Regia di François Ozon vedi scheda film
Bel film di Ozon che gioca al limite senza essere mai sentimentalista o autocompiaciuto anche quando il film è duro e diretto (la scena a 3 in particolare, gli amori gay e così via). Bravissimo il protagonista che all'inizio sembra insopportabile, ma poi fa subentrare la comprensione. Ci sono tutte le reazioni possibili a questa situazione: istinto autodistruttivo (la ricerca dell'avventura di una notte in una sorta di girone dantesco omosessuale), drammatica solitudine (quando Pupaud prende a testate il muro, o quando vomita nel water), una sorta di riscoperta tardiva della vita (la paternità, il bagno nel mare) un accenno di "redenzione" (a partire dalla visita alla nonna, passando per la telefonata alla sorella e l'aiuto all'ex fidanzato). Ben risolto anche il finale. Doloroso.
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