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The Planets

Regia di Ken Russell vedi scheda film

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La recensione su The Planets

di maldoror
2 stelle

Il film mi è sembrato di una banalità sconcertante. Se mi intendessi di musica giudicherei banali, quando non addirittura tronfi e dozzinali, anche i brani di Holst, ma siccome non me ne intendo ho un po' paura di dire stupidaggini...quindi lo dico ma mettendo le mani avanti, ricordando di essere un profano (anche se qualcuno che ne capisce un po' più di me mi ha suggerito che si trattebbe di musica per orchestra e quindi che rimarrebbe sempre su uno stesso climax, senza nulla di importante dentro, dunque insomma non particolarmente originale, confermando così in parte le mie impressioni).
Ma anche ammesso che la musica di Holst non sia particolarmente originale, Russell non fa più di tanto per migliorare le cose, facendole anzi precipitare verso una banalità ancora più sconfortante, utilizzando, per commentare visivamente i sette brani dedicati agli altrettanti pianeti del sistema solare, immagini rimandanti ad un'iconografia che più scontata e stantìa non si può.
Per il brano dedicato a Marte (il pianeta della guerra, per chi non se lo ricordasse) Russell ci fa vedere la fornace di una fabbrica siderurgica, parate naziste, carrarmati, immagini di guerra, fuoco, fiamme e infine un'immancabile fungo atomico; per quello su Venere, le dune di un deserto che diventano le curve di un corpo femminile nudo intento a fare ginnastica su un bagniasciuga, varie ragazze che praticano la ginnastica artistica, poi immagini di cosmesi, una modella che viene truccata e infine un'imbarazzante pubblicità della barbie; per Mercurio (Il messaggero alato) immagini prima di surfisti e poi di nuotatrici in una piscina, intente a dar vita a delle coreografie alla Esther Williams; per Jupiter (The bringer of Jollity) immagini di sagre paesane, sfarzose sfilate della Regina o di qualche potente di turno, gente che balla, che canta, che si agita, danze folkloristiche fino a ragazze sballate che si dimenano in mezzo al fango a Woodstock; per Saturno (il pianeta della vecchiaia) immagini che rimandano al trascorrere del tempo e al consumarsi della vita: automobili assemblate in una fabbrica per poi finire nel deposito di uno sfasciacarrozze, immagini velocizzate di fiori che sbocciano e appassiscono o di topi che si decompongono, la testa di una scimmia che si tramuta in teschio; per Urano invece (The magician), non credo di aver colto l'accostamento fra Cristo e Nosferatu, ma spero vivamente che abbia un senso, altrimenti si tratterebbe del solito gratuito inserto blasfemo e dissacratorio messo lì da Russell solo per ribadire la sua fama di provocatore; l'episodio dedicato a Nettuno (The mistic) invece è l'unico che ho quasi apprezzato, sia dal punto di vista musicale che da quello visivo, per le immagini piuttosto belle e suggestive (molto simili a quelle finali di Stati di allucinazione) rimandanti alla circolarità, al Big Bang, alla nascita dell'universo e al legame fra l'uomo e il cosmo; ovviamente anche qui si scade nella banalità più trita con immagini di pellegrinaggi verso una qualche meta religiosa, o di hippies immersi nella meditazione e in altre pratiche pseudo-mistiche, fino ai sassi di Stonehenge.
Insomma sembra il lavoretto elementare di un filmmaker adolescente alle prime armi, con qua e là qualche inserto degno di un saggetto sociologico da quattro soldi (lo spot della Barbie come esempio di bellezza nella società contemporanea, le meditazioni degli hippies come forma moderna di spiritualità, Woodstock accostato alle antiche forme di ritualità "dionisiaca"); complessivamente un cumulo di immagini piatte e banalissime, come dicevo, totalmente prive di mordente, di bellezza, di fascino, spesso di stampo televisivo ed esteticamente vicine a quelle degli spot o delle riviste patinate che in quegli anni mi pare stessero conoscendo una grande diffusione. Un lavoro che anticipa la tremenda crisi creativa che Russell avrebbe conosciuto proprio a partire dal film successivo (China blue), e di cui avevamo già avuto delle avvisaglie in quello precedente (Stati di allucinazione).---P.S.:ovviamente si accettano confutazioni o precisazioni relativamente all'aspetto musicale e non solo, essendo il sottoscritto, a differenza di molti altri, disposto a modificare le proprie opinioni ascoltando il parere di chi ne sa più di lui.

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