La recensione su The Day a Pig Fell Into the Well

di AndreaVenuti

9 stelle

The Day a Pig Fell into the Well, Hong Sang-soo, 1996

Il 1996 in Corea del Sud è l’anno dei grandi esordi e certamente non poteva mancare una figura atipica ed altamente riflessiva come Hong Sang-soo alle prese con The Day a Pig Fell Into the Well, il suo primo lungometraggio.

Hong Sang-soo fin dai primi minuti mette in scena un certo minimalismo vicino alla Nouvelle Vouge taiwanese proponendoci una narrazione episodica narrativamente discontinua ma intrecciata in punti strategici il cui fil rouge è lo scrittore fallito Hyo-sup (Kim Eui-sung).

Il film è tutto focalizzato su personaggi tremendamente reali e problematici, eroi senza qualità alle prese con una quotidianità passiva incentrata sulla ricerca di avventure sentimentali altamente nocive.

In precedenza parlavo di un certo minimalismo da ritrovare soprattutto nella quotidianità dei protagonisti in quanto stilisticamente l’ormai celebre regista coreano, pur rinunciando prepotentemente ad uno stile risonante, ricerca una regia sobria ma contemporaneamente sofisticata con l’intento di accentuare il degrado fisico e morale dei suoi protagonisti.

Pensiamo all'inquadratura a piombo su Dong-Woo, mossa stilistica che enfatizza tutto il disagio del nostro soggetto, intento a cambiarsi i calzini in un misero bagno pubblico poichè in precedenza sul pullman un signore con "molta delicatezza" gli ha rigurcitato il pranzo addosso; il nostro sventurato salaryman è perennemente fuori per lavoro inoltre non se la passa bene con la moglie, la quale disillusa e depressa lo tradisce.

Di contro il marito paga prostitute con il solo scopo di provare a ricreare dei possibili e idilliaci dialoghi matrimoniali, fallendo miseramente.

Esordio altamente interessante...

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