La 76a edizione della Mostra del Cinema apre i battenti sapendo di dover tenere alta un'asticella che negli ultimi anni si è posizionata, più che in passato, su livelli di prestigio mondiale decisamente qualificati, incrociando il miglior cinema d'autore con titoli capaci anche di godere di successi non limitati al circuito più strettamente cinefilo. Non a caso diversi titoli che negli anni recenti sono passati e sono stati premiati a Venezia sono poi risultati anche vincitori ai Premi Oscar: lo è stato l'anno scorso per Roma, Leone d'Oro e Oscar alla regia e al miglior film straniero, mentre quello precedente La forma dell'acqua seppe vincere oltre al Leone d'Oro anche l'Oscar per il miglior film. Ma possiamo citare per gli anni precedenti anche La La Land, o Revenant (che diede a DiCaprio il tanto agognato Oscar per il miglior attore). Non che gli Oscar siano necessariamente un parametro di qualità, ma di certo lo sono quando si parla di popolarità e di prestigio.
Difficile dire se anche quest'anno riuscirà alla Mostra questo abbinamento: di certo quel che non manca è il cinema d'autore, con nomi che si sono già distinti - qui o altrove - per la loro capacità di domare il mezzo cinematografico e di cavalcare nuovi linguaggi. Più complesso sembra, a guardare "dal di fuori" la lista dei film in concorso, individuare quali titoli sapranno anche arrivare al grande pubblico. Non è comunque questo certo il compito della giuria internazionale, guidata quest'anno dalla regista argentina Lucrecia Martel, che guida un sestetto qualificato con tre colleghi - la canadese Mary Harron, il giapponese Tsukamoto Shinya e l'italiano Paolo Virzì - più il direttore della fotografia messicano Rodrigo Prieto, il critico canadese Piers Handling e l'attrice britannica Stacy Martin.
Tre, come l'anno scorso, i titoli italiani in concorso: Martin Eden, di Piero Marcello, Il sindaco del rione sanità, di Mario Martone e il documentario La mafia non è più quella di una volta, di Franco Maresco.
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