Due uomini, due comunità, un conflitto ancestrale tra bene e male, pescatori e bracconieri. E soprattutto un fiume come ragione di vita e di morte, il Po, che fa da sfondo alle vicende di Delta, secondo lungo di Michele Vannucci dopo Il più grande sogno.
Partiamo proprio dal Po, ambiente più volte protagonista al cinema, paesaggio di nebbie e paludi. Perché questa scelta? Un incontro casuale o lo hai fortemente voluto?
Le storie sono come gli incontri, spesso casuali. E quando capisco che c’è qualcosa che mi riguarda, allora mi appassiono. Col fiume è stato così. Mi ha avvicinato a queste comunità, a queste persone che poi sono diventate personaggi del film. L’approccio visivo è stato immediato, il paesaggio, spoglio e spesso vuoto, ha continuato a crescere in me: è una terra di confine tra Veneto ed Emilia, che nel film diventa anche ulteriore frontiera di modi di vivere contrapposti. Il fiume si identifica con la gente, e porta con sé un certo immaginario.
Un microcosmo ideale per raccontare vite in conflitto, la legge e la sua trasgressione.
Sì, l’uomo e la natura, l’uomo e il suo contesto. Vite precarie, la paura del nemico, dello straniero. Il profondo malessere esistenziale e sociale. Una sfida adrenalinica, che ci porta dentro a quel fiume. Noir, western: lo scenario incontra il racconto di genere.
Un po’ Giuseppe De Santis - come ha sottolineato il direttore di Locarno Giona A. Nazzaro, che ha portato Delta al festival in Piazza Grande lo scorso agosto - e forse anche un po’, tra gli altri, Walter Hill.
Ho rivisto recentemente Riso amaro, che è un film bellissimo con un racconto, anche lì, di comunità: il lavoro, la legge infranta, l’elaborazione di un immaginario. Di Hill certo c’è l’eco del cinema d’azione, ruvido, fisico: I guerrieri della palude silenziosa è un film che amo molto.
Nei tuoi film sembri privilegiare un mondo con personaggi maschili forti, ma al tempo stesso anche fragili...
Vedo come la violenza può trascinare con sé le persone. La mia paura più grande, oggi, è l’oscurità crescente nel mondo e la violenza che questa genera. I personaggi di Delta vivono nella capacità di sognare una comunità che è meglio di loro. Cercano entrambi di costruire, in maniera diversa, un mondo migliore. Sono vite precarie.
Con Alessandro Borghi lavori da tempo, era il protagonista del tuo primo film, con Lo Cascio è la prima esperienza.
Con Alessandro sono ormai dieci anni che ci conosciamo. Assieme abbiamo costruito il suo personaggio, Elia, un bracconiere che vive in una comunità rumena. Avevo voglia di creare un controcanto forte, per questo ho pensato a Lo Cascio scrivendo Osso, un ambientalista che vuole difendere l’integrità del proprio territorio. Nel lavoro Lo Cascio è uomo molto generoso, vedi la sua bontà guardandolo negli occhi.
Ci sono anche due personaggi femminili, che portano un maggiore spessore psicologico sia al film sia ai due protagonisti maschili, tesi sempre all’azione.
Avevo bisogno di sondare anche un universo parallelo di donne. La sorella di Osso è il personaggio che racconta la sua famiglia, gli sta sempre vicino. Anna, invece, è una donna che scavalca i confini della storia: è una che rischia tutto, trasversale, non ha paura di comprendere anche l’altra faccia della vita. Sta con Osso, ma l’arrivo di Elia crea in lei uno scombussolamento, ne è attratta, cerca di capire la sua comunità, vi si avvicina.
L’ingresso di Matteo Rovere e di Groenlandia nella produzione mi sembra abbia dato un impulso preciso alla storia, ma soprattutto al modo di raccontarla: materico, fisico.
Avevo già lavorato con Giovanni Pompili e Kino Produzioni, e il mondo di Rovere si è sommato con facilità, con personaggi che si specchiano nella sua idea di cinema. Agli elementi più esistenziali si aggiunge una maggiore spettacolarizzazione. Inoltre vorrei ricordare anche l’apporto alla sceneggiatura di Massimo Gaudioso, fondamentale per il lavoro sul “genere”, durato cinque anni.
C’è una canzone che ritorna a più riprese nel film, ed è ...E la luna bussò di Loredana Bertè. Che cosa ti piace di questo brano?
Nel film è un po’ la canzone della famiglia, che Osso e la sorella cantano insieme in auto. Chiaramente è una canzone che amo molto. Parla di una chiamata in luogo buio. Credo che identifichi bene l’essenza di Delta.
Il film
Delta
Drammatico - Italia 2021 - durata 105’
Regia: Michele Vannucci
Con Alessandro Borghi, Luigi Lo Cascio, Emilia Scarpati Fanetti, Greta Esposito, Marius Bizau, Denis Fasolo
Al cinema: Uscita in Italia il 23/03/2023
in TV: 19/12/2024 - Sky Cinema Drama - Ore 04.35
in streaming: su Now TV Apple TV Google Play Movies Amazon Video
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