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Alessia... un vulcano sotto la pelle

Regia di Alfredo Rizzo vedi scheda film

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La recensione su Alessia... un vulcano sotto la pelle

di undying
4 stelle

Un interessante soggetto -fortemente radicato alla cultura italiana del (predominante) substrato cattolico praticante- sviluppato in maniera superficiale da un attore/regista poco dotato dietro la macchina da presa. Qui peraltro senza alcun supporto economico, costretto a girare in squallide location.

 

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L'orfana diciassettenne Alessia (Karina Verlier) lascia il convento per essere ospitata dallo zio Nicola (Luca Sportelli). Appena raggiunta la destinazione, Alessia viene male accolta da Agnese  (Ria De Simone), attuale compagna dello zio. Con il passare del tempo, i ricordi affiorano nella memoria di Alessia: i suoi genitori non sono morti in un incidente stradale come le è stato raccontato, bensì la madre Cecilia (sempre interpretata da Karina Verlier) è stata uccisa per gelosia dal padre, a sua volta suicidatosi dopo il delitto. Quando Alessia scopre che Agnese tradisce Nicola con il fattore Biagio (Mario Novelli), abbandona il suo ingenuo comportamento per mettere in atto una serie di ricatti a sfondo sessuale. La minaccia di rivelare allo zio ogni dettaglio, riduce Agnese e Biagio in un succube stato, rendendoli disposti ad esaudire ogni richiesta di Alessia. Al perverso piano di vendetta (legato alla realtà dietro all'uxoricidio del padre) avviato dalla giovane ragazza non sfugge nemmeno il cugino Luigi (Dario Ghirardi), ormai prete ed ospite occasionale in casa dello zio Nicola.

 

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Gli elementi per far venire l'acquolina in bocca al cultore di pellicole sommerse ci sono tutti: a cominciare da un titolo-calamita, per poi proseguire con la regia di un autore/attore che non necessita presentazioni per chi mastica un pò di classici del bis (La sanguisuga conduce la danza, La bolognese, Sorbole... che romagnola!, Peccati di una giovane moglie di campagna). Da un soggetto di Alfredo Rizzo, Ludovica Marineo e Luca Sportelli (anche interprete nel ruolo dello zio Nicola) completano una sceneggiatura mai banale, ricca di spunti e significative riflessioni sul controverso effetto "liberatorio" provocato, per inevitabile rigetto, dalla rigidità religiosa. In una famiglia ossessionata dalla morale cattolica (Alessia torna da un convento, il cugino Luigi è prete e un altro fratello di Nicola è monsignore) accadono fatti a dir poco deplorevoli.

 

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Il nudo, piuttosto castigato ed esposto con parsimonia, diventa quindi secondario in una trama che è fortemente radicata alla cultura cattolica (quindi popolare) italiana. Famiglia, chiesa, rapporti tra parenti dettati da esclusivi interessi personali. Alfredo Rizzo ha tra le mani uno script esplosivo, purtroppo sminuito da un budget inesistente e da una messa in scena dilettantesca. Anche il parco attori non si rivela adeguato al testo. A cominciare dalla insignificante Karina Verlier, già intravista in un paio di erotici italiani  (Emanuelle in America, La svastica nel ventre e La settima donna) e decisamente inadatta nel ruolo di protagonista. Ria De Simone è l'unica in grado di interpretare decorosamente il ruolo da comprimaria, ma nel complesso prevale una superficialità generale dovuta anche ad un attore/regista, fors'anche a causa delle già menzionate limitazioni economiche, poco efficace dietro la macchina da presa. Rimasto per anni introvabile in home video (rarissima l'edizione -tagliata- in VHS, presente nel catalogo TVU), è stato a lungo presenza fissa nel palinsesto della emittente locale Telecapri, finendo per diventare a suo modo un titolo cult, proprio (e unicamente) per la difficoltà di essere rintracciato.

 

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"Volete credere alla religione? Non leggete i libri che la provano. Volete rispettarla? Non guardate a coloro che la predicano." (Laurent Angliviel de La Beaumelle)

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