Il portiere di notte si apre sull’immagine di Maximilian/Bogarde che attraversa Maria-Theresien-Platz, a Vienna, passando davanti al Naturhistorisches Museum per poi terminare la propria passeggiata entrando nell’Hotel Zur Oper, dove esercita l’attività eponima.

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Il portiere di notte

La magnifica facciata circolare dell’albergo – svelata da un movimento di macchina dall’alto verso il basso – è quella della Musenhaus, uno dei tre edifici residenziali realizzati tra il 1898 e il 1899 sulla Linke Wienzeile 38-40 da Otto Wagner, decorata con i medaglioni in stucco dorato di Koloman Moser e fortemente connotata dalla presenza, sul tetto, di una serie di busti femminili (le Donne Piangenti), opera di Othmar Schimkowitz. Circa mezz’ora dopo, l’uomo parcheggia la sua auto e si avvia verso una struttura colossale, un aggregato di immobili che include anche il suo appartamento. Stacco.

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Bogarde è nel suo alloggio che, signorile e vagamente anonimo, è definito da un cucinino, un bagno e un ambiente principale con un letto/dormeuse in legno lavorato, una scrivania sormontata da una lampada da tavolo in ottone, un guardaroba dalla grande specchiera, una stufa a legna e un grammofono. Il complesso in cui vive l’uomo è il Karl-Marx-Hof, progettato da un urbanista che fu tra i più celebri allievi di Wagner, Karl Ehn. Lo stile di Ehn contemplava un anelito alla monumentalità commisto a elementi stilistici moderni, espressionisti e memori delle tradizioni locali. L’appartamento dell’ex gerarca è uno dei 1382 presenti – con una superficie variabile dai 30 ai 60 metri quadri – all’interno della casa popolare più lunga del mondo (1100 metri lungo i quali sono presenti quattro fermate di tram), caratterizzata dai quattro ampi archi e sorta tra il 1926 e il 1930, durante gli anni della Vienna Rossa, quando il Consiglio municipale della capitale austriaca era governato dal Partito Socialdemocratico.

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Da un articolo di Flavia Foradini per ilgiornaledellarchitettura.com si apprende che: “Il Karl-Marx-Hof era provvisto di due lavanderie, due bagni pubblici, due scuole materne, un poliambulatorio medico e uno odontoiatrico, una farmacia, un centro di consulenza per donne in gravidanza, una biblioteca, un centro giovanile, un ufficio postale, 25 negozi, ed era dotato di un’immensa corte centrale verde, pensata come luogo di aggregazione e svago, con aree giochi”. L’autrice riporta anche l’avanzato sistema di tassazione progressiva applicato in quegli anni, che comprendeva un’imposta sul lusso e un sistema di entrate convogliate in opere di carattere sociale: “Gli ambulatori odontoiatrici vengono finanziati con le imposte sulle quattro maggiori pasticcerie cittadine. Quelle sull’Hotel Sacher e gli altri grandi hotel coprono i costi dei medici scolastici e delle piscine pubbliche. Quelle sui bordelli coprono i costi dell’unità di ostetricia pubblica”.

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È la socialdemocrazia, bellezza, anche se l’avvento dell’austrofascismo avrebbe interrotto bruscamente questo sogno di edilizia progressista che, curiosamente, nasceva dalle medesime istanze da cui a Roma, in pieno fascismo, germogliarono quei Palazzi Federici in cui è ambientato Una giornata particolare. Ma se nel suo capolavoro Scola mostrava alcuni punti cardine di quell’enorme blocco residenziale, del Karl-Marx-Hof Cavani lascerà appena intravedere l’esterno, in maniera quasi casuale, prima di barricarsi con Maximilian e Lucia nell’appartamento dell’uomo.

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Il portiere di notte

Un luogo che la regista rende spazio concentrazionario, evidente metafora dell’esperienza dei lager: un osceno nido di ossessioni in cui i due protagonisti giocheranno a rimodulare il loro rapporto di potere e sottomissione, prima di decidere di abbandonarlo per andare incontro alla morte; tristi relitti della Storia proprio come il Floridsdorfer, il ponte in cui finiranno sparati, che fu demolito nel 1978, appena quattro anni dopo l’uscita del film.

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Il portiere di notte

Autore

Andrea Pirruccio

Si laurea in Storia e Critica del Cinema a Torino. Da oltre 20 anni fa parte della redazione della rivista Interni e dal 2022 collabora al dizionario Il Mereghetti. Da quanto ricorda, frequenta le sale da sempre, ma fa risalire il proprio imprinting cinematografico a un pomeriggio domenicale di tanti anni fa, quando i suoi genitori pensarono bene di portarlo a vedere 1997: Fuga da New York e, quando si accorsero che il film era stato sostituito da Pierino medico della SAUB, decisero di entrare lo stesso.

Il film

locandina Il portiere di notte

Il portiere di notte

Drammatico - Italia 1974 - durata 120’

Regia: Liliana Cavani

Con Charlotte Rampling, Dirk Bogarde, Philippe Leroy, Gabriele Ferzetti