Si potrebbe iniziare dalla fine con un’affermazione: Alain Guiraudie è un cineasta che fa dei film “divertenti”. Il punto cruciale è: come fanno i suoi film a essere così divertenti senza essere delle commedie? E poi: Guiraudie è senz’altro il cineasta francese più “francese” del “mondo”. Nel suo cinema, ambientato in una Francia profonda, fatta di piccoli villaggi, boschi, radure, laghi e, al massimo, cittadine di provincia, resiste un modo di essere che solo nel cinema di Claude Chabrol, ma attraverso altre chiavi di sguardo, si è manifestato con altrettanta forza e precisione. Nei film del regista si cammina molto, si passa di trattoria in trattoria, si fa molto l’amore, a volte come di passaggio, e ogni innamoramento smuove le linee dell’ordinamento sociale. Poi, si continua a camminare e si prosegue.

Félix Kysyl, Catherine Frot
L'uomo nel bosco (2024) Félix Kysyl, Catherine Frot

I personaggi di Guiraudie posseggono del flâneur la svagatezza e una leggerezza che li fa sembrare come staccati da terra, eppure ciò che li spinge avanti è una irrequietezza picaresca, un muoversi da un amplesso a una pulsione, da un bicchiere di vino al prossimo: di avventura in avventura come se queste non fossero altro che piccoli incidenti che capitano a chi prova davvero a vivere. Guiraudie ha dalla sua uno stile invisibile; come se girasse una scena dopo l’altra senza preoccuparsi di mettere in scena. Ed è in questo suo modo di fare film che risiede la sua unicità, perché oggi in Francia nessuno gira più come lui. Lo faceva Claude Chabrol che non a caso era accusato di non avere uno stile. E poi c’è il controcampo del cinema di Guiraudie che sono i suoi libri. Con l’eccezione di Ici commence la nuit, sono tomoni che oscillano fra le oltre 400 pagine di Pour les siècles des siècles, le quasi mille di Rabalaïre Persona non grata, l’ultimo in ordine di tempo (altre 400 pagine...). Fra la scrittura di Guiraudie e i suoi film esiste, come elemento unitario, la medesima assenza di orpelli decorativi.

Félix Kysyl
L'uomo nel bosco (2024) Félix Kysyl

L’altro elemento comune è il vuoto, il buco nel cuore, con i quale convivono i suoi personaggi. E poi, certo, il sesso, un erotismo grafico che sembra a volte essere come posseduto dagli eccessi di Rabelais e di Restif de la Bretonne. Eppure, ciò che sconcerta sempre è il candore con il quale i suoi protagonisti passano attraverso gli abissi di colpe, pulsioni e delitti, conservando l’innocenza infantile, mossi sempre dal desiderio di innamorarsi un’altra volta. Magari solo per sentire cosa prova il cuore quando riprende a battere ferocemente, mentre il corpo già si tende in uno spasimo di desiderio incontenibile. Ecco, riuscire a far ridere con queste “cose”, come accade con Viens je t’emmène (possiamo rifiutarci di citare il titolo italiano?) o il magnifico Rester vertical (l’esilarante titolo del giornale che fece scoppiare la sala a Cannes!) o il gag del pene enorme del sacerdote ma mostrato come se fosse la cosa più ovvia del mondo di L’uomo nel bosco (su MUBI) è un’impresa non banale. Insomma: Alain Guiraudie è un cineasta chiave per la resistenza del cinema.

Autore

Giona A. Nazzaro

Direttore artistico del Festival del Film di Locarno. Programmatore Visions du Réel di Nyon (Svizzera). Autore di libri e saggi. Dischi, libri, gatti, i piaceri. Il resto, in divenire.

Il film

locandina L'uomo nel bosco

L'uomo nel bosco

Drammatico - Francia 2024 - durata 103’

Titolo originale: Miséricorde

Regia: Alain Guiraudie

Con Félix Kysyl, Catherine Frot, Jacques Develay, Jean-Baptiste Durand, David Ayala

Al cinema: Uscita in Italia il 16/01/2025

in streaming: su Amazon Video Timvision MUBI Amazon Channel MUBI