Trama
Fern, una donna sulla sessantina, ha perso tutto a causa della Grande Recessione. Comincia allora a muoversi per tutto l'Ovest americano, vivendo come una nomade a bordo del suo furgone.
Approfondimento
NOMADLAND: UN INNO ALLA VITA LIBERA
Diretto e sceneggiato da Chloé Zhao, Nomadland racconta la storia di Fern, una sessantunenne che, in seguito alla crisi economica che ha spopolato la sua cittadina nel Nevada (legata alle attività di una azienda mineraria che chiude i battenti), decide di prendere il suo furgoncino e di mettersi in viaggio per il vasto paesaggio del West americano. Così facendo, scoprirà cosa significa oggi vivere come una nomade al di fuori di tutte le regole e le imposizioni della società circostante.
Con la direzione della fotografia di Joshua James Richards, i costumi di Hannah Peterson e le musiche di Ludovico Einaudi, Nomadland è il libero adattamento di Nomadland: Un racconto d'inchiesta di Jessica Bruder. A voler l'adattamento è stata l'attrice Frances McDormand, come ha avuto modo di raccontare la regista Zhao: "Frances ha acquisito i diritti di adattamento del libro di saggistica nel 2017 con l'idea d trarne un film. Il libro è un'opera di giornalismo investigativo e tratta in ogni capitolo un argomento diverso. Per metà si concentra sulla vita nomade e per metà racconta dell'esperienza di Jessica che in incognito si è presentata in un centro logistico Amazon e ha lavorato nella raccolta di barbabietole. Sapevo ben poco sulle comunità nomadi ma attraverso le mie ricerche ho scoperto un mondo sconfinato. Ho scoperto che coloro che diventano nomadi per scelta non vogliono star soli e hanno bisogno di trovare altri con cui condividere le loro esperienze un po' come i montanari di inizio Novecento: erano cacciatori di pellicce, amavano la natura, adoravano star da soli ed erano sempre impegnati nell'esplorazione, eppure si riunivano tutti insieme almeno una volta all'anno. A dar via al primo raduno nomade è stato Bob Wells, autore di un libro sul come vivere in un'automobile o in un furgone. Al primo raduno che ha organizzato nel 2011 c'erano 45 persone: nel 2019 erano invece circa 10 mila".
"Sin da quando mi è stato proposto - ha continuato la regista - sapevo che Nomadland non sarebbe stato un film facile né da fare né da vendere al pubblico. The Rider - Il sogno di un cowboy, il mio film precedente, era a suo modo un western. Nomadland, invece, parla di una donna anziana senza fissa dimora e tutti sappiamo come negli Stati Uniti esista una sorta di avversione verso le storie con protagoniste persone anziane o ai margini della società".
Curiosità
COMMENTO DELLA REGISTA
"Nell'autunno del 2018, mentre giravo Nomadland a Scottsbluff, Nebraska, vicino a un campo ghiacciato di barbabietole, mi ritrovai a sfogliare Desert Solitaire di Edward Abbey, un libro che mi aveva regalato qualcuno incontrato sulla strada. Sfogliandolo incappai in questo passaggio: "Gli uomini vanno e vengono, le città nascono e muoiono, intere civilta? scompaiono; la terra resta, solo leggermente modificata. Restano la terra e la bellezza che strazia il cuore, dove non ci sono cuori da straziare... a volte penso, senz'altro in modo perverso, che l'uomo è un sogno, il pensiero un'illusione, e solo la roccia è reale. Roccia e sole" (Edward Abbey, Desert solitaire. Una stagione nella natura selvaggia, trad. Stefano Travagli, Baldini & Castoldi, 2015, ndr). Per i successivi quattro mesi, mentre ci spostavamo per girare il film, fu un continuo andirivieni di nomadi; molti di essi conservavano rocce raccolte durante le peregrinazioni a bordo delle loro case su ruote alimentate dal sole. Dispensavano storie e saggezza davanti e dietro l’obiettivo della telecamera. Essendo cresciuta in città cinesi e inglesi, sono sempre stata profondamente attratta dalla strada aperta, un'idea che trovo tipicamente americana: la continua ricerca di ciò che sta oltre l'orizzonte. Ho tentato di catturarne uno scorcio in questo film, sapendo che non è possibile descrivere veramente la strada americana a un'altra persona. Bisogna scoprirla da soli"
