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Analisi e interpretazioni libere dei finali dei film

Niente di ciò che è umano mi è alieno

Niente di ciò che è umano mi è alieno

Il finale di Il pianeta selvaggio di René Laloux, diverso da quello del libro da cui il film è tratto, rappresenta perfettamente il pensiero del suo autore e soprattutto mostra le molteplici possibilità del mondo dell’animazione.

di Leonardo Strano

Ascensione e redenzione

Ascensione e redenzione

Nel finale di The Whale Darren Aronofsky regala al protagonista una felicità completa e matura, legata al sacrificio che ha imposto al suo corpo e all’atto d’amore definitivo e incondizionato che esprime alla figlia.

Il cambiamento è inevitabile

Il cambiamento è inevitabile

Il finale di Detroit di Kathryn Bigelow chiude il percorso del protagonista dandogli il compito di lasciare un messaggio, un invito per ascoltatori e spettatori, che la regista ha accolto nella sua ricerca di un nuovo linguaggio cinematografico.

di Leonardo Strano

La vittoria dell’inutile

La vittoria dell’inutile

Il finale di Fitzcarraldo di Werner Herzog conferma l’intento del regista di perseguire un atto inutile, simbolo del concetto di un’arte che si spiega da sola e rifiuta l’utilitarismo e il denaro come scopo ultimo, un atto artistico e dunque profondamente umano.

Ciò che non può dirsi

Ciò che non può dirsi

Opera unica della regista Barbara Loden, Wanda ruota attorno ad una protagonista disperata che non riesce a risalire da una condizione di vita drammatica e disagiata; lo dimostra il finale, a suo tempo criticato come anti-femminista, ritratto di un malessere radicato che non trova una voce per farsi messaggio.

Passaggi di stato

Passaggi di stato

Il finale di Trenque Lauquen di Laura Citarella, sospeso e anfibio come la creatura misteriosa che sfiora la vita della protagonista, riscrive con nuove forme sintattiche il modo in cui il cinema può raccontare storie, ma soprattutto il modo in cui il cinema si può fare portavoce di sguardi diversi.

di Leonardo Strano

Dentro l’altro

Dentro l’altro

Più ambiguo del libro da cui è tratto, Caracas di Marco D’Amore ha un finale che allude al principio della storia, e così facendo ne espone la sua natura: un tavolo di lavoro su cui ricostruire la storia di un uomo e il suo rapporto con la città di Napoli, desiderata e temuta.

Il tempo ritrovato

Il tempo ritrovato

Arriva in sala con Lucky Red l’ultimo film di un regista a noi molto caro, Presence di Steven Soderbergh, ghost story in soggettiva. Su Film Tv n° 29/2025 trovate la recensione del direttore Giulio Sangiorgio, qui - eccezionalmente! quindi è proprio il caso di dire spoiler alert - ne analizziamo il finale.

di Leonardo Strano

Mutare è bello

Mutare è bello

Il finale di Crimes of the Future di David Cronenberg (di)mostra in via definitiva che la vita è continua evoluzione, e ogni volta che l’essere umano si trasforma deve anche farsi testimonianza per chi verrà in seguito, senza paura né chiusure verso il nuovo.

Come d’incanto

Come d’incanto

A lei essere chiamata Anora non piace, ma è il significato di quel nome, che scopriamo nel finale del film, a dare una chiave di lettura della storia: luce e movimento, in una dinamica che toglie entrambi gli elementi ma senza sottrarre al film il loro significato.

di Leonardo Strano

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