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La fine della notte

Regia di Davide Ferrario vedi scheda film

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La recensione su La fine della notte

di mm40
4 stelle

Nella bassa lombarda vivono due amici sulla trentina dalla vita monotona e insoddisfacente; una notte decidono perciò di fare una bravata andando a vendicarsi di un contadino che li aveva scacciati malamente dalla sua proprietà qualche giorno prima. Uno dei due si fa prendere la mano e massacra il contadino: non rimane che la fuga.

Con questa pellicola esordisce nel lungometraggio Davide Ferrario, che scrive anche la sceneggiatura del lavoro ispirandosi a un fatto di cronaca accaduto nel 1986 nella provincia veneta, ma trasportandolo nella terra che meglio conosce, in quanto cremonese di origine, ovvero la bassa lombarda. In un’opera prima c’è sempre un tocco autobiografico piùo meno avvertibile, d’altronde, ed è probabile che la noia e il senso di insoddisfazione provati dai protagonisti di La fine della notte siano stati all’epoca condivisi da Ferrario; la cosa più sorprendente di questo film è la poca dimestichezza con la macchina da presa da parte di un regista destinato a fare in seguito ottime cose, ma qui evidentemente ancora parecchio acerbo (si pensi solo alla scena clou dell’aggressione del contadino, inverosimile all’ennesima potenza). Di buono c’è comunque la costruzione della storia on the road e la scelta dei protagonisti: meglio sicuramente Claudio Bigagli su Dario Parisini; in ruoli di contorno ci sono poi John Sayles (a sua volta regista e sceneggiatore), Mario Valdemarin e, in poco più che una comparsata, l’allora leader dei CCCP – Fedeli alla linea Giovanni Lindo Ferretti (tornerà a recitare per Ferrario in altre sue opere successive, peraltro). Sostanzialmente La fine della notte è un film dai contenuti interessanti, dotato di sufficiente ritmo, ma diretto in maniera un po’ approssimativa. 4/10.

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