«Questa non è un’opera di finzione. Ogni riferimento a persone realmente esistenti o fatti reali è intenzionale». Con questo cartello si apre ogni puntata di Sciame, nuova creatura seriale di Donald Glover, in tandem con la sua collaboratrice di Atlanta Janine Nabers: un cartello simile a quello sulla «storia vera» che apriva gli episodi di Fargo, e che da subito instilla il dubbio. Quanto c’è di vero nella storia di Andrea detta Dre, giovane sociopatica la cui unica, bruciante passione è quella per la popstar Ni’jah? La risposta è: niente.
Dre, incarnata con sconvolgente bravura da Dominique Fishback (talento teatrale rivelato da David Simon con Show Me a Hero e, soprattutto, con The Deuce, qui anche produttrice), non esiste, né esiste la scia di sangue che semina dietro di sé, attraversando gli Usa con la missione di punire chiunque parli male del suo idolo. Eppure, la risposta è anche: tutto. Non serve esser fanatici di cultura pop per vedere, dietro Ni’jah, Beyoncé, a partire dal nome del fandom, perché allo swarm (sciame, appunto) di Ni’jah corrisponde il beehive (alveare) della vera diva; i riferimenti a fatti e volti reali si moltiplicano, dal compagno rapper allo “scandalo” del morso in pieno volto ricevuto dalla star durante un party, fino al calco, piuttosto raffinato, dell’estetica di videoclip, costumi e concerti.
Sciame è una serie sulla tossicità dei fan, sull’ossessione per la celebrità, sulla violenza casuale di post e commenti crudeli che affollano i social (non compaiono a caso le guest Paris Jackson, figlia di Michael, e Billie Eilish, al suo ottimo debutto attoriale, ciascuna col proprio fardello di fandom tossico); una violenza socialmente tollerata, banale perfino, cui si contrappone quella invece sanguinaria, ottusa e ferina di Dre, ideale e terrificante erede di opachi killer cinematografici come Henry - Pioggia di sangue e American Psycho. Fin qua, il cosa, che costeggia in un quadro più ampio temi cari a Glover, dal razzismo all’ipocrisia statunitense (nella writers’ room, anche Malia Obama, figlia dell’ex presidente), passando per le falle fatali del sistema degli affidi per i bimbi afroamericani, già affrontato in Atlanta.
Poi, o forse prima, c’è il come: la forma spiazzante di una serie satirica e cruda, girata in pellicola per volere irremovibile di Glover, che nelle sue sette puntate si muove da una grottesca American Crime Story a un ritratto femminile tanto schietto, imprendibile e impenitente da sembrare la versione horror di un film di Céline Sciamma. Il riferimento a Ryan Murphy diviene più evidente nell’episodio 6 che, con stile completamente differente, ripropone i fatti sin lì visti nella forma di un fittizio doc true crime; siamo dalle parti della puntata Il talk show di Atlanta, ma anche del lavoro di destrutturazione meta compiuto da American Horror Story: Roanoke. Con simile intento: scandagliare la morbosità dello spettatore verso delitti e scandali, l’ossessione per quel true che governa il piccolo schermo; Sciame ci mette di fronte a quanto di “tossico” c’è già nella nostra sete di «storie vere».
La serie tv
Sciame
Horror - USA 2023 - durata 35’
Titolo originale: Swarm
Creato da: Janine Nabers, Donald Glover
Con Dominique Fishback, Chloe Bailey, Kevin Brown, Damson Idris, Leon, Heather Simms
in streaming: su Rai Play Amazon Prime Video Timvision
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