creata da “dio”: Progettisti e Controllori), crede nell'esistenza di un pianeta unico da cui l'umanità si è espansa -[non come una sfera, colonizzando lo spazio dando tempo al tempo, ma come una freccia, in fuga/diaspora/esodo da una catastrofe/cataclisma e/o da un attacco alieno: perciò la “Terra-Urth”, se esiste, non deve trovarsi al Centro della bolla di espansione della regione galattica sotto il controllo ed il dominio umano, ma bensì situarsi ai suoi margini, lungo il confine, ai bordi: la Terra non è al centro ma alla “base”, come le radici di un albero lo sono rispetto alla chioma-sfera: e no, non basta, evidentemente, ripercorrere a ritroso il tracciato di crescita-colonizzazione umana nello spazio, perché più e più volte, nel corso delle centinaia di generazioni e delle decine di millenni, le varie civiltà umane hanno...ripercorso quei passi, hanno incrociato i vari sentieri già percorsi, hanno (involontariamente) “confuso” le loro tracce, e inoltre la guerra con gli Xaian (e la loro “normalizzazione”, cioè sterminio, della razza umana) ha ulteriormente sparigliato la documentazione archeologica]-, col suo seguito di animali e piante (compagnia, lavoro, cibo), attraverso lo spazio (e questa è - paradossalmente, data la natura “religiosa” di chi la produce - l'ipotesi oggettivamente più scientificamente valida, almeno per l'universo così come “noi” lo conosciamo), e l'altra, laica, pensa - Follemente! Scioccamente! Stupidamente! (Star Trek) - che l'umanità sia sorta molteplici volte, nell'universo, ognuna indipendentemente dalle altre, attraverso innumerevoli casi di evoluzione parallela, e non crede quindi in un pianeta unico che abbia dato i natali alla specie umana. Questa divergenza incrociata arricchisce enormemente il racconto.
Lavie Tidhar crea in poche pagine - o meglio: in poche righe tra le altre in esse contenute - un universo-microcosmo indipendente di comunità-società umana, costituito da sorellanze (molteplici singoli individui in contatto bio-neurale tra loro a formare tante, differenti, uniche, immortali, rigenerantesi coscienze, ultra-persone, fazioni), e lo fa col metodo dello “spiegone condensato” e col solo scopo di...restare umani: nonostante le religioni e il commercio, e in parte grazie a loro. Problemi nuovi, vecchie soluzioni (e viceversa).
Film: AniMatrix - What Happened to Monday - Anon - Evolution - the Capsule
2. (25) “Entangled” [ * * * * ]
Terra – Futuro prossimo-recente – Semi-Post-Umani
Ian R. MacLeod, dopo quello quantistico, ci propone l'entanglement uman(istic)o. In questo splendido racconto accomuna la coerente e incendiaria empatia di Nancy Kress e la commovente rigorosità scientifica dura e pura e sanamente utopica di Greg Egan.
Film: Black Mirror
3. (26) “Earth I” [ * * * * ¼ ]
Via Lattea, Terra – Futuro Remoto – Umani, Post-Umani e Alieni
Stephen Baxter ci fa chiedere “Che cos'era un Nixon?” : e per un momento siamo ancora tutti là, nelle Gole di Olduvai (vedasi - per il contenuto filosofico/cosmogonico - il breve capolavoro di Mike Resnick del 1994 : "Seven Views of Olduvai Gorge").
Film: I Giorni dell'Eclisse - Hard to be a God - I Figli degli Uomini - Noah - Europa Report - Evolution - WaterWorld - Interstellar (Oblivion - Elysium - After Earth) - Cloud Atlas - BattleStar Galactica
4. (27) “Technarion” [ * * * * ]
Terra – Epoca Vittoriana e anni '90 del XX° secolo – Pre-PostUmani
Sean McMullen ci racconta di come ci restano 7 – anzi, oggi, 3 – anni di tempo per sbarazzarci di tutti i Siri e Cortana di questo “nostro” mondo.
