«Avevo voglia d’avvicinarmi con la camera a mano alle persone, star loro vicino, entrare nelle loro case, partecipare della loro vita, farne parte per poterla raccontare... Per me il cinema è rapporti, è relazioni». Sono questi i sentimenti provati - e trovati - da Leandro Picarella, regista di Segnali di vita, suo terzo lungo che, dopo l’anteprima alla Festa di Roma 2023 e il passaggio al 72° Trento Film Festival (vedi Film Tv n. 18/2024), comincia, dal 29 aprile 2024, il tour nelle sale. Un film che parte seguendo il desiderio d’isolamento di un astrofisico - disposto a fare, durante l’autunno e l’inverno, da custode all’osservatorio astronomico di Lignan, villaggio di poche anime in Valle D’Aosta - e trova il senso della comunità.

Leandro Picarella
Segnali di vita (2023) Leandro Picarella

Mi verrebbe da parlare a proposito del tuo nuovo film, ma dimmi se sbaglio, di una verifica incerta. Provo a spiegarmi meglio: quello che cerchi di fare è mettere alla prova la vita - e il coglierla attraverso i modi del documentario - con la scrittura o il contrario?
Direi la prima. Un amico m’ha detto: «Tu sei un aggregante; metti insieme le persone, le cose per provare a plasmarle in una nuova forma. Io penso d’aver fatto questo; ma per riuscire devi prima vivere il posto, la gente, capire, cercare di cogliere quegli elementi che ne rappresentano l’essenza per poi provare e rievocarli con i mezzi linguistici del cinema: trovare, non cercare la verità come direbbe Tarkovskij, e per trovarla serve partire dalla contemplazione della realtà, lasciarsi affascinare, e da lì cogliere l’essenziale, restituirlo per permettergli di vibrare».

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Segnali di vita (2023) scena

Il cortocircuito tra scrittura e vita tocca punti d’incandescenza quando il protagonista, l’astrofisico Paolo Calcidese, si confronta con gli abitanti della comunità alpina sul tema delle misconcezioni scientifiche. È nei momenti di faccia a faccia che si esprime più compiutamente il tuo gesto registico?
Forse sì. L’avevo già sperimentato in Divinazioni. Qui mi riconosco in Paolo, in questa figura che fa parlare gli altri, che fa loro delle domande. E son tutti momenti reali. Perché il dispositivo funzionasse ho capito che il faccia a faccia doveva avvenire nel momento in cui accendevo la camera, che non ci fosse nessun incontro prima, proprio per poterlo cogliere sul nascere.

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Segnali di vita (2023) scena

Sempre parlando di interferenze, in Segnali di vita quando arriva l’omonimo brano di Franco Battiato che dà il titolo al film? È sopraggiunto alla fine come chiusa perfetta o è una canzone che “ha lavorato” sul processo di scrittura?
Mentre salivo in montagna per lo sviluppo del film, nell’estate del 2021, arriva questo brano. I versi «Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire/Le luci fanno ricordare/Le meccaniche celesti» mi hanno fatto capire quello che stavo cercando di dire e tutto si è armonizzato. Mi piace pensare che lo spettatore alla fine possa pensare di aver visto un’ispirazione nata da quel testo.

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Segnali di vita (2023) scena

E come ha lavorato il film sulla comunità dove hai filmato? Perché quello che fai non è soltanto un lavoro d’osservazione, ma anche d’azione sulla realtà, nel senso che la fai “recitare”.
Attraverso il film si è rinsaldata una comunità che era completamente scollata, anche a causa dell’osservatorio, che veniva percepito come un corpo estraneo rispetto al quale la gente nutriva un complesso d’inferiorità, tanto da non esserci mai entrata. Lavorare a questo progetto ha permesso alle persone di ristabilire una sintonia e a me di far parte di quella comunità. Alla fine non so dirti se le ho aiutate più io o se sono state loro ad aiutare me.

Autore

Matteo Marelli

«Il critico non fa il cinema, ci va. La sua grandezza – non il suo limite – è questa: teniamocela stretta»

Il film

locandina Segnali di vita

Segnali di vita

Documentario - Italia, Svizzera 2023 - durata 106’

Regia: Leandro Picarella

Al cinema: Uscita in Italia il 29/04/2024