È il 2024 gente, non c’è tempo. Nel senso che il deejay dell’apocalisse punta forte sui classici anni 60 e se stavolta troviamo un sommergibilista russo meno in gamba dell’altro saltiamo tutti per aria – e a chi fa notare che calma, stiamo parlando di serie tv rispondo dicendo auguri a guardare le serie tv da un bunker svizzero, il wi-fi prende malissimo. Ma è paradossale, perché anche se parliamo di serie tv allora è vero che non c’è tempo, nel senso che c’è fretta e che i ritmi, la vastità dell’offerta e la soglia dell’attenzione di un neonato con difficoltà di permanenza dell’oggetto che questo millennio ci ha portato in dote esigono che una serie tv abbia fin da subito le idee chiare su cosa vuole raccontare e su come vuole raccontarlo. Per dirla in maniera ancora diversa: in quest’era del binge watching ossessivo, Lost sarebbe inguardabile. Totalmente inaffrontabile e scarsamente potabile. La gente mollerebbe alla quarta puntata. Con i dovuti distinguo di genere e di linguaggio, invece, Dinosaur è una di quelle serie perfettamente moderne, che ha saputo cogliere il modo migliore e più costruttivo per rendersi appetibile all’interno di un mercato assolutamente magmatico e algoritmico. 

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Dinosaur

Quando metti su l’episodio pilota di Dinosaur – commedia drammatica scozzese andata in onda su BBC Three e ultimamente distribuita negli USA su Hulu, quindi con la speranza di fare capolino su Disney+ – ti succedono un paio di cose: per primo ti viene voglia di trasferirti a Glasgow e di spendere tutti i tuoi averi per trovare un logopedista in grado di insegnarti a parlare in quel modo lì; e per secondo, più importante, ti basta un dialogo ben scritto della durata di appena tre minuti per avere ben chiare le dinamiche fra le due protagoniste, i loro tratti caratteriali essenziali e ciò che ci si può aspettare dalla serie, senza esaurire l’interesse o la curiosità per la narrazione che verrà costruita su queste basi.

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Dinosaur

Due sorelle (non) gemelle diverse abitano insieme a Glasgow e a vederle non le diresti imparentate, ma a sentirle parlare tra loro ai 400 all’ora con scatti di sinapsi che la cocaina sarebbe un calmante non avresti alcun dubbio. Condividono la stessa passione per la tv spazzatura e hanno un profondo rapporto di sorellanza totalmente trasparente. Sono il prototipo ideale di migliori amiche che si completano a vicenda: una è impulsiva e pazzerella, mentre l’altra è abitudinaria, rigida, maniaca del controllo, sullo spettro dell’autismo e avversa a qualsiasi rischio inutile, eppure si vogliono un bene che bisognerebbe insegnarlo a scuola.

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Dinosaur

Tra una pausa drammatica teatrale e l’altra, la secondogenita Evie, sognatrice idealista e anche un po’ ingenua, confessa alla sorella maggiore – Nina, paleontologa con tre lauree rilassata tanto quanto la signorina Rottenmeier – di essersi fidanzata con Ranesh, creative strategist di TikTok conosciuto sei settimane prima su Tinder e che in foto viene con le chiappe concave. Nina fa giustamente notare che Evie ha avuto candidosi che sono durate più di sei settimane e non se le è mica sposate. Non lo conosce mica questo Ranesh, perdiana, e se fosse uno di quelli che il weekend ha l’hobby di strozzare le ragazze?

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Dinosaur

La verità è che Nina, come molte persone autistiche, fatica a gestire i cambiamenti improvvisi – resta interdetta anche quando le cambiano il barista, non fosse che quello nuovo ha il suo fascino e quasi sicuramente sa risolvere il cubo di Rubik – e oltretutto non ha il minimo problema a far notare senza filtri le idiosincrasie di una scelta così dissennata e illogica come un fidanzamento dopo appena sei settimane di frequentazione. È terrorizzata all’idea di perdere la sua coinquilina e migliore amica, non sa cos’ha in ballo il futuro e la prospettiva di tutti questi elementi al di fuori del suo controllo la fanno reagire male.

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Dinosaur

Non la aiutano né i genitori – che accolgono l’idea di un matrimonio tutto matto con più entusiasmo rispetto al fatto che a Glasgow ci siano solo sotto sette paleontologi e Nina sia una di loro – né quel grandissimo babbo di Ranesh, a cui la sorellona decide di dare una possibilità a cena. Il fidanzato di Evie si dimostra il mentecatto cialtrone fastidioso che Nina temeva, ma il disastroso incontro le dà la forza per uscire dalla propria comfort zone e per raggiungere i colleghi all’appuntamento settimanale di team building al bowling. La vita prende e la vita dà, convincendo Nina che forse, fooorse, c’è spazio di manovra sufficiente per riuscire ad adattarsi alla nuova situazione e per riuscire ad accettare la scelta di cuore di Evie.

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Dinosaur

Sentite. Non capita tutte le settimane di avere per le mani una commedia scozzese, e già questo dovrebbe convincervi a fare di tutto pur di recuperare Dinosaur. Il vero plus è che è anche una serie scritta davvero bene – dalla protagonista stessa, in collaborazione con la co-creatrice Matilda Curtis – che fa ottimamente quello che le nuove generazione stanno cercando di inculcarci da anni: raccontare includendo. Mettere in scena una storia di normale quotidianità che affonda negli archetipi del genere – due giovani migliori amiche crescono, le loro vite cambiano e il loro rapporto deve evolversi di conseguenza – e viene raccontata dal punto di vista di un personaggio autistico senza il bisogno di sottolineare con il pennarello grosso e l’orchestra d’archi quanto siamo virtuosi a parlare di certe cose.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.