Il lato interessante della visione di Vice Is Broke è essenzialmente quello di spingere a una riflessione retrospettiva: ci ha fatto del bene la spregiudicatezza della rivista “Vice”, il suo indulgere nelle pratiche più censurabili di una generazione? Oppure le sue continue provocazioni - che suonavano coraggiose ma nascondevano il cinismo di chi è disposto a tutto pur di sentirsi cool - hanno spianato la strada al peggio? Di fatto, scoprire che l’anima della rivista Gavin McInnes ammantava di ironia un’ideologia ultrareazionaria (che lo ha portato a essere un co-fondatore dei Proud Boys) ha relativamente rappresentato una sorpresa.

Eddie Huang, ex firma di “Vice”, chef e autore (di Fresh off the Boat, da cui nacque una serie per ABC), mostra da subito di non avere la stoffa per compiere quella riflessione. Come regista si smarrisce tra stili contrastanti, senza la capacità di coinvolgimento di una “maranzata” Netflix né la stratificazione che ci si aspetterebbe da MUBI. E pure come testimone oculare credibile e analitico delude: le sue interviste sono interlocutorie o “perdenti” (McInnes se lo divora) e la sua nostalgia per i tempi d’oro del magazine è mitigata dal fatto di essere in credito di denaro mai ricevuto da “Vice”.

Ma su questo, come direbbe Pete Townshend, «Why should I care»? Per distinguersi Huang prende in giro i doc su casi analoghi, come WeWork, ma poi si incanala nella più classica parabola di ascesa e caduta, provando a raccontare quanto “Vice” fosse figo e necessario e come i soldi e l’ambizione smisurata del fondatore Shane Smith ne abbiano corrotto lo spirito. Peccato che ciò si desuma dopo cinque minuti di lettura di un articolo decente sul tema.
Il documentario
Vice Is Broke
Documentario - USA 2024 - durata 102’
Titolo originale: Vice Is Broke
Regia: Eddie Huang
in streaming: su MUBI Amazon Channel MUBI
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