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Nomadland

Regia di Chloé Zhao vedi scheda film

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La recensione su Nomadland

di port cros
6 stelle

Un road movie discontinuo, con punti di forza (protagonista, fotografia), ma altrettanti di debolezza (ripetitività, monotonia, carenza di sceneggiatura). Un'opera dal taglio realista con i suoi aspetti interessanti, ma da considerare sopravvalutata per i troppi prestigiosi premi ricevuti.

Frances McDormand

Nomadland (2020): Frances McDormand

 

Voto: 6,333 su 10

 

 

Chloé Zhao ha fatto incetta di premi cinematografici (Leone, Oscar) nell'anno della pandemia con il suo dramma indipendente on the road dal taglio documentaristico sul mondo dei nomad, che vivono un'esistenza che non contempla case con fondamenta, contratti a tempo indeterminato e legami stabili, e si spostano attraverso l'America su furgoni che attrezzano come vere e proprie abitazioni, migrando di città in città e di lavoro precario in lavoro precario.

Fern (Frances McDormand) è una sessantenne che la vita, togliendole dapprima il marito per il cancro e poi li lavoro per la crisi del settore manifatturiero, ha messo in una condizione di instabilità e mancanza di punti di riferimento, per cui decide di mettersi anche lei in viaggio sul suo scalcagnato van “Avanguardia”, diventando parte di una comunità umana marginale ma unita, fatta di solitari capaci di grande solidarietà.

 

 

Frances McDormand

Nomadland (2020): Frances McDormand

 

 

Tra i pregi del film c'è sicuramente una bella fotografia, soprattutto nelle ripetute scene crepuscolari di panorami tinti di rosa nell'incombere della notte, nelle albe altrettanto magnifiche, e in generale nel riprendere i suggestivi paesaggi di un'America splendida paesaggisticamente, ma desolata sul piano sociale.

Sotto questo aspetto, l'autrice sceglie di non fare del film un libello di denuncia sociale sugli effetti nefasti delle crisi innescate dal capitalismo predatorio, ma cerca piuttosto di mostrane con realismo gli effetti deleteri sulla vita di tante persone confinate ai margini.

Tra i meriti va citata anche la prova della sempre brava Frances Mc Dormand, onnipresente in ogni scena in mezzo a veri nomads che interpretano se stessi, che con Fern agguanta il terzo Oscar da protagonista (più di lei solo la mitica Katharine Hepburn con quattro).

 

Frances McDormand

Nomadland (2020): Frances McDormand

 

Tuttavia la pellicola indipendente, perennemente alla ricerca di un effetto-verità, finisce per apparire fin troppo scarna ed evanescente, e, affidandosi durante le riprese in larga parte all'improvvisazione, soffre per l'assenza di una sceneggiatura più strutturata.

In alcune sequenze alla Zhao riesce di toccare il cuore, principalmente negli incontri con un'umanità socialmente marginale, ma ricca di dignità anche nella sofferenza, come l'anziana Swankie malata incurabile e il barbuto Bob segnato dal suicidio del figlio. Tuttavia per tratti anche prolungati Nomadland si appiattisce in un road movie come tanti già visti e la ripetitività delle situazioni e delle ambientazioni crea un effetto di monotonia.

 

Un film quindi discontinuo, con i suoi punti di forza da non disconoscere ma altrettanti di debolezza, che si potrebbe considerare comunque un a buona prova per una regista ancora giovane, al terzo lungometraggio. Tuttavia l'aver esageratamente ricevuto il Leone d'oro a Venezia e l'Oscar al miglior film ed alla miglior regia espone inevitabilmente Nomadland al giudizio di opera sopravvalutata.

 

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