Se non conoscete le terribile, mefitica figura di Jimmy Savile – un orco delle fiabe preso in prestito dalla realtà, dunque esponenzialmente peggiore – The Reckoning, docudrama prodotto da ITV e distribuito da BBC, è un ottimo, inquietante punto di partenza. Non è un documentario, come l’originale ITV Exposure: The Other Side of Jimmy Savile che, andato in onda nell’ottobre del 2012 a un anno dalla scomparsa di Savile, di fatto ha forzato l’apertura di un’enorme indagine post mortem e in ritardo di almeno 50 anni che però, quantomeno, ha finalmente dato ascolto alle vittime. Non è nemmeno una ricostruzione drammatica con attori scarsi che fanno le scenette da villaggio vacanze tra un’intervista e l’altra. È una vera e propria serie biografica, scritta con intenti drammaturgici e interpretata con mefistofelica energia da Steve Coogan, che però viene inserita in una cornice di cronaca che premette didascalicamente alcuni fatti e mostra alcuni estratti delle testimonianze fornite dalle vittime di Savile. È una scelta che ha un forte impatto retorico, dando un nome, un volto e una voce agli abusi sessuali, fisici e psicologici, che Savile ha perpetrato nel corso dei decenni; nel migliore dei casi, forza lo spettatore a non voltarsi dall’altra parte e a non trattare questa ricostruzione come l’ennesima storia facile da spersonalizzare.

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The Reckoning

Facciamo un passo indietro e parliamo di cose se non positive, quantomeno agrodolci: Jimmy Savile è morto il 29 ottobre 2011, purtroppo alla veneranda età di 84 anni. Nel corso della sua vita è stato una delle più celebrate personalità radiotelevisive della Gran Bretagna, prima alla conquista dei giovani come presentatore di Top of the Pops e poi beniamino dei bambini con Jim’ll Fix It, contenitore del sabato sera di BBC in cui Savile esaudiva i desideri dei suoi piccoli spettatori. Utilizzando il suo ampio e ben pubblicizzato lavoro di beneficienza, è riuscito a insinuarsi nel cuore di una delle più importanti istituzioni della società inglese. Elementare Watson, proprio quella con più esperienza nel fare la gnorri sugli abusi ai minori. Savile era ostentatamente cristiano cattolico e l’istituzione ecclesiastica approvava l’endorsement di una celebrità famosissima e à la page, amata da grandi e piccini, e nota per le proprie opere caritatevoli.

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The Reckoning

The Reckoning ha il manifesto e dichiarato obiettivo sia di esaminare i motivi per cui Savile è stato in grado di nascondersi in bella vista, sfruttando posizione e privilegio per commettere innumerevoli e gravi atti di violenza sessuale, molti dei quali a danni di minori; sia di mettere alla berlina i metodi con cui le voci delle vittime sono state ignorate e silenziate nel corso degli anni. È una drammatizzazione basata su ricerche dettagliate – d’altronde il caso di Savile ha agitato le coscienze britanniche come pochi altri scandali degli ultimi 20 anni – ricostruzioni verificate e lunghe interviste con le vittime. In tutto questo, la cosa potenzialmente più ridicola è che non solo Savile è rimasto impunito senza mai nemmeno essere costretto a fare le cose particolarmente di nascosto; ma oltretutto si è scelto come epitaffio, inciso a lettere d’oro sulla lapide di marmo nero che impreziosisce la sua tomba, la frase: “It Was Good While It Lasted”. È stato bello finché è durato. Che rabbia.

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The Reckoning

C’è abbastanza aria narrativa, in questa miniserie, da far partire la fabula nel 1962, quando il trentaseienne Savile aveva già, da una parte, una facciata pubblica da celebre disc jockey di provincia che metteva su le musichine per far agitare i ragazzi nelle balere di Leeds, Manchester e dintorni; e dall’altra la sostanza del violento gestore di locali che non esita a far picchiare un ragazzino che ha tentato di entrare gratis nella sua discoteca. Nella versione che racconta agli altri, Savile è ammantato della stessa aura di Elvis Presley e Gesù, quella misteriosa ed enigmatica qualità che arriva direttamente da Dio; nella versione che applica nella pratica, invece, è un imprenditore di se stesso spietato e calcolatore, che ha fatto successo intuendo per primo che il baccanale della Swinging London poteva essere importato anche nei grandi centri urbani del nord del paese. Il tutto sopportando a labbra serrate i pranzi con la vecchia madre bigotta, la cosiddetta Duchessa, che disapprova le sue scelte di vita e di carriera e gli dice serenamente in faccia che la BBC non farebbe mai lavorare uno come lui, con un accento da bifolco dello Yorkshire così marcato. Il Savile di The Reckoning trae energie pessime da questo rapporto con la madre, che pian piano si tramuta in ossessione: Jimmy cerca parossisticamente l’approvazione materna, anche a costo di comprarla.

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The Reckoning

Savile viene mostrato come un ometto piccolo, cattivo, ferito, ambizioso, furbo, violento, narcisista, vanaglorioso. Astemio. E abbastanza cinico e/o dissociato dalla realtà da rispondere “Come un prete in un confessionale” alla domanda “Sai tenere un segreto?”. Steve Coogan è eccellente nel ruolo del protagonista e dell’attore che si è dovuto cuccare dieci trucchi e parrucchi differenti per interpretare il ruolo nelle varie decadi della sua vita. Per quanto sia bravo, però, a livello anagrafico il 58enne Coogan è oggettivamente fuori tempo massimo per vestire i primi panni del trentaseienne Savile. Eppure la scelta funziona, nell’ottica di amplificare il devastante senso di viscido e di disgusto che si respira tutte le volte che questo quasi quarantenne costringe una ventenne ad avere rapporti sessuali con lui. L’episodio pilota si conclude con l’esordio di Savile come presentatore di Top of the Pops, il celeberrimo programma BBC che lo porterà alla fama nazionale e al definitivo successo. All’epoca, Top of the Pops lo guardavano tutti; anche le ragazze, i ragazzi, le bambine e i bambini che Savile aveva già molestato, impunito, fino a quel momento, sfruttando la sua posizione di potere come gestore di locali, personaggio famoso o, semplicemente, come uomo. Tutti lo guardavano con gioia, quel programma, colpiti dalla nuova idea di portare il pop, la musica dei giovani, in televisione; alcuni e alcune, invece, lo guardavano con terrore.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.