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Regia di Serge Bozon vedi scheda film

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La recensione su Tip Top

di alan smithee
2 stelle

CANNES 2013 - QUINZAINE DES REALISATEURS
Commedia che vorrebbe essere esplosiva e scatenata, movimentata dall'eterna rivalità tra due donne poliziotto ambiziose ed effettivamente un po' strane: l'una, Esther (quella solita pazza furiosa d'una Isabelle Huppert), manesca e volubile, picchia come nulla fosse il marito e ne prova piacere, soprattutto se costui risponde alle percosse con altre botte, lasciandola ammaccata come fosse un boxer in gonnella, sanguinante a leccarsi (letteralmente) le ferite che gocciolano giu' (spettacolo alla lunga deprimente); altra invece si chiama Sally (la solita diafana e un po' inquitante Sandrine Kimberlain), ed è calma e posata apparentemente, quanto gatta morta ed insidiosa non tanto nella fisicità quanto nelle conseguenze di suoi comportamenti, dei sotterfugi maliziosi e intriganti che la vedono come impegnata orchestratrice. Il caso impietoso vuole che le due ispettrici - bizzarre e anche un po' prese di mira dal sistema maschilista che le circonda e che vede con sospetto quel loro insolito comportamento, impossibile da passare completamente inosservato - vengano assegnate allo stesso caso (corruzione ed infiltrazione) e proprio per questo affilino entrambe le unghie per farsi valere una a discapito dell'altra. Intanto ci scappa il morto e le indagini prendono una piega sempre più folle, condotte come sono da due pazze scatenate, mentre gli uomini come da copione fanno la figura degli inevitabili imbecilli.
Commediola che cerca di piacere ed evidentemente un po' ci riesce, visto che in sala suscita a tratti un certo divertimento, il filmetto di Serge Bozon si dipana tuttavia stanco e risaputo su soluzioni assurde ma tutt'altro che stimolanti, dove Isabelle Huppert in particolare non riesce certo più a stupirci nel dipingere in personaggio che fa della follia la sua guida conduttrice, ma finisce troppo presto per rendere la grande attrice null'altro che la macchietta sempre più secca e lentigginosa di se stessa nelle sue molte ormai leggendarie interpretazioni.

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