Film: SteamBoy – Penny Dreadful/Person of Interest – Guida Galattica per Autostoppisti – Automata – Ex Machina – the World's End – WestWorld
5. (28) “Finders” [ * * * ½ ]
Via Lattea – Lontano Futuro – Manufatti Alieni
Melissa Scott ci racconta di come non tutti gli Alien-Prometheus-Covenant “vengano” per nuocerci…
Film: the Expanse - Sphere
6. (29) “the Queen of Night's Aria” [ * * * ¾ ]
Marte – Futuro/Presente Paralleli – Guerre tra e con Marziani e altre specie aliene
Ian McDonald ci trasporta nel Labirinto della Notte (il Noctis Labyrinthus, nella porzione “est” della Valles Marineris) in un retro-futuro ch'è lo specchio specchiato del nostro presente: pistole fumanti (le smoking gun “iraqene” di Karl Rove & Colin Powell - tipo Maurizio Belpietro e Angelino Alfano, ecco, per dire - e d'ogni era) ad indicare intere civiltà come capri espiatori pronte ad essere ridefinite popoli liberati dal giogo del prossimo, “vero” nemico e sesquipedaliche macchine da guerra (fearsome engine) avioniche, tripodiche e sottoterricole - o, meglio: marsicole -, sbucanti dalle formicolanti civiltà alveari sotterranee.
Film: Cronache Marziane (la Guerra dei Mondi) - Apocalipse Now Redux, StarShip Troopers, the Great Martian War
7. (30) “Hard Stars” [* * * ½]
Terra – Futuro Immediato – Umani
Brendan DuBois protegge il Presidente. Non ne vale la pena. Ma neppur vivere, perciò.
Film: Red Dawn - Good Kill
8. (31) “the Promise of Space” [ * * * * ]
Terra - Futuro Recente
James Patrick Kelly rispetta il fine-vita. Le lacrime scorrono comunque. Non siamo ancora usciti dall'era della protesi.
Film: Amour - Hearth of a Dog
9. (32) “Quicken” [ * * * * ]
Terra – Futuro Immediato, e poi Remoto – Umani Resuscitati e Alieni
Damien Broderick, in un turbine cosmologico e cosmogonico, si spinge - adottando il PdV di un epigenetico connettoma psicocpompo - dall'ultra-terreno (cioè iper-reale, neo-realista) dei classici six feet under (o volute di fumo di pire funerarie), ricordando e reintonando cantorie e abbandonando cenotafi, sino ai confini della Via Lattea, osservando quantisticamente ondate d'urto d'incandescente plasma relativistico esplodere, falciare e sterilizzare mondi in collisione (“Il cosmo intero non era che una lunga marcia funebre verso l'annientamento”), là dove “l'entropia quantistica ha dimostrato che la misura è un'interazione tripolare unitaria. Non c'è collasso, non c'è casualità fondamentale. L'influenza è uguale tra passato e futuro, come li percepiamo noi”. I morti saranno immortali, e i vivi morenti. “Giganti immersi negli Anni”. Noi siamo Loro. Ciao, e addio, come sempre. Ci reincontreremo a Itaca, un giorno.
Film: Alpeis – Six Feet Under – Solaris – HomeComing – lo Zio Bonmee che si Ricorda le Vite Precedenti – the Others – Contact – Day/Land/Survival of the Dead – Elegy – le Nevi del Kilimanjaro – Womb – la Camera Verde – Star Trek (1979 e 201– Zardoz – Interstellar – the Arrival – the Wizard of Oz – 2001: a Space Odyssey – Dialogue with a Woman Departed (Leo Hurwitz) – il Tempo Ritrovato
[ Kavanagh Building – Buenos Aires – Argentina – Sud America – Terra – Sol – Via Lattea ]
I. Stephen Baxter - "Earth I" II. Damien Broderick - "Quicken" - James Patrick Kelly - "the Promise of Space" - Sean McMullen - "Technarion" - Ian R. MacLeod - "Entangled" III. Ian McDonald - "the Queen of Night's Aria", etc...
Voto complessivo a questa terza parte (9 racconti su 32) : * * * *
Classifica Finale (con voti parzialmente riproporzionati in base a tutti i 32 racconti).
