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Bussano alla porta

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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La recensione su Bussano alla porta

di supadany
7 stelle

La vita di ogni essere umano è contraddistinta/scandita/determinata da una serie pressoché tendente all’infinito di scelte, di vario ordine e magnitudo. Nella maggior parte casi, finiscono relegate nel pacchetto delle consuetudini, si esauriscono senza lasciare segni evidenti, vengono elaborate con leggerezza e attuate d’istinto. Poi ve ne sono altre che assumono la fisionomia di un crocevia, che diventano punti di svolta in grado di imprimere una direzione piuttosto di un’altra.

Alcune di queste vengono prese/accolte a cuor leggero, altre a braccia aperte e il battito cardiaco accelerato, poi ce ne è sempre una parte che, per via di tornaconti complessi, viene appuntata nella lista delle cose rimandate, posticipate in attesa di capire meglio la situazione, di valutarla nel dettaglio. In circostanze del genere, non è per niente scontato che le occasioni si ripresentino nella medesima fisionomia, senza riverberi e/o danni irreparabili.

Dopo il tempo in Old, con Bussano alla porta M. Night Shyamalan punto dritto sulle decisioni, sul loro peso e sulle conseguenze che comportano, plasmando un meccanismo che, tra tesi e dimostrazione, opera in maniera prevalente nelle aree grigie, quelle più scomode e disorientanti, dentro le quali le risposte richiedono uno sforzo aggiuntivo, talvolta indicibile.

La spensierata vacanza del nucleo familiare composto da Andrew (Ben Aldridge – PennyworthFleabag) ed Eric (Jonathan Groff – MindhunterMatrix resurrections), una coppia di omosessuali, insieme alla figlia adottiva Wen (Kristen Cui – esordiente), è sconvolta dall’apparizione di quattro sconosciuti, che si presentano improvvisamente alla loro porta.

La situazione prende una piega imprevedibile quando Leonard (Dave Bautista - Guardiani della galassiaGlass onion: Knives out), Sabrina (Nikki Amuka-Bird – LutherOld), Adriane (Abby Quinn – Radium girlsDopo il matrimonio) e Redmond (Rupert Grint – Harry PotterServant) avanzano una richiesta considerata semplicemente folle.

L’evoluzione degli eventi, non solo quelli interni all’abitazione, creeranno molteplici turbamenti, imponendo alle vittime dell’aggressione di uscire dal loro canonico modo di pensare.

 

Kristen Cui, Jonathan Groff, Ben Aldridge

Bussano alla porta (2023): Kristen Cui, Jonathan Groff, Ben Aldridge

 

Adattamento del romanzo cult La casa alla fine del mondo, scritto da Paul G. Tremblay e pubblicato nel 2018, Bussano alla porta riprende i canoni di tanti altri film di genere visti negli ultimi anni, rielaborati nello stile (a)tipico e sui generis di M. Night Shyamalan.  

Si presenta ai nastri di partenza come un consueto home invasion (da Panic room a Them, passando per Alta tensione e una lista sterminata di succedanei di dubbia validità) corredato da svariate derivazioni, dall’ambientazione (Quella casa nel bosco) all’arrivo di ospiti indesiderati, inattesi e – sulla carta – squilibrati (Noi), per poi perseguire un personale binario che abiura qualsivoglia deroga.

Salta con prepotenza i preliminari, tiene il fiato sul collo e – congiuntamente - in sospeso, esibisce una naturale propensione alla destabilizzazione, quella che il suo content creator ottiene predisponendo condizioni surreali/assurde per mettere a terra, e successivamente aprire/spalancare, valvole di sfogo che secernano paure concrete, quelle che temiamo ma che riteniamo destinate a non verificarsi mai.

Nella fattispecie, M. Night Shyamalan (ri)chiede allo spettatore di partecipare attivamente, di aprire gli occhi, di raddrizzare le antenne e di osservare in modo diverso, di rivedere la sua forma mentis, di praticare uno spirito critico. Al di là di un congegno di genere che rimane comunque sia funzionale, che non allunga il brodo ed è attrezzato con una bomba a orologeria (ingiusto dire se e come esploderà), il suo valore discriminante risiede nelle costruzioni mentali che allestisce e stimola, nelle suggestioni che pone sul piatto, suggerendo di ravvivare l’immaginazione, di fare un passo in avanti andando anche oltre il film stesso.

Per ultimo, i personaggi hanno peculiarità specifiche, fanno parte di una scacchiera calibrata nella quale tutte le mosse sono prestabilite al millimetro, con scelte felici ed eterogenee del casting, interpreti spremuti da una contingenza claustrofobica, intensificata dalla volontà di stringere sui volti. Così facendo, svettano la possente e fatalista umanità di Dave Bautista, l’ardore protettivo di Ben Aldridge, la sensibilità di Jonathan Groff, gli occhi sgranati di Abby Quinn, il premuroso dolore emanato da Nikki Amuka-Bird e la lucida follia di Rupert Grint, senza scordare lo sguardo incontaminato ed espansivo della giovanissima Kristen Cui.

 

Nikki Amuka-Bird, Dave Bautista, Rupert Grint, Abby Quinn

Bussano alla porta (2023): Nikki Amuka-Bird, Dave Bautista, Rupert Grint, Abby Quinn

 

In conclusione, tra entusiasmi (Il sesto sensoThe village) e delusioni (GlassThe lady in the water), periodi d’oro (SignsSplit) e passaggi a vuoto (After earthL'ultimo dominatore dell'aria), M. Night Shyamalan continua a rimanere uno dei registi più stimolanti e controversi su piazza, che con Bussano alla porta fa nuovamente discutere di sé, innamorare e incavolare, senza accontentarsi di impaginare uno sterile compitino.  

Tra un futuro cataclismatico e un presente dominato da istinti conservatori, paranoie e profezie, le propensioni del singolo individuo e il destino dell’umanità, proiezioni settate su visioni nefaste e stazionamenti dovuti agli appigli della ragione, scatti di violenza e gesti amorevoli, spalle al muro e sensi di colpa, contrasti e contrappassi, una clessidra che fa il suo corso e la – conclamata - crisi della società moderna.

Puntuale e spietato, pervasivo e metodico, con ragionamenti multidirezionali.

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