Sono come un viaggio nel tempo, alla (ri)scoperta di tesori passati, le Giornate del cinema muto di Pordenone, giunte alla 44ª edizione e in scena al teatro Verdi di Pordenone dal 4 all’11 ottobre, sotto la guida del direttore artistico Jay Weissberg, timoniere per il decimo anno di questa avventura cinefila. La manifestazione si apre e si chiude nel segno di Buster Keaton: dalla proiezione di pre-apertura, il 3 ottobre a Sacile, del capolavoro The Cameraman (1928) a quella dell’evento finale, il lungo Our Hospitality (1923), in cui l’attore recita accanto alla moglie dell’epoca, Natalie Talmadge.

Buster Keaton
La legge dell'ospitalità (1923) Buster Keaton

Il 4 ottobre, invece, la serata di apertura ufficiale è affidata a un film non molto noto di un regista italiano dimenticato, cioè Cirano di Bergerac (1922) di Augusto Genina, a cui Sergio M. Grmek Germani dedica un approfondimento su Film Tv n. 39/2025. In programma quest’anno la sezione Sei gradi di Chaplin, che «si propone di esplorare il pianeta Chaplin in tutte le sue forme, gli attori che lo hanno ispirato e che egli ha ispirato, i suoi molti imitatori, i cartoni animati, i cinegiornali su di lui e gli home movie»: tra i titoli proposti anche la prima mondiale del nuovo restauro, curato dal MoMA, del cortometraggio Shoulder Arms (1918), commedia antimilitarista con Charlot soldato. A proposito di commedie che sbeffeggiano la guerra, a Pordenone ci sarà anche il corto Soldier Man (1926), con la sceneggiatura di un giovane Frank Capra.

Charles Chaplin, Henry Bergman
Charlot soldato (1918) Charles Chaplin, Henry Bergman

Le Giornate guardano al cinema di ieri, certo, ma gli occhi sono puntati anche sul nostro presente, sulle situazioni critiche di oggi, sui temi più urgenti: si parlerà di conflitti durante l’evento in due parti previsto per l’8 ottobre, con il documentario The German Retreat and Battle of Arras, su una delle principali battaglie della Prima guerra mondiale, e con Palestine - A Revised Narrative, montaggio di cinegiornali britannici durante il periodo 1914-1918.
Seguendo una geografia bellica, dalla Palestina ci spostiamo verso un altro fronte di guerra, l’Ucraina: qui, quando il paese era ancora parte dell’Unione Sovietica, ebbe un certo successo la produzione di film per ragazzi, tra cui Tre (1928), scritto da Vladimir Majakovskij, e Le avventure di una moneta da mezzo rublo (1929) di Axel Lundin, presentati alle Giornate.

" data-credits=
Max Fleischer

Altra sezione degna di nota dell’edizione 2025 è quella dedicata al cinema d’animazione e in particolare a Max Fleischer, creatore di Betty Boop e Koko il clown (di cui verranno proiettati 16 cortometraggi). Ospite d’onore Jane Fleischer, nipote del pioniere animatore, grazie alla quale è stata rintracciata e digitalizzata parte della produzione del nonno regista. La 44ª annata inaugurerà poi una retrospettiva biennale che omaggia l’attrice nostrana Italia Almirante Manzini: la vedremo sul grande schermo in un frammento di Femmina (1918) di Augusto Genina, in Zingari (1920) e La piccola parrocchia (1923) di Mario Almirante, in L’innamorata (1920) di Gennaro Righelli.

" data-credits=
Italia Almirante Manzini

E ancora, tra i classici delle storiche sezioni Il canone rivisitato e Riscoperte & restauri, grandi film di Abel Gance (Le droit à la vie, 1916), Maurice Tourneur (The White Heather, 1919), Fritz Lang (Destino, 1921) e Louis Feuillade, di cui verranno proiettati quattro corti realizzati tra il 1911 e il 1914. Inoltre, una selezione di titoli sarà disponibile in streaming su MyMovies. Tutte le info e il programma completo su www.giornatedelcinemamuto.it/

Autore

Giulia Bona

Giulia Bona è nata a Voghera e ha studiato a Milano, dove si è laureata in Lettere moderne e Studi cinematografici con una tesi su Agnès Varda e il riciclaggio creativo. Riempiva quaderni di storie e pensieri, dava inchiostro alla sua penna sul giornalino della scuola, ora scrive per Film Tv. Ama leggere, i sentieri di montagna, la focaccia e sorride quando vede un cane.