1. Greg Egan - “Zero of Conduct” - * * * * ¾
2. Nancy Kress - “PathWays” - * * * * ½
3. Stephen Baxter - “Earth I” - * * * * ¼
4. Suny Moraine - “a Heap of Broken Images” - * * * * James Patrick Kelly - “the Promise of Space” - * * * * Damien Broderick - “Quicken” - * * * * Sean McMullen - “Technarion” - * * * * Ian R. MacLeod - “Entangled” - * * * * Jake Kerr - “Biographical Fragments of the Life of Julian Prince” - * * * *
5. Ken Liu - “the Plague” - * * * ¾ Sandra McDonald - “Fleet” - * * * ¾ Karl Bunker - “Grey Wings” - * * * ¾ Nancy Kress - “One” - * * * ¾ Ian McDonald - “the Queen of Night's Aria” - * * * ¾ Michael Swanwick - “the She-Wolf's Hidden Grin” - * * * ¾ Carie Vaughn - “the Best We Can” - * * * ¾
6. Jay Lake - “Rock of Ages” - * * * ½ Lavie Tidhar - “the Book Seller” - * * * ½ Alastair Reynolds - “a Map of Mercury” - * * * ½ Val Nolan - “the Irish Astronaut” - * * * ½ Alexander Jablokov - “Bad Day on BoscoBel” - * * * ½ Ian R. MacLeod - “the Discovered Country” - * * * ½ Allen M. Steele - “Martian Blood” - * * * ½ Brendan DuBois - “Hard Stars” - * * * ½ ...etc...
“Il lavoro che faccio io sulla mente, sul cervello, su tutto quanto il mistero della coscienza umana non è che l'inizio. I cristalli che induco a crescere nel cranio delle persone sono qualcosa di rudimentale, primitivo, quasi come le gambe di legno. I neuroni veri, quelli vivi, sfruttano gli effetti quantistici…non è soltanto elettricità e chimica. La mente, quel complesso di cose che chiamiamo pensiero e memoria e coscienza, in realtà non è che la somma di uno scintillio di incertezze. Essa rispecchia l'universo, e forse addirittura lo porta a esistere. […] Noi tutti pensiamo di essere soli, non è vero? Tu immagini immagini di essere in qualche posto dentro il tuo cranio e che io sia in qualche posto dentro il mio, come se fossimo due isole separate? Ma è solo perché non osserviamo le cose da abbastanza dimensioni. È come starsene seduti qui, su questa spiaggia, e scrutare quelle onde fino all'orizzonte e vedere un gruppo di isole. […] Noi penseremmo che quelle isole sono uniche e separate, giusto? Ma invece non lo sono. Se guardi il mondo da un'altra prospettiva, non lo sono affatto. Sotto il mare, sotto le onde, tutte le isole sono collegate. Solo che noi non riusciamo a vederlo, a sentirlo. Almeno, per ora...”
Con Aleksej Ananisnov, Eskender Umarov, Irina Sokolova, Vladimir Zamanskij
3. (26) “Earth I” - Stephen Baxter (1/5)
Quel mondo le metteva paura. L'aria stessa era densa, soffocante; carente di ossigeno, dicevano gli scienziati. Temeva perfino il cielo, almeno quando era visibile attraverso gli squarci nello strato di nuvole abituale. […] Una chiazza di luce rosea a oriente indicava il punto da cui stava sorgendo il sole abbacinante di quel pianeta. […] Anche la disposizione delle stelle era misteriosa […], ma la cosa più angosciosa era che qui, oltre i confini della Bolla, se volgevi lo sguardo in certe direzioni, non c'era nessun mondo umano: nient'altro che stelle, stelle e pianeti disabitati dagli umani, e forse privi di qualsiasi intelligenza.
