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Limonov: The Ballad

Regia di Kirill Serebrennikov vedi scheda film

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La recensione su Limonov: The Ballad

di alan smithee
6 stelle

Ben Whishaw

Limonov: The Ballad (2023): Ben Whishaw

FESTIVAL DI CANNES 77 - CONCORSO

Il regista russo dissidente Kirill Serebrennikov si ispira al romanzo biografico omonimo di Emmanuel Carrère incentrato sulla figura, certo non meno dissidente, del poeta ed oppositore russo Èduard Limonov.

Il regista di Parola di Dio (2016), Summer (2018), Petrov's flu (2021) e La moglie di Tchaichovsky (2022) lo fa concentrandosi in particolare sui suoi tormentati grandi amori, soprattutto giovanili, in giro per il mondo.

Avversario politico risoluto ed irriducibile di Putin, ?duard Veniaminovi? Savenko, in arte Limonov, visse la sua vita da profugo fiero, ma nacque teppista di strada nell'Ucraina sovietica del dopoguerra, diventando un poeta autodidatta a Mosca negli anni del cosiddetto "disgelo" Emigrato a New York, perde tutto e la sua vita alterna stati di indigenza da vero barbone a impieghi di fortuna come maggiordomo in casa di milionari.

 

Ben Whishaw

Limonov: The Ballad (2023): Ben Whishaw

Ben Whishaw

Limonov: The Ballad (2023): Ben Whishaw

Poco per volta raggiunge la fama in Francia scrivendo schiettamente delle sue vicissitudini e appetiti sessuali; cacciato dai salotti letterari dopo aver combattuto in Jugoslavia al fianco di criminali di guerra serbi, torna infine nella Russia post-sovietica, fondando un partito "nazional-bolscevico" e diventando inaspettatamente uno dei riferimenti dell'opposizione a Putin. Una vita di eccessi, sbandi, battaglie e lotte per portare avanti la propria indole di spirito liberi e provocatorio.

Un soggetto sulla carta perfettamente nelle corde dell'estroso e talentuoso regista russo, che si slancia a descriverne gli stravaganti, spesso incontenibili aneliti amorosi, più che artistici.

Anzi, piuttosto che amorosi, soprattutto erotici, frutto di estrosi risvolti caratteriali e di eccessi.

 

Ben Whishaw

Limonov: The Ballad (2023): Ben Whishaw

Un film rutilante come un elaborato videoclip, che se da un lato conferma la potenza visionaria ed estetica dell'abile cineasta russo, dall'altro finisce forse anche per smarrirsi tra festini e vezzi troppo fini a se stessi, poco adatti o degni a descrivere il pensiero artistico di un personaggio certo complesso, ma certamente non solo legato alla propria esagitata stravaganza.

Tra le note positive del film, certamente va menzionato l'impegno e la verve attoriale del bravissimo protagonista Ben Whishaw, perfetto a rendere le pulsioni incontenibili di questo stravagante artista e autore.

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