Il cast
A dirigere Nomadland è Chloé Zhao, regista, sceneggiatrice e produttrice cinese. Nata nel 1982 a Pechino, si è mostrata abbastanza ribelle sin dall'adolescenza e, influenzata dalla cultura pop occidentale, ha frequentato un collegio a Londra prima di trasferirsi a Los Angeles per finire il liceo. Laureata in… Vedi tutto
Trailer
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- Leone d'Oro al Festival di Venezia 2020
- Miglior film al Premi Oscar 2021
- Miglior regia a Chloé Zhao al Premi Oscar 2021
- Miglior attrice protagonista a Frances McDormand al Premi Oscar 2021
Commenti (31) vedi tutti
è un po' algido, sia per la storia che per la realizzazione. Forse superficiale, forse privo di anima, di sicuro poco appassionante. Voto: 2,5 stelle (2023)
commento di robynestaTra pregi e difetti è un film che, tutto sommato, lascia un segno.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiRegista brava a filmare i tramonti, più adatta alla pubblicità di un SUV che a raccontare una storia in modo interessante. Il resto lo fa la superba Mcdormand
commento di r.237Mah, rimango perplesso e deluso, mi attendevo di più.
leggi la recensione completa di tobanisUn buon film e una buona interprete su un personaggio che fa scelte non sempre opinabili....assolutamente da non perdere.
commento di ezioDiscreto. Ho apprezzato il realismo e il modo in cui si narrano le vicende, la vita da nomade non viene né idealizzata né disprezzata, ma raccontata in modo distaccato e imparziale. D'altro canto sul piano personale non mi ha interessato o emozionato molto. Comunque da vedere.
commento di HaloahaloaUn film potente,che fluisce e che racconta la vita.Con tanti momenti di pura poesia.
commento di clarequiltyBuone notizie, con questo film ho risolto i miei problemi di insonnia, mi venivano delle crisi che sembravano arresti cardiaci
commento di ludovikUn vero capolavoro, che potrebbe essere considerato il successore di Parasite.
leggi la recensione completa di Utente rimosso (VictorAoki)Guardate quanto minimalismo, quanta poesia! e quanta poesia c’è in questo minimalismo…
leggi la recensione completa di valentina_sugarLa vita di una nomade USA manda in brodo di giuggiole le platee italiche che vi scorgono chissà quale profonda analisi e critica della società contemporanea, in realtà del tutto assente se non per qualche sporadica battuta. Nomadland è un film triste e deprimente (grazie anche ad una fotografia fredda) che si parla addosso senza approdare a nulla.
commento di bombo1Incompiuto, peccato una occasione sprecata. Voto: 6
commento di GARIBALDI1975Un bel film certo, ben diretto, bravissima Frances McDormand, però il suo personaggio non è ben scritto, il film intrattiene, ma non rimane troppo nello spettatore, poi ci sono troppi personaggi, buona parte che si potevano eliminare. Molte scene sono troppo veloci e alcune anche un po'inutili e non incidono come dovrebbero, altre riuscite bene.
commento di fisiognomicoUn bel film senza dubbio, ben diretto, ben fotografato... però l'ho trovato un po' caotico e con troppi personaggi con troppo poco spessore, che impediscono al film di essere veramente profondo o di poter lasciare sul serio qualcosa nel cuore dello spettatore. Intrattiene ma non lascia il segno.
commento di inthemouthofEPI cinefili delusi, che si aspettavano un documentario, forse potrebbero apprezzare l’insolito narrare che raccoglie – in modo originale – suggestive e frammentate immagini evocatrici di grandi film del passato, decontestualizzate e fatte rivivere per testimoniare una cultura che non deve morire.
leggi la recensione completa di laulillaUn road movie discontinuo, con punti di forza (protagonista, fotografia), ma altrettanti di debolezza (ripetitività, monotonia, carenza di sceneggiatura). Un'opera dal taglio realista con i suoi aspetti interessanti, ma da considerare sopravvalutata per i troppi prestigiosi premi ricevuti.
