È fatto di doppi, il cinema di Todd Haynes, e di doppiezze, non solo di caratteri e identità ma anche di coppie che melodrammaticamente si avvicinano, si allontano, e poi si raccontano. Il finale di Velvet Goldmine, che è tutto un racconto doppio (fra presente e passato, fra verità e menzogna, fra gli uomini e la loro immagine), cerca una sintesi della doppiezza come concetto opposto a una libertà che, come dice il giornalista Arthur interpretato da Christian Bale, “puoi decidere di concederti o meno”.

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Velvet Goldmine

Il doppio più evidente del film di Todd Haynes è quello fra il cantante glam Brian Slade (interpretato da Jonathan Rhys-Meyers) e il cantante punk o proto-grunge Curt Wild (i cui panni sono vestiti da Ewan McGregor), un impossibile incontro ai vertici fra un David Bowie in fase Ziggy Stardust e un Iggy Pop che il tempo e i decenni che passano nel film tendono a trasformare in Kurt Cobain. La loro storia è fatta dello stesso materiale di cui è fatto il cinema di Haynes: lacrime, sudore, videoclip e rotocalchi. La loro unione, coadiuvata dall’intervento del manager mefistofelico Jerry Devine (di Eddie Izzard), è dettata più da un’esplosione di passione che non da una congiungente idea di musica, uno scontro erotico di immagini che il montaggio compatta a ritmo di ballad e batterie. E se l’uomo è la sua immagine, e il mondo è altrettanto fatto di immagini, l’incontro fra Brian e Curt può davvero cambiare il mondo.

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Velvet Goldmine

E invece “siamo solo cambiati noi”, dice Curt ad Arthur prima che qualcuno, nel pub in cui si sono incontrati, metta al jukebox una canzone di Brian e faccia indirettamente partire, prima in sottofondo e poi in superficie, una sequenza finale in cui l’enigmatico Jack Fairy canta la canzone della prima esibizione di Brian, 2HB - che in realtà, nei soliti doppi rimandi del film, è una canzone dei Roxy Music. Mentre scorrono le note di un brano che, nel profilarsi incessante di simulacri e costumi e apparenze di Velvet Goldmine, parte sussurrando “Oh, I was moved by your screen dream”, i vari personaggi prendono il loro posto in una scacchiera che appiana idealmente platea e palcoscenico: i close up della moglie delusa di Brian (la Mandy di Toni Collette) e di Arthur che ascoltano la canzone, e i ritratti Pop Art di Brian e Curt proiettati sullo schermo dietro Jack Fairy, incrociati fra loro come ricordi immortali di persone forse morte.

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Velvet Goldmine

A quel punto Todd Haynes assembla tutti gli indizi di un film che, in un trionfo kitsch, partiva addirittura da Oscar Wilde e da un amuleto magico che rende famosi, e che permette ai bambini di oggi di costruire il domani: scorre con la cinepresa su dei bambini che guardano il cielo, rilancia un breve momento dell’incontro erotico fra Arthur e Cart su un anonimo tetto britannico, e scivola lentamente con un dolly su una radio che forse sta trasmettendo sempre 2HB ma nel futuro.

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Velvet Goldmine

Alla fine il vero doppio di Velvet Goldmine è fra la realtà dell’ora e la sua riproduzione che attraversa il tempo; la doppiezza non è certamente la libertà degli idoli pop che traviseranno il senso della vita vendendolo al diavolo in cambio di un’immagine svuotata, ma è la libertà dei bambini di ieri di modellare l’oggi fuori dal loro controllo e di essere nostalgicamente ricordati domani. Viva il Pop che trasforma il domani smontando l’oggi in mille pezzi dai mille colori.

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Velvet Goldmine

Autore

Marco Grifò

Il suo percorso di studi nulla ha a che vedere col cinema, ma è col cinema che avviene la sua vera formazione: appassionato fin dall’infanzia, autore-amatore nella community di filmtv.it da quando ha 17 anni e frequentatore ipercinetico di festival internazionali da quando ne ha 18. Collabora con la rivista di cinema Lo Specchio Scuro, ha pubblicato su Eidos e su Cinergie e co-gestisce il podcast di cinema Salotto Monogatari dalla fine del 2019. Dall’inizio del 2022 fa parte del team di programmazione del Sicilia Queer FilmFest di Palermo, e crede, a costo di passare per bizzarro, che l’horror found footage sia uno dei fenomeni più importanti e sottovalutati del nuovo millennio.

Il film

locandina Velvet Goldmine

Velvet Goldmine

Drammatico - USA/Gran Bretagna 1998 - durata 123’

Titolo originale: Velvet Goldmine

Regia: Todd Haynes

Con Jonathan Rhys Meyers, Ewan McGregor, Christian Bale, Toni Collette

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