Regia di Otto Preminger vedi scheda film
Otto Preminger si ispira a Bizet per dare un’appassionata rappresentazione dell’anima nera dell’America. In un quadro dai colori caldi, la musica sgorga come un dolcissimo liquore, che disegna i contorni dei sentimenti accarezzandoli morbidamente con voce rotonda e piena. Lo spirito gitano dell’opera originale si trasfonde qui nella storia corale di un popolo di soldati, pugili, cantanti, braccianti ed operai che combatte strenuamente per la propria identità, tra il romanticismo dei sogni individuali e la leggendarietà della lotta collettiva. Il sole del Sud è il timbro impresso sulla natura selvaggia, sulla carne bruna e sulle stoffe variopinte, come un lembo d’Africa che, trapiantato oltreoceano, sbocci in una rigogliosa visione di grandezza. La compostezza della recitazione - sottolineata dai movimenti lenti, fluidi e precisi della macchina da presa - riprende quel sereno dolore e quella energica stanchezza che sono il respiro melodico del gospel, mai completamente triste e mai irrimediabilmente rassegnato. La poesia di Carmen Jones ha la genuina intensità di un murales, stemperata dalla nobile eleganza di un affresco, in cui è la gente comune, con le sue sofferenze ed i suoi desideri, a dare corpo alla immortale e indefinibile sostanza del dramma d’amore.
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