leggi la recensione completa di port crosUn film che ho apprezzato moltissimo. Chloe Zao dimostra anche di essere una regista veramente brava e attenta alle emozioni umane.Non oso immaginare cosa potrebbe fare unita alla genialità e alla grandezza della Marvel. Frances Mc Dormand domina, il lato emozionale conta veramente tanto e i nomadi sono tutti bravi. Veramente bellissimo
commento di max05Stupendo, misurato, poetico, emozionante. Non il solito road-movie, un film al contempo lieve e potente.
commento di sfrisoloFinalmente un Oscar meritato. Non date retta a chi scrive "evanescente", "modesto", "poco emozionante" e castronerie simili, perché questi con il Cinema non hanno assolutamente nulla a che fare. Un unico suggerimento: cercate di vederlo in lingua originale in quanto con il doppiaggio perde tantissimo. Troppo.
commento di Winnie dei poohNomadland, l'Oscar eVANescente
leggi la recensione completa di LAMPURRoad movie per raccontare una realtà forse più States che europea. Vivere in un camper, spostarsi periodicamente come uccelli migratori anche se poi questo senso di libertà alla fine sembra un percorso chiuso con passi che si ripetono. Adorabile il sottofondo di piano di L.Einaudi. C'è dell'Italia in questo Oscar!
commento di argo979Fotografia di grande impatto, buon montaggio e interessante prova di Frances McDormand. Per il resto trascurabile road movie con poche scene davvero memorabili e lunghi, tediosi segmenti caratterizzati a mio avviso da una certa confusione a livello di regia.
leggi la recensione completa di Gabriele_TModesto e, nonostante le grandi lode, modesta l'interpretazione di Frances Mc Dormand, che recupera con il mestiere ciò che non è scritto:l'analisi latita, le motivazioni pure ma ciò che non regge è proprio l'impalcatura: perché? Difficile trovare risposte ad un "on the road" in forma minimal,con poche luci e nessuna ombra ma tanti, troppi grigi.
commento di maurri 63Poetico e emozionante, tuttavia un po' di approfondimento sui personaggi e sulla dinamica delle situazioni non avrebbe guastato. La McDormand in questi panni è sempre al top.
commento di GabryLedNo-mad-land: “Non è un paese per matti”
leggi la recensione completa di leporello“Gli sembrava che il modo di morire di una persona avesse molto più significato del modo in cui era vissuto. O meglio, è il modo in cui si è vissuti a decidere il modo di morire.” (Haruki Murakami)
leggi la recensione completa di KurtisonicUna grande McDormand come sempre in un grande film. Una lezione importante di vita sbattuta in faccia ai borghesi piccolini e a ogni fan di Alberto Sordi e di Paola Cortellesi. Questa è la vita, questo è il Cinema, altro che il nostro cinemino per teatranti di una povera Italia di cazzari.
leggi la recensione completa di 79DetectiveNoirUn inno alla vita, o meglio, alla ricerca di una nuova vita dopo la perdita di ogni cosa. Nelle tematiche di Zhao si intravvede un critica alla mentalità borghese e ad materialismo capitalista aggressivo.Regia asciutta ma efficacie e funzionale,arrichitta dalle bellissime musiche di Einaudi e dall’ottimo cast. McDormand Top.Voto 8
commento di ange88Zhao punta sulla poetica della marginalità e l'epica delle minoranze,sfiorando il nervo scoperto delle falle del modello liberista post-subprime e puntando al valore di una scelta radicale e minoritaria che riassume nella decrescita felice e nella riscoperta del contatto con la natura una filosofia di vita alternativo alla stanzialità consumistica
leggi la recensione completa di maurizio73Dai Coen a Into the wild un coming of age della terza età che avrebbe voluto girare Clint Eastwood
leggi la recensione completa di CristianoSalmasoUn film istruttivo sull'idea pionieristica di vivere in viaggio su cui in effetti fonda le sue radici lo zio Zam. Un film che inietta come una malattia, il senso di perdita, di sconfitta, di inanità che un lutto grave come quello di un figlio per un genitore, di un marito per una moglie o la perdita di un lavoro stabile, può scardinare tra le "mura
leggi la recensione completa di gaiart