Con Leonid Yarmolnik, Dmitri Vladimirov, Laura Pitskhelauri, Aleksandr Ilyin, Yuri Tsurilo
3. (26) “Earth I” - Stephen Baxter (2/5)
E poi c'era la luna di quel mondo. Una palla errante che ruotava attraverso le sue fasi come un giocattolo per bambini; una faccia funerea, sfigurata dalle cicatrici di impatti e vulcanismi. Il fatto più inquietante, preannunciato dai navigatori-astronomi dell'astronave, era che se talvolta poteva restare oscurata passando nel cono d'ombra del pianeta, la luna eclissava completamente il sole. E quando ciò avveniva, in certi momenti e in certe zone sulla superficie del pianeta, la superficie lunare poteva oscurare completamente il sole. Quando Tanz Vlov le aveva mostrato delle simulazioni di quell'evento angoscioso, con la fotosfera solare oscurata come un buco nero in mezzo al cielo, LuSi si era ritratta, in preda a un arcano timore superstizioso.
“Il processo di estinzione si è protratto a lungo, estendendosi a singhiozzo su tutto il pianeta. La sequenza fa pensare che gli umani si siano evoluti su questo mondo. Che nel corso di centinaia, migliaia di anni, abbiano sviluppato la capacità di competere con le altre specie, di eliminarle, di esaurirle. Che si siano diffusi da un continente all'altro, da un'isola all'altra, attraversando molto probabilmente gli oceani con delle navi. Non è stato come su Urthen, come sui mondi della Bolla, dove l'umanità è arrivata improvvisamente sul cielo. Un'ondata di estinzioni deve averli preceduti ovunque andassero; una singolare anteprima della storia della colonizzazione umana della Bolla, andata in scena su un singolo mondo. Ma qui, tutto questo è accaduto su un pianeta in cui non esisteva vita aliena da soppiantare: le estinzioni sono avvenute all'interno dello stesso Seguito Umano.”
“Le tempeste su questo mondo sono più tremende di uno Xaian infuriato […].” “[…] Sembra che abbia a che fare con la mancanza di meteorizzazione delle terre…” Era una questione di sostanze nutritive […]. La vita in qualsiasi oceano, o almeno la vita del Seguito Umano, aveva bisogno di certe sostanze: calcio, silicio, fosforo. Su un mondo come Urthen, che aveva terre emerse, continenti, isole, quelle sostanze nutritive potevano essere fornite dall'azione atmosferica sulle terre, l'erosione che portava detriti rocciosi fino al mare. Su questo mondo, con l'innalzamento dei mari, quel meccanismo si era perduto in modo piuttosto repentino, e doveva esserci stata un'estinzione di massa. Ma quando la vita era stata spazzata via dalle terre, e perfino le creature vegetali del mare si erano seccate, con il diminuire della percentuale d'ossigeno nell'aria e l'accumularsi dell'anidride carbonica, l'aria e l'oceano erano diventati più caldi, intrappolando l'energia termica del sole. Ben presto, tutta quell'energia aveva trovato sfogo in tempeste spaventose. E quelle tempeste avevano smosso i sedimenti sui fondali oceanici, mettendo in circolazione le sostanze nutritive indispensabili.
Con Sharlto Copley, Michael Nyqvist, Daniel Wu, Christian Camargo, Karolina Wydra
3. (26) “Earth I” - Stephen Baxter (5/5)
“Tutti i mondi viventi cercano un equilibrio” aveva detto SheLu. “Una combinazione di massa e flussi di energia che ottimizzi in qualche modo le potenzialità per la vita. Qui su Urth I, quando le terre vennero sommerse, devono esserci state delle estinzioni. Ancora oggi il mondo potrebbe non essere fertile come lo era un tempo. Ma le tempeste sono tra i meccanismi che sostengono i cicli vitali. Ci creano disagi, ma questo è solo un dettaglio; questo mondo, anche se forse è quello che ha generato l'umanità, non è più fatto per noi...”.
6. (29) “the Queen of Night's Aria” - Ian McDonald (2/3)
“È quello che serve a questo benedetto mondo. Quello che serve davvero. Le donne, Faisal. Le donne. Lascia gli uomini soli e presto troveranno il modo di fare terra bruciata. Le donne sono una forza civilizzatrice.”
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