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Passione che uccide

Regia di Michael Gordon vedi scheda film

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La recensione su Passione che uccide

di Baliverna
8 stelle

Noir poco noto, da parte di un regista che è di solito ricordato per le sue commedie brillanti dei primi anni '60. Ma aveva cominciato dal nero, e con la marcia giusta.

Questa pellicola è così caduta nel dimenticatoio, che l'edizione in DVD è priva del doppiaggio italiano, che non è stato trovato o non è mai stato fatto.

Michael Gordon dà prova di essere un buon regista noir, oltre che di commedie.

Qui, come nella migliore tradizione del genere nero, vediamo una storia torbida di inganno, omicidio, passione e doppio gioco. Il regista dirige in modo fluido ed essenziale, stile che mi piace sempre. A fianco di questo torbido gorgo che sembra inghiottire tutti, sopravvive comunque un angolo di sincerità e di amore, che si presentano proprio come via di fuga dalla rovina.

Vincent Price è senza dubbio l'attore principale, a prescindere dal tempo della sua presenza in scena. La sua ambiguità è alla base di questa vicenda di inganno e simulazione. Prima di affermarsi nel genere horror gotico, Price aveva militato nel noir; senza diventare un divo, ma dando buona prova di sé e lasciando comunque il segno. Egli era proprio portato per ruoli ambigui, viscidi (come in “Vertigine” di Preminger), o addirittura odiosi. Qui il grande attore contiene le movenze da “bastardo” da pugno nel muso, e si presenta anzi come mellifluo e cortese, maschera dietro alla quale fa capolino, tuttavia, il suo vero volto grifagno e rapace. È proprio questo che finisce per allontanare la donna che ama, la quale era l'oggetto dell'unico impulso positivo della sua anima.

Non brilla, ma neppure sfigura, Edmond O'Brien, ed Ella Raines, poco nota, si fa comunque apprezzare.

L'unico problemino è, secondo me, la definizione del personaggio dell'amico poliziotto (William Bendix), incerto tra rude ma buono e cattivello.

Il DVD italiano offre immagini digitalizzate di buona qualità; solo al formato (ufficialmente 1:33 in 16/9) è stato dato un “colpetto”, come si fa spesso oggi. Ne esce quasi un 1:66, ma il film non ne soffre.

È una pellicola che consiglio a tutti gli amanti del noir.

PS: l'insipido titolo italiano potrebbe andar bene per tutti i film noir. Un po' più di fantasia era auspicabile